Traballa vistosamente l’accordo raggiunto all’interno della maggioranza lo scorso 24 maggio sul concorso scuola, con tanto di comunicato di Palazzo Chigi, con cui si dava il via all’aggiornamento delle graduatorie provinciali che forniranno i docenti precari per il prossimo anno. Secondo quanto riportato da AdnKronos, infatti, dubbi sulla riformulazione dell’emendamento precari e concorso per docenti sarebbero emersi tra Pd, Leu e Misto. La questione dovrebbe essere affrontata in commissione al Senato nella giornata di oggi e – stando agli ultimi rumours – non è da escludere che la discussione sfoci in nuove tensioni all’interno della maggioranza sul nodo che nelle ultime settimane ha creato già non poche polemiche. Secondo l’intesa fin qui raggiunta, oltre all’aggiornamento delle graduatorie provinciali, contemporaneamente si avvierà un concorso a cattedra riservato ai docenti precari con 36 mesi di servizio in autunno, in modo da stabilizzarli sui posti vacanti.
CONCORSO SCUOLA, TENSIONI NELLA MAGGIORANZA
L’accordo, come riportato da La Repubblica, oltre a fare storcere il naso al mondo della scuola, non piace neanche ai sindacati. Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil, ha dichiarato: “Ci troveremo di fronte a una nuova stagione con oltre duecentomila cattedre scoperte, l’avvicendamento di supplenti, nuove difficoltà per famiglie e alunni. L’accordo raggiunto non snellisce la procedura perché sostituisce il quiz a crocette all’ingresso con una prova scritta all’uscita a cui poi seguiranno formazione e prova orale selettiva. Il risultato è che i tempi del concorso si allungheranno quando il Paese ha bisogno di un sistema che sia davvero in grado di recuperare il debito maturato nei confronti degli studenti. Senza tutti i docenti in cattedra a settembre, l’avvio scolastico sarà in salita”. I sindacati, con un comunicato unitario, chiedono che dal 1 settembre venga assunto tutto il personale necessario, senza aspettare l’autunno per il concorso. La questione relativa ai precari con 36 mesi di servizio pare dunque riaprirsi: c’è tempo per trovare la quadra sull’emendamento fino al 7 giugno, quando dovrà essere varato il decreto scuola.