Si allarga lo scandalo Concorsopoli della Regione Lazio. Altri concorsi sarebbero stati truccati da esponenti del Pd. Ieri mattina è finito agli arresti domiciliari il segretario provinciale dem di Latina, Claudio Moscardelli, già senatore e consigliere regionale. Stesso provvedimento per Claudio Rainone, dirigente dell’Asl pontina, che era stato colpito da un’altra ordinanza cautelare lo scorso 21 maggio. Entrambi sono accusati di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Polizia e Guardia di Finanza hanno eseguito le ordinanze cautelari in virtù dell’ordinanza firmata dal gip Giuseppe Cario in seguito alla richiesta dei pm Carlo Lasperanza e Valerio De Luca. Nel mirino il concorso pubblico per titoli ed esami per 23 posti a tempo indeterminato da collaboratore amministrativo categoria D, indetto da Asl di Frosinone, Latina e Viterbo in forma aggregata.



Stando a quanto riportato da Il Tempo, dalle indagini sono emerse irregolarità nella procedura. I candidati avrebbero addirittura scelto le domande a cui avrebbero dovuto rispondere il giorno dopo. Rainone, in quanto presidente della commissione del concorso, nei giorni precedenti alla prova orale avrebbe rivelato gli argomenti che sarebbero stati oggetto d’esame.



RIVELÒ DOMANDE IN CAMBIO DI UNA NOMINA

Durante le indagini sono stati identificati 6 candidati che avrebbero beneficiato di queste rivelazioni. Sono indagati a vario titolo dei reati di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio. Dai nuovi approfondimenti è emerso poi che due di questi candidati, il presidente del Consiglio comunale di Minturno Giuseppe Tomao e il figlio del presidente del Consiglio comunale di Gaeta Matteo Di Domenico sarebbero stati segnalati da un politico locale, il segretario provinciale del Pd Claudio Moscardelli, che si sarebbe impegnato con lo stesso dirigente dell’Asl di Latina a promuovere la di lui nomina a direttore amministrativo dell’Asl presso la Regione Lazio, attivandosi con l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato, ascoltato dai magistrati ed estraneo ai fatti, e con i consiglieri Pd eletti a Latina Enrico Maria Forte e Salvatore La Penna (entrambi non indagati). Ed è un incarico che effettivamente Rainone ha rivestito dal dicembre 2020 all’aprile 2021. Quindi, come riportato da Il Tempo, Rainone avrebbe rivelato ai candidati predetti gli argomenti che avrebbe proposto alla prova orale e avrebbe ritardato l’approvazione della graduatoria del concorso rispetto alla sua nomina di direttore amministrativo per individuare lui stesso i luoghi in cui i neo assunti avrebbero lavorato.



BECHIS “MELE MARCE? NO, SISTEMA COLLAUDATO”

Il concorso era finito nel mirino degli investigatori in quanto molti dei vincitori risultavano vicini ad esponenti locali del Pd, membri delle loro segreterie e in alcuni casi anche figli e parenti di consiglieri comunali di centrosinistra. Un caso simile a quello del Comune di Allumiere, dove le graduatorie furono “allungate”. I precedenti cominciano ad aumentare. «Qui non stiamo parlando di mele marce, come vengono chiamati in tutti i partiti quelli che ogni tanto vengono pizzicati con le mani nel sacco, e basta isolarli e dimenticarli per fare finta che non sia accaduto nulla, salvando la faccia del partito. Qui nel Lazio il vizietto rosso è un sistema oramai emerso in ogni provincia ed è ormai elemento costitutivo della presenza del Partito democratico nelle istituzioni», scrive Franco Bechis sulle colonne de Il Tempo. Il direttore del quotidiano si è rivolto direttamente al governatore Nicola Zingaretti: «Questo sistema che i suoi hanno messo in piedi qui nel Lazio, signor presidente Zingaretti, è il peggiore dei virus che possa esserci in un Paese. Altro che pensare al coronavirus: le carte di queste inchieste raccontano che siete voi Pd la peggiore delle pandemie». Ma c’è un vaccino efficace, scrive Bechis, cioè il voto. «Lo sapete benissimo, tanto che fate di tutto per non mettere mai a disposizione dei cittadini la sola cura possibile».