Sarà un vertice molto “teso” quello che attende domani il Governo con gli enti locali: la Conferenza delle Regioni conclusasi nel tardo pomeriggio sentenzia due principali punti di criticità sul prossimo Dpcm “Natale”. In primis, i territori chiedono la riapertura dei confini regionali per poter consentire i trasferimenti da una zona gialla all’altra anche durante i giorni di Natale, Capodanno ed Epifania: in secondo luogo, lo scontro si prevede sul tema delle vacanze in montagna, dato che le Regioni si dicono concordi sulla proposta dei territori alpini di concedere skipass per chi pernotta in seconde case o in alberghi (con prenotazione). In alternativa, spiegano i Presidenti di Regione, «chiudiamo in confini nazionali»: il tavolo verrà riaggiornato domani mattina con i Ministri Speranza e Boccia, ma si preannuncia per l’appunto infuocato per la netta posizione avanzata dai Governatori nella Conferenza di questo pomeriggio. «Domani chiederemo al governo di aprire gli impianti sciistici per i soli ospiti delle seconde case, degli alberghi e degli affittacamere. O, se questo non fosse possibile, chiudere i confini del Paese, per evitare che gli italiani vadano a sciare dove gli impianti sono aperti. Non vorremmo subire il danno e la beffa di tenere chiuso il nostro arco alpino e vedere persone andare altrove a fare vacanze e magare importare in Italia il contagio», sottolinea ancora Toti al termine della video riunione. Al netto di cosa sarà consentito e vietato nel Dpcm del Governo, come Regioni richiedono che «il principio del divieto di assembramento debba essere il principio cardine per un criterio di equità. Risulta secondo le Regioni poco convincente che in alcune attività si possa creare anche un involontario assembramento, e il riferimento è alle foto apparse sui quotidiani circa le principali vie dello shopping». Da ultimo. le Regioni ribadiscono l’urgenza del semplificare e chiarire le regole anti-Covid dei prossimi mesi: «serve qualificare il processo decisionale, cioè sapere come vengono interpretati i parametri, quanto pesano nel processo decisionale e farne parte. Occorre accorciare i tempi, fare più attuali le decisioni e accorciare anche il meccanismo di uscita dalla zona rossa ad arancione o da arancione a gialla, che nell’attuale Dpcm attiene almeno 21 giorni di calendario – ha concluso il vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti – Riteniamo si possano fare dei passaggi in modo più rapido».



REGIONI-DPCM: LE PROSSIME TAPPE

Nel pomeriggio le Regioni dovranno tirare le somme sulle diverse proposte da portare domani sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni prevista per domani mattina con il Ministro della Salute Roberto Speranza: lo ha anticipato oggi il titolare degli Affari Regionali a Rai News24, Francesco Boccia, aggiungendo «poi si va in Parlamento (il 2 dicembre, ndr), ci sarà un confronto parlamentare e poi il presidente Conte tirerà le somme». Il piano del Governo è di arrivare a presentare alla nazione il nuovo Dpcm “Natale” tra il 2 e il 3 dicembre così da avere le nuove regole in vigore da venerdì 4 dicembre 2020. Restano fermi i temi “cruciali” che le Regioni dovranno valutare, gli stessi di fatto individuati dal piano europeo pronto ad essere varato dalla Commissione Ue in vista delle vacanze invernali: scuola, zone rosse, sci e feste/cene. «La linea delle Regioni uscirà da una riunione convocata oggi pomeriggio in vista del confronto con il Governo che si inizierà domani mattina. Le Regioni esprimono una posizione di gran buonsenso, come hanno fatto fino a oggi. Nessuno vuole regioni che si aprano, gente che fa i trenini e che balla ai veglioni», ha spiegato a Coffee Break su La7 il vicepresidente della Conferenza, Giovanni Toti. Il n.1 della Liguria chiede al Governo di «tenere conto della situazione dei singoli territori e di darci regole per un Natale che non e’ un periodo normale. Vale molto per i riti religiosi, socialmente per le famiglie che riuniscono, vale moltissimo economicamente». Per Toti, nessuno ad oggi chiede di andare «allo sbaraglio», bensì «crediamo che si possano tenere presenti tutte le esigenze di questo momento delicato. Dobbiamo stare molto attenti ai riti di Natale. Certe code e certi assembramenti sono, forse, più pericolosi di altre cose che vietiamo o limitiamo, come i ristoranti».



NUOVA CONFERENZA DELLE REGIONI

Oggi alle ore 17 il vicepresidente Giovanni Toti ha convocato d’urgenza una Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria: v’è un solo punto all’ordine del giorno, ovvero la discussione delle proposte di carattere sanitario, sociale, economico e organizzativo da adottare con il prossimo Dpcm ‘Natale’ in uscita tra il 3 e il 4 dicembre prossimo. Tra martedì e mercoledì il Governo dovrà poi fare il punto finale, sentite le Regioni (in un probabile confronto in videoconferenza) e il Comitato Tecnico Scientifico, prima di varare il nuovo Decreto di Palazzo Chigi con cui normare le prossime festività di Natale. «Non sarà un liberi tutti», ripetono da giorni gli scienziati del Cts e i Ministri più “rigoristi” come Speranza, Boccia e Franceschini: per questo motivo, il Dpcm sarà un tentativo – ennesimo – di trovare compromessi tanto internamente al Governo quanto tra esecutivo e Regioni. I nodi restano tanti, ma è sugli spostamenti fuori dalle Regioni che si consumeranno probabilmente le tensioni maggiori: le anticipazioni del weekend da Palazzo Chigi hanno posto in essere la possibilità di un’Italia “zona gialla” tra il 4 e il 19 dicembre, con restrizioni che invece ritornerebbero a ridosso del Natale e fino al 4 gennaio almeno. Ok a spostamenti fuori da Regioni e Comuni dopo il 19 dicembre solo per comprovate esigenze (lavoro, salute e necessità) o per ricongiungimenti parentali ma solo tra congiunti “stretti” o studenti fuori sede. «Chi ha intenzione di andare nella seconda casa in fascia gialla può farlo prima del blocco. Chi vuole trascorrere le festività in albergo può farlo se la struttura si trova nella stessa Regione anche nelle località dove gli impianti sciistici sono chiusi. Rimane da stabilire se concedere qualche deroga, ad esempio la possibilità di andare da un parente che vive da solo», spiegava ieri la “fonte” di Sarzanini-Guerzoni sul Corriere della Sera.



I NODI DEL NUOVO DPCM

Sarà molto stringente la possibilità invece di uscire dai confini nazionali, specie verso i Paesi che non sembrano intenzionato ad imporre chiusure imponenti su impianti da sci e località di montagna (Svizzera, Austria e Slovenia): il Governo medita nel nuovo Dpcm “Natale” di imporre quarantena una volta di ritorno dall’Italia da questi Paesi. Sul tavolo della Conferenza delle Regioni si discuterà anche di coprifuoco, altro tema piuttosto delicato sull’asse Roma-territori: il divieto di circolare sarà attivo sempre anche a Natale e Capodanno, senza deroghe, tra le 22 e le ore 6 mentre su bar e ristoranti saranno aperti ovunque ma solo prima delle 18 (chiusi invece del tutto a Natale, Santo Stefano e forse anche Capodanno). Ci saranno raccomandazioni ma non divieti sugli incontri in casa, mentre lo shopping sarà esteso e consentito anche fino alle ore 22 per permettere le attività di compere a ridosso delle Feste. Ultimo, ma non meno importante, il “nodo” della scuola e i trasporti: le Regioni – e con loro i Ministri di Pd e LeU – spingono per il ritorno in classe solo dal 7 gennaio in poi, mentre la Ministra Azzolina e i colleghi di M5s e Italia Viva spinge ancora per un rientro se non totale almeno graduato dal 14 dicembre. Alla Conferenza si discuterà poi di “zona bianca”, la proposta lanciata da Giovanni Toti per il prossimo Dpcm: «Oltre alle Regioni in area gialla forse è opportuno inserire quelle in area bianca, per consentire ulteriori libertà come i ristoranti aperti alla sera o la possibilità di seguire la messa di mezzanotte, dove il Covid ce lo consente», conclude il Presidente di Regione Liguria.