L’accordo non si trova e il concorso scuola rischia sempre di più: da giorni ormai le delegazioni del Governo al Miur provano a dirimere un accordo di massima per inserire le norme chiare nel nuovo Decreto Scuola, ma i tempi stringono e quella “tregua” ancora non è stata raggiunta. L’aula del Senato dovrà votare martedì 26 maggio il testo varato in aprile, mentre la Camera, convocata per il giorno 29, dovrà concludere l’iter improrogabilmente nel giro di una settimana: nel mezzo, l’accordo che non si trova per le tensioni tra l’area M5s che fa capo al Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina e la corrente Pd che con la viceministra Anna Ascani non accetta alcuni punti chiave contenuti nel Decreto. Le norme che regolano il concorso straordinario – che permetterà a 32 mila supplenti precari con almeno tre anni di anzianità, di avere una cattedra di ruolo – sono contenute nel decreto del 7 aprile e con la scadenza agli sgoccioli si tenta una mediazione: l’esame previsto per i precari è unico con un quiz di 80 domande.
La ministra Azzolina immagina si possa tenere tra luglio e agosto ma dal Pd e da buona parte del Governo questa norma viene vista ancora come “troppo complessa”, chiedendo invece che si arrivi ad una “mezza sanatoria” che trasformi il concorso in una sostanziale graduatoria per titoli. Lega e FdI sarebbero d’accordo con la proposta fatta da Pd e Leu in merito, ma finora M5s e Azzolina hanno ribadito la loro contrarierà con il risultato è che da mesi ancora si attende una via libera al maxi-concorso di cui c’è tutto ormai (bandi e dettagli) ma manca solo la decisiva data della prova. Nell’ultimo Decreto Rilancio il Governo Conte ha cercato di trovare una “mediazione” aumentando i numeri dei posti in palio nel concorso, da 24mila fino a 32 mila, ma lo scontro non è si placato e ancora ieri nel vertice del Miur non si è trovato un punto in comune. Come ben spiega il Corriere della Sera, entro il 7 giugno infatti deve essere approvato definitivamente e il tempo dunque stringe «specie se si considera che oltre alle norme dei concorsi, il decreto è la cornice legislativa per la Maturità di quest’anno».
LA MEDIAZIONE SUL CONCORSO SCUOLA
Prima dell’ultima commissione andata a vuoto, la Ministra Miur ha proposto di mettere una clausola di emergenza nella legge per cui, nel caso di riemergere di altri contagi da coronavirus, i 32 mila docenti vengano comunque assunti a tempo determinato per l’anno prossimo, rinviando la prova alla prima data utile. Leu – e in particolare il suo sottosegretario De Cristoforo, molto vicino ai sindacati e anti-concorso – si è opposto alla norma e così è tornato il caos nel Governo a pochissimi giorni dall’approvazione del Dl Scuola. «Il Pd vuol far saltare il decreto», attaccano i M5s in una nota all’Adnkronos, cui però rispondono i dem «Qui nessuno vuol far saltare il decreto. Piuttosto stiamo cercando una mediazione». La mediazione alla fine dovrebbe convergere sulla proposta della Azzolina sul concorso a titoli laddove sia impossibile la prova scritta ma tra le diverse tensioni interne al Governo un retroscena vede a rischio proprio il ruolo della titolare Miur davanti ad un possibile prossimo rimpasto di Governo.
CAOS GOVERNO-MIUR, I TEMPI STRINGONO
Insomma, il caos è totale e a rimetterci potrebbero essere ancora i precari del mondo scuola: «Diversamente da quanto previsto, domani il Senato non approverà il Decreto scuola. La ministra Azzolina immagina un concorso a quiz, noi e altri, causa l’emergenza sanitaria, siamo contrari. Con le disposizioni di legge in vigore è assolutamente impossibile. Se ci si ostina a seguire questa strada, le scuole riapriranno in settembre nel caos. La cosa peggiore dopo mesi di chiusura. I socialisti faranno la loro parte, voglio sperare in buona compagnia», è la dura nota del senatore Psi Riccardo Nencini, facente parte del Governo, in merito al prossimo Dl Scuola. «La gestione del rientro a scuola a settembre comporterà ingenti costi di organizzazione e le scorse settimane ci hanno mostrato l’importanza di aumentare la digitalizzazione dei nostri istituti e della nostra didattica: proprio a questo fine stanziamo 1 miliardo e 450 milioni di euro in due anni a beneficio della scuola», ha spiegato invece il Premier Conte oggi nell’informativa in Parlamento, non citando però alcun passaggio in merito al discorso Concorso Scuola.