Una sanatoria per sistemare quelle difformità interne alle unità immobiliari che spesso diventano un problema quando si vuole vendere un appartamento o si deve ereditarlo. A questo servirebbe il decreto-legge, la norma salva-case, che a breve dovrebbe permettere ai proprietari delle case di risolvere una volta per tutte quei piccoli problemi che, però, in circostanze particolari possono diventare ostacoli insormontabili, appunto, per concludere una cessione. L’idea è del ministero che fa capo a Matteo Salvini, ma ha incontrato il parere positivo di diversi operatori del settore edilizio, che sanno quanto siano diffuse questioni del genere nelle case degli italiani.



“Per come ce lo hanno presentato,” dice Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, “è un provvedimento condivisibile che viene incontro alle esigenze di molti”. Secondo dati dell’Ordine degli ingegneri, fatti propri dal ministero, si tratta di un intervento che riguarderebbe quattro case su cinque. Una iniziativa che comunque, per come è stata prospettata, sembra lontana da un condono, e che è orientata a risolvere questioni molto comuni, riscontrabili nelle case di tutti.



Presidente, qual è l’obiettivo del provvedimento “salva-case” e a quali esigenze va incontro?

Al di là del nome che si vuole dare al provvedimento salva-case, bisognerà vedere come sarà il testo. Comunque, ci hanno illustrato a grandi linee qual è l’intenzione: si vogliono regolarizzare delle difformità edilizie interne alle abitazioni. Se sarà così, non vedo proprio nulla di scandaloso. Per questo abbiamo dato un giudizio positivo. Non a caso, un intervento del genere è stato sollecitato anche da soggetti terzi, come ingegneri, architetti, agenti immobiliari (e penso che potrebbero farlo anche i notai), che sono a conoscenza di come, in fase di compravendita di un immobile, si possano scoprire magagne, magari risalenti a molti anni prima, che si fatica a risolvere, compromettendo la conclusione dell’affare. Per quello che abbiamo visto finora, quindi, ne guadagnerebbero le compravendite immobiliari e anche qualche caso di eredità problematica.



Quali possono essere le difformità edilizie da sanare?

Possono essere planimetrie non fedeli alla realtà, porte e finestre collocate un metro più in là di quanto è stato segnato, una stanza più larga; cose simili, senza riferimento a muri maestri e a locali ricavati indebitamente. Il provvedimento potrebbe riguardare anche qualche soppalco. Andranno lette le norme definitive, ma potrebbero essere queste le situazioni comprese nelle nuove disposizioni.

La necessità di sanare questi problemi è un’esigenza che vi è stata rappresentata anche dai vostri associati?

Sì, è un’esigenza diffusa. C’è la necessità di risolverli. Tra l’altro, sarebbero esclusi immobili di valore storico-artistico, vincolati, oppure si chiederebbe comunque il parere di organi vigilanti, tipo la Soprintendenza. Sono state prospettate, insomma, tutte le tutele del caso. È un provvedimento che può venire incontro alle esigenze della gente comune, dei piccoli proprietari. Se emergesse un testo che dà adito ad altro, le associazioni e l’opposizione potrebbero contrastare il provvedimento, ma al momento non ci sarebbe motivo.

Si parla di una decisione che riguarderebbe addirittura l’80% del nostro patrimonio immobiliare. Una stima esagerata?

È un dato che è stato attribuito dal ministero ad uno studio dell’Ordine degli ingegneri dal quale emerge questa stima.

Questa sanatoria non ha niente a che vedere con un condono?

Non mi affezionerei troppo alle parole, ma non è un condono per salvare chi tre anni fa si è realizzato una camera in più. Parliamo di attività interna. Credo che ci saranno anche dei paletti temporali, molte cose saranno escluse perché successive a una certa data. Dovrebbero essere esclusi, insomma, problemi che non riguardano situazioni interne, interventi rilevanti o aspetti rischiosi per la sicurezza.

Come mai c’è questa situazione diffusa di piccole irregolarità? Non ci sono strumenti per sistemarle senza dover per forza varare nuove regole?

Qualche cosa si può risolvere, altre no. Anzi, sono poche le situazioni che si possono risolvere con la normativa attuale. C’erano vari disegni di legge in parlamento su diverse questioni, compresa quella della cosiddetta doppia conformità. Se ne è parlato molto in sede di superbonus perché quando si è trattato di realizzare gli interventi a volte emergevano delle magagne che avrebbero dovuto essere sistemate. In questa occasione si è risolto tutto dicendo che il problema poteva essere superato solo ai fini dell’applicazione del superbonus.

Non è stata solo Confedilizia a esprimersi favorevolmente sulla norma salva-case?

Costruttori, agenti immobiliari, ingegneri e architetti si sono espressi a favore.

Sono stati indicati dei tempi per l’entrata in vigore delle nuove normesalva-case?

Il ministro Salvini ha parlato di decreto-legge imminente, quindi credo che si parli di pochi giorni o di poche settimane. Perché poi ha annunciato anche un disegno di legge sulla revisione del testo unico dell’edilizia. Ma si tratta di un’altra questione, più complessa.

(Paolo Rossetti)

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