L’articolo 97 della nostra Carta Costituzionale stabilisce che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si acceda, di norma, mediante concorso, salvo i casi eventualmente stabiliti dalla legge.

Per rendere questi processi 2.0 e adeguati ai tempi presenti è nato, nei mesi scorsi, InPA, il  Portale nazionale del reclutamento, con l’obiettivo di accelerare il percorso di modernizzazione e rinnovamento del Paese e nella realizzazione del nuovo sistema di reclutamento pubblico. Il progetto intende velocizzare, semplificare e digitalizzare i processi organizzativi delle procedure di reclutamento del personale nelle pubbliche amministrazioni per, tra le altre cose, ridurre i relativi costi economici e sociali.



Oggi, insomma, rispetto a certi luoghi comuni del passato candidarsi per un concorso pubblico è, certamente, più semplice. Sono state, infatti, archiviate le domande cartacee, le raccomandate e le file agli uffici postali e, dall’inizio di gennaio, addirittura con una App Mobile disponibile sia su Play Store che App Store.



Si è immaginato, insomma, un nuovo canale facile, sicuro, personalizzato e sempre a portata di mano, soprattutto delle nuove generazioni (ma non solo) per conoscere le opportunità di lavoro offerte dalle pubbliche amministrazioni, scegliere bandi e avvisi di proprio interesse e candidarsi direttamente sul proprio smartphone con pochi click.

I bandi di concorso e gli avvisi di ricerca di professionisti ed esperti pubblicati sulla piattaforma online inPA sono già più di 13 mila. A oggi, il Portale InPA raccoglie oltre 7 milioni di profili professionali ed estende il suo perimetro di ricerca persino alla platea dei 16 milioni di iscritti a LinkedIn Italia. Un numero che, in questa fase di incremento straordinario dei reclutamenti, sarà destinato a crescere ancora proprio grazie alla nuova app rilasciata nei giorni scorsi.



La modernizzazione di un Paese come il nostro, e della sua Pubblica amministrazione, passa, insomma, anche dalla capacità di cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per offrire servizi sempre al passo con i tempi.

Nello specifico questo strumento consentirà, almeno nell’idea dell’Esecutivo, alle amministrazioni di migliorare nel reclutamento delle competenze necessarie, oggi più che mai, ad affrontare e vincere le sfide cruciali che abbiamo di fronte.

Viene da chiedersi, tuttavia, se le amministrazioni, e il Paese nel suo complesso, siano in grado di rendere “sostenibili” e “strutturali” queste innovazioni. La trasformazione “digitale”, infatti, non può essere vissuta come un mero dato tecnologico, ma presuppone un cambiamento culturale profondo senza il quale il processo in corso rischia di rimanere, come altre volte in passato, solo sospeso a metà del guado.

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