Dall’Unione Europea è arrivata una nuova stretta nell’ambito del Green Deal che, questa volta, prende di mira i condizionatori. Per l’obiettivo di ridurre a zero le emissioni europee entro la data limite del 2050 sembra che non bastino più le auto e le case inquinanti, ma anche i sistemi per riscaldare o raffreddare gli ambienti, andando a colpire quello tutti gli impianti che utilizzano gli idrofluorocarburi, noti anche come F-Gas.
Il nuovo limite europeo, infatti, non colpirà solamente i condizionatori propriamente intesi, ma anche le pompe di calore, gli impianti di refrigerazione stazionari e quelli in movimento, utilizzati tanto dalle abitazioni domestiche, quanto dagli uffici e dalle attività commerciali (nell’ultimo caso, per esempio, i supermercati). La data limite per sostituire i vecchi impianti inquinanti che utilizzano F-Gas è il 2024, e nel testo si prevede anche l’obbligo di non fornire più assistenza agli impianti non sostituiti. In merito allo stop ai condizionatori, però, sono subito insorti alcuni paesi europei, tra cui l’Italia.
Condizionatori: l’Italia chiede uno stop alla stretta green
L’opposizione alla stretta sui condizionatori da parte dell’Italia, racconta Il Messaggero, muoverebbe soprattutto dal punto di vista del fatto che gli impianti che usano F-Gas in Italia sono circa l’80% del totale. A livello economico, il settore produttivo contribuisce allo 0,5% del Pil complessivo, pari a 8 miliardi di euro, ed occupa ben 140 mila persone, che di fatto si troverebbero senza lavoro, oppure costretti a corsi di aggiornamento, probabilmente costosi per i datori lavorativi.
Secondo le varie sigle sindacali del settore climatizzatori, Applia, Area Ehpa e Epee, i divieti europei “non tengono conto delle varie applicazioni” e “non danno sufficiente tempo per la formazione dei tecnici”, fissando la data limite al 2024. Similmente, anche Confindustria ha chiesto “limiti più realistici”, sottolineando che le stesse norme europee prevedono una predilezione all’uso di pompe di calore per il riscaldamento domestico. Sui condizionatori si è espresso anche Tommaso Foti, sostenendo che “pur contenendo obiettivi ambientali pienamente condivisibili, la proposta produrrà effetti dannosi, finendo per danneggiare la filiera nazionale. Il testo causerà l’uscita dal mercato della maggior parte degli impianti attualmente in commercio, rendendo se non proprio impossibili, di certo molto complicate anche le riparazioni”.