Il concorso straordinario insegnanti 2020 è confermato per il 22 ottobre, quindi per ora si va avanti, ma è comunque ritenuto a rischio. Se i contagi dovessero aumentare ancora e il governo dovesse introdurre misure più stringenti, il concorso che ha raccolto 64mila domande per 32mila cattedre potrebbe essere rinviato, come peraltro sta accadendo per altre assunzioni nella pubblica amministrazione. In palio ci sono 5.669 posti, 4.069 per le scuole medie e 1.600 per le superiori. È stato messo a punto un protocollo ad hoc, ma per il distanziamento non dovrebbero esserci problemi anche per via della penuria di candidati. Gli insegnanti di sostegno che in tutto hanno presentato domande sono 2.745, pari alla metà dei posti a disposizione. In Lombardia su 1.680 cattedre a concorso ci sono solo 361 candidati. Situazione allarmante alle medie: ci sono 261 candidati per 1.259 posti. Situazione simile in Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio. Fanno eccezione, come riportato dal Corriere della Sera, Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria.



PERCHÉ CONCORSO STRAORDINARIO INSEGNANTI 2020 POTREBBE ESSERE A RISCHIO

Va un po’ meglio per il concorso straordinario insegnanti 2020 alle superiori, ma al Nord è un disastro: in Veneto ci sono 52 candidati per 264 posti, 68 su 287 in Piemonte, 100 per 421 in Lombardia. La mancanza poi di candidati per quanto riguarda il sostegno è cronica, infatti da anni si procede per deroghe ripetute, permettendo che professori non specializzati ricoprano il ruolo. A peggiorare la situazione anche la distribuzione disomogenea dei posti in palio per i corsi di specializzazione. La maggior parte dei posti è concentrata al Sud, ma il fabbisogno è soprattutto al Nord. C’è poi un’altra questione spinosa, quella dei ricorsi. Quest’anno saranno probabilmente di più per coloro che rischiano di non poter partecipare alla prova scritta in quanto in isolamento per il Covid o anche solo per un raffreddore. Come riportato dal Corriere della Sera, ci sono studi specializzati che raccomandano di mettere in mora il ministero inviando la comunicazione della propria impossibilità all’Usr. In caso di mancata risposta, suggeriscono di ricorrere per via giudiziaria.

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