Chi aderisce al concordato preventivo biennale sa bene che è più avvantaggiato grazie a degli incentivi previsti dal Governo. E anche quando l’importo da versare eccede quello previsto per l’anno fiscale l’Erario permetterà di applicare una Flat tax interessante.
Superando l’importo concordato inizialmente potrebbe essere applicata una aliquota agevolativa che va dal 10% al 15%. La percentuale cambia e dipende dall’indice di affidabilità del contribuente (già in vigore grazie al software ISA 2024).
Concordato preventivo biennale: Flat tax e tassazione piatta
Il nuovo decreto correttivo sul concordato preventivo biennale prevede una serie di novità a vantaggio dei contribuenti italiani che aderiscono al CPB. Ne è un esempio la tassazione piatta che va applicata anche quando il ricavato è maggiore rispetto a quanto concordato inizialmente.
La percentuale agevolativa varia in base all’indice di affidabilità dell’imprenditore, e alla data odierna si presenta così:
- 10% Per i contribuenti con punteggio ISA uguale o oltre 8;
- 12% Se il livello di affidabilità fiscale è compreso tra 6 e 8;
- 15% Per chi ha ottenuto un punteggio ISA minore a 6.
Per calcolare il reddito maggiorato si prende come riferimento – allo scadere del biennio – l’importo concordato inizialmente e il ricavato effettivo.
Questa aliquota viene applicata unicamente ed eccezionalmente nel caso in cui il reddito fosse superiore al ricavato presupposto e contenuto nel concordato preventivo biennale. In caso contrario si terrà in considerazione la normale aliquota per il regime in cui ci si trova.
Cause di esclusione
Con il nuovo decreto del CPB sono previste delle clausole di esclusione:
- I contribuenti che entrano nel regime forfettario nel primo anno d’imposta (oggetto di concordato preventivo biennale);
- L’anno precedente hanno ottenuto redditi esenti o non cumulabili alla base imponibile per una percentuale superiore del 40% del reddito proveniente da arti e professioni o esercizio di impresa;
- Per le imprese se le stesse sono state oggetto di conferimento, scissione o fusione.
Secondo il decreto del ministero dell’Economia è prevista una maggior flessibilità se sussistono eventi calamitosi dove la percentuale scende al 30% rispetto al precedente 50%.