In molti hanno ironizzato sulla frase del premier Mario Draghi sull’alternativa tra la pace e il condizionatore acceso, così come polemiche. Ma il tema è serio, anzi drammatico, infatti a Palazzo Chigi si lavora da un lato per scongiurare gli effetti della crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina, dall’altro per tagliare il gas russo, con cui di fatto si finanzia il conflitto. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, il presidente del Consiglio concorda con il segretario del Pd, Enrico Letta, secondo cui bisogna smetterla di pagare la Russia.
Visto che l’Italia deve essere pronta a fare la sua parte, Mario Draghi avrebbe maturato la convinzione di dover preparare i cittadini allo scenario peggiore. Un piano operativo di razionamenti non c’è, in quanto non siamo ancora in fase di allerta, ma si ragiona concretamente su una stretta. Non pronuncia la parola austerity, anzi allontana lo spettro dei razionamenti, ma c’è la preoccupazione. Per questo accelera sulle energie rinnovabili, annunciando l’intenzione di voler sbloccare già nel prossimo Cdm le autorizzazioni alle nuove installazioni. Un segnale di risparmio arriva pure dalla Camera.
DECRETO BOLLETTE: COSA CAMBIA NEGLI UFFICI PUBBLICI
In commissione Ambiente e attività produttive è stato approvato un emendamento del Movimento 5 Stelle al decreto bollette che impone una stretta su termosifoni e condizionatori delle pubbliche amministrazioni. Quindi, dall’1 maggio al 31 marzo 2023 la media ponderata della temperatura in tutti gli edifici pubblici non dovrà superare i 19 gradi più 2 di tolleranza. In estate, invece, non dovrà essere inferiore ai 27 gradi, con 2 di tolleranza. Secondo il Corriere, il ministro Renato Brunetta non ne era stato informato, ma è comunque favorevole “in un’ottica di responsabilità“.
In altri casi, più che di risparmio si può parlare di emergenza. Con il maxi rincaro dell’energia, infatti, i comuni rischiano di dover aumentare le tasse locali o spegnere le illuminazioni. A lanciare l’allarme è Matteo Ricci, presidente della lega delle autonomie locali (Ali) e coordinatore dei sindaci del Pd. “Il parere negativo del Mef all’utilizzo dell’avanzo di bilancio per far fronte alla crisi energetica è una scelta incomprensibile. Draghi intervenga subito“, ha dichiarato, come riportato da Repubblica.