La logica “familistica” emersa dall’inchiesta “Università bandita” che ha fatto luce sui concorsi truccati all’Università di Catania emerge in tutta la sua forza dirompente con le parole pronunciate dal rettore sospeso, Francesco Basile, e oggetto di intercettazione. Come riportato da “Il Corriere della Sera”, il numero uno dell’ateneo etneo si esprimeva in questi termini:”Ne ho uno al giorno che viene per un problema di parentela o di… perché alla fine qua siamo tutti parenti l’Università nasce su una base cittadina abbastanza ristretta, una specie di élite culturale della città perché fino adesso sono sempre quelle le famiglie”. Dalle intercettazioni è emerso che il “sistema sommerso con a capo il rettore” si reggeva non sullo scambio di denaro o altro, ma sulla base di un rapporto di mutua assistenza per garantire il perpetuarsi della solita élite e delle solite famiglie. (agg. di Dario D’Angelo)
M5S, “SACCHE DI BARONATO”
Interviene anche il MoVimento 5 Stelle nell’inchiesta “Università bandita” che ha portato alla luce i concorsi truccati all’ateneo etneo. In una nota firmata dai deputati della commissione Cultura alla Camera Marco Bella, Alessandro Melicchio, Daniela Torto, i pentastellati hanno commentato:”L’inchiesta che oggi avrebbe fatto emergere ben 27 concorsi truccati all’Università di Catania e in numerosi altri atenei del Paese conferma che esistono ancora ampie sacche di baronato e soggetti capaci di adattare le attuali norme sul reclutamento ai propri interessi personali. Da qui la necessità di un ripensamento radicale del sistema, con un concorso nazionale come quello che ci accingiamo ad esaminare alla Camera. Alla questione della trasparenza dei concorsi ha dedicato fin da subito forte attenzione il nostro viceministro Lorenzo Fioramonti, che a breve porterà a termine la firma della convenzione tra il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca e l’Autorità nazionale Anticorruzione per potenziare l’operatività dell’osservatorio sui concorsi universitari da lui fortemente voluto”. I grillini concludono:”Il MoVimento 5 Stelle sostiene da tempo che per tutelare le eccellenze del mondo accademico italiano e i tanti docenti e aspiranti tali che puntano esclusivamente sulle loro capacità, ci sia bisogno di introdurre procedure di reclutamento trasparenti in grado di assicurare che sia effettivamente ed esclusivamente il merito il criterio su cui si basano i concorsi universitari”. (agg. di Dario D’Angelo)
CONCORSI TRUCCATI, LE PUNIZIONI PER CHI SI OPPONEVA AL SISTEMA
Non usa mezzi termini Carmelo Zuccaro, procuratore di Catania, per definire la realtà dei concorsi truccati emersa dall’operazione ‘Università bandita”:”Un sistema squallido. Provo molta tristezza”. I 10 docenti destinatari del provvedimento di sospensione sono tutti professori con posizioni apicali all’interno dei Dipartimenti dell’università etnea ma gli indagati coinvolti nell’inchiesta, per cui il gip ha riconosciuto gravi indizi di colpevolezza, sono in tutto 40 e anche di altri atenei. Secondo gli inquirenti era in vigore un vero e proprio “codice di comportamento sommerso”: nessuno spazio poteva essere lasciato a selezioni meritocratiche, né veniva consentita la presentazione di un ricorso amministrativo che non fosse in linea le decisioni degli organi statutari. Le regole del codice avevano un preciso apparato sanzionatorio, al punto che – nota La Sicilia – le violazioni venivano punite con ritardi nell’avanzamento di carriera e esclusioni da ogni qualsivoglia tipo di valutazione oggettiva del proprio curriculum scientifico. (agg. di Dario D’Angelo)
CONCORSI TRUCCATI UNIVERSITA’ CATANIA: “METODI PARAMAFIOSI”
Sono dieci i professori dell’università di Catania sospesi dal loro esercizio, fra cui anche il rettore Francesco Basile, accusati di aver truccato dei concorsi. Come specificato poco fa dai colleghi del Corriere della Sera, la procura della repubblica etnea aveva chiesto nei confronti dei dieci l’arresto, ma la disposizione è stata respinta dal giudice delle indagini preliminari che ha invece accolto solo la domanda di sospensione. Le accuse nei confronti del gruppo sono comunque gravissime, leggasi associazione per delinquere, corruzione e turbativa d’asta. Nella conferenza stampa tenutasi poco fa in procura, i pm della procura hanno parlato di «metodi paramafiosi», un sistema ben collaudato per assegnare le cattedre alle persone già prescelte dal gruppo «a prescindere – le parole del procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro – dai reali meriti e competenze». L’operazione denominata “Università bandita”, ha riguardato 40 prof e svariati atenei d’Italia «Gli esisti dei concorsi erano predeterminati dai docenti interessati, nessuno spazio era lasciato a selezioni meritocratiche e nessun ricorso amministrativo poteva essere presentato contro le decisioni degli organi statutari». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONCORSI TRUCCATI UNIVERSITÀ CATANIA: SOSPESO IL RETTORE
Il rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile, è stato sospeso insieme ad altri nove alti docenti dell’ateneo siciliano, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e alla turbativa d’asta. Obiettivo, secondo l’accusa, truccare i concorsi pubblici dell’Università, e di conseguenza il loro esercizio presso il pubblico ufficio è stato sospeso. La misura, sottolinea l’edizione Palermo di Repubblica, è stata firmata dal giudice per le indagini preliminari, su delega della Procura di Catania, ed è stata eseguita dalla Polizia di Stato. Fra i novi professori indagati, sempre in base a quanto scritto dai colleghi di Repubblica, vi sarebbero anche l’ex rettore Francesco Pignataro, Giuseppe Sessa (Medicina), Filippo Drago (Medicina), Carmelo Monaco (Agraria), e Giancarlo Magnano di San Lio (Filosofia). Agli indagati (in totale sono 41 in tutta Italia), sono state perquisite le loro abitazioni e sequestrati i loro cellulari. Inoltre gli stessi sono giunti stamane in questura per la notifica del provvedimento. Basile è rettore dell’ateneo etneo dal 2017, e da marzo del 2013 è stato presidente della Scuola “Facoltà di Medicina”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONCORSI TRUCCATI ALL’UNIVERSITÀ DI CATANIA
Rischia di divenire uno dei più grandi scandali degli ultimi anni riguardanti l’istruzione pubblica, quanto scoperto dalle forze dell’ordine presso l’università di Catania. Come riferito in questi ultimi minuti dai principali quotidiani online, a cominciare dai colleghi di Repubblica, la polizia etnea, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza applicativa della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio, al rettore dello stesso ateneo catanese nonché a nove docenti, le cui posizioni erano apicali nei vari dipartimenti, con le accuse molto gravi, di, a vario titolo, associazione a delinquere, corruzione, turbativa d’asta e altro. La misura cautelare è stata eseguita stamane all’alba, a seguito di un blitz delle forze dell’ordine che nel contempo stanno eseguendo ben 41 perquisizioni nei confronti di ulteriori persone indagate e ritenute invischiate in qualche modo nel malaffare.
CONCORSI TRUCCATI PRESSO L’UNIVERSITÀ DI CATANIA
Nel dettagli sarebbero coinvolti ben 40 professori di diverse università italiane, da nord a sud, leggasi Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia, e infine, Verona. L’operazione delle forze dell’ordine, denominata “Universita Bandita”, ha permesso l’accertamento di ben 27 concorsi truccati, di cui 17 per il ruolo di professore ordinario, 4 per quello di professore associato, e infine sei per quello di ricercatori. Alle ore 10:00 di stamane si terrà una conferenza stampa convocata presso la sala stampa della procura di Catania, alla presenza del procuratore capo e di altri elementi di spicco delle forze dell’ordine, in cui saranno forniti ulteriori dettagli sulla vicenda. L’università di Catania è tra l’altro al centro di un lungo contenzioso giudiziario sempre riguardante un concorso “truccato”, precisamente di “ricercatore universitario a tempo indeterminato di storia contemporanea”, risalente al 2011: l’ateneo ha sempre rimandato al mittente con forza ogni accusa, ritenendo in più occasioni di aver agito in maniera totalmente corretta e trasparente.