Si è tenuto nella giornata di oggi – lunedì 13 maggio 2024 – l’incontro tra la presidente uscente dell’Unione Europa Ursula von der Leyen, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e gli esponenti (tra cui il presidente Massimiliano Giansanti) di Confagricoltura: la cornice dell’incontro, non a caso, è stato proprio il Palazzo della Valle romano, storica sede della Confedgrerazione agricola. Un confronto definito “come sempre importante” da Giansanti e che è ruotato tutto attorno al “supporto [che le] istituzioni europee” possono dare per “riportare l’agricoltura al centro di un dibattito strategico per il futuro dell’Unione” guardando soprattutto al tema della riforma della PAC, da tempo nei programmi di Confagricoltura ed approvata oggi in via definitiva dalla Commissione UE.
“Un grande risultato per le imprese agricole”, aveva commentato sempre Giansanti dopo il voto di oggi, “che imprime un’accelerazione importante verso un’incisiva semplificazione, riducendo i vincoli all’attività produttiva” e che è stato raggiunto proprio grazie alla spinta del Governo italiano e delle proposte che Confagricoltura aveva presentato già lo scorso febbraio – nuovamente non a caso – durante un’Assemblea straordinaria tenutasi a Bruxelles.
Massimiliano Giansanti (Confagricoltura): “Una nuova PAC ridarà vigore al mercato agricolo europeo”
Tuttavia, come aveva ricordato il presidente di Confagricoltura già nel corso del pomeriggio, la prima (forse timida) revisione della PAC votata oggi richiederà ancora un gran lavoro da parte delle istituzioni e di una Europa in cui non è mai stato importante “come in questo momento restare uniti”. Infatti, secondo Giansanti il mercato internazionale si trova davanti a “sfide consistenti”, citando per esempio il caso degli States che “danno priorità alla propria sicurezza”; della Russia che sfrutta “le derrate alimenti come strumenti di pressione politica” ed – ovviamente – la Cina che “accumula scorte di grano e mais pari a circa la metà degli stoccaggi” globali.
In questo contesto, insiste il presidente di Confindustria, la risposta migliore “è rafforzare il ruolo dell’UE, mutuando una nuova visione” dell’Alleanza che passa necessariamente anche da “una profonda revisione della PAC” che punti a tre obiettivi: “Incrementare la produttività, la competitività e la stabilità dei redditi degli agricoltori”. E proprio guardando a chi con la terra ci lavora tutti i giorni, Giansanti si ricollega al tema del Green Deal proponendoli come “ambasciatori dell’ambiente” che aiutino a “costruire un nuovo modello di agricoltura che tuteli la sicurezza alimentare e la salute del pianeta”.