E’ stato condannato all’ergastolo Muhammad Riaz, il pakistano che il 24 febbraio del 2018 uccise la figlia 19enne, la povera Azka, dopo averla violentata e dopo aver maltrattato la sorella minore e i suoi fratelli. Peccato però che alla sentenza del giudice presso il tribunale di Ancona, lo stesso Riaz abbia inveito contro la corte gridando “Italia paese di fascisti! Non è vero niente, non ho fatto niente!”. Muhammad Riaz ha pianto davanti ai giudici, respingendo al mittente ogni accusa, ma è passato dalle lacrime alle urla quando la corte di assise di appello ha confermato la precedente condanna.



Azka fu trovata tre anni fa senza vita sulla strada a Trodica di Morrovalle, in provincia di Macerata, dopo un investimento da parte di un’auto. Un caso che divenne subito sospetto e che indusse i carabinieri della compagnia locale ad approfondire meglio la questione. La ragazza, infatti, doveva essere sentita qualche giorno dopo per delle presunte violenze sessuali subite dal padre, ed in seguito si è scoperto che era stato lo stesso genitore a posizione il corpo della figlia 19enne in mezzo alla strada, facendo in modo che sembrasse un investimento.



“ITALIA PAESE DI FASCISTI”. LE URLA IN TRIBUNALE DEL CONDANNATO

L’imputato aveva sempre rimandato ogni accusa al mittente, proferendosi innocente, e la difesa ha sostenuto che la giovane fosse scesa dall’auto per un guasto, per essere poi stata investita da un veicolo che passava in quegli istanti. Ma i giudici non gli hanno creduto e ieri è giunta la seconda condanna all’ergastolo, confermando la pena a vita per la seconda volta nel giro di pochi mesi. A questo punto bisognerà capire se Riaz ricorrerà o meno in Cassazione, intanto è giunto il commento indignato del leader della Lega, Matteo Salvini, che attraverso la propria pagina Instagram ha scritto: “Condannato all’ergastolo per omicidio della figlia di 19 anni, violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia verso gli altri tre figli, tutti minorenni, questo “signore” urla in Tribunale contro gli italiani “razzisti e fascisti”. Disgustoso, vigliacco fino alla fine. Una preghiera per la povera Azka”.

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