«Per la settimana dell’8 febbraio delle previste 166mila dosi di vaccino Moderna all’Italia, ne consegnerà 132mila ovvero il 20% in meno: dopo Pfizer e AstraZeneca anche Moderna»: stupore, rassegnazione e sconforto aumentano, spiega il commissario all’emergenza Domenico Arcuri. «Le campagna di vaccinazioni continuano a subire una rettifica: quanto durerà la campagna, quanti italiani vaccineremo e quando sono domande sacrosante, ma ogni minuto siamo costretti a dover dare una risposta diversa indipendentemente da nostra volontà e operato», attacca ancora il Presidente di Invitalia nella conferenza stampa in corso. «Quanti italiani vaccineremo e quando? Quando ci saranno i vaccini. Sarebbe meglio poter dire che i ritardi dipendono da noi – come dice qualcuno facendo propaganda, ma è la realtà dei fatti che risponde a chi si lamenta».
Dal 5 al 15 gennaio in Italia la campagna è proseguita velocemente, ma ora «arrivano continue rettifiche sugli accordi presi. È una situazione imbarazzante, ci mancano 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere ma non abbiamo ricevuto. Per questo abbiamo attivato tutte le azioni legali possibili per la tutela degli italiani». Secondo Arcuri i vaccini sono un bene primario e l’unico modo per uscire da questa “notte”: proprio per questo «occorre fare presto visto che ogni giorno c’è una notizia peggiore del giorno prima». Ancora il commissario annuncia «Le Regioni hanno vaccinato il 70% delle dosi e più di questo non possono fare se non mettendo a rischio la precauzione sulle seconde dosi. Più di così non possiamo fare, visti tutti i ritardi non dipendenti da noi». In giornata ci sarà l’ok di AstraZeneca, dovevano essere 40 milioni di dosi su cui contare nel 2021 e 16 milioni nel primo trimestre: «saranno 3,4% milioni di dosi AstraZeneca che ci arriveranno fino a marzo. È inaccettabile come giustamente dice la Commissione Europea, pretendiamo che i fornitori rispettino gli ordini sottoscritti. Il vaccino non è una bibita o una merendina, con tutto il rispetto per bibite e merendine: il vaccino è l’unico antidoto per uscire da una notte che dura un anno, non si può scherzare quando si tratta della salute delle persone. Non si deve fare propaganda, reclami, annunci, promesse: si devono consegnare i vaccini che i contratti impongono vengano consegnati».
“LAVOREREMO PER VACCINI E FARMACI AUTOCTONI”
L’auspicata consistenza di un numero più alto di vaccini potrà condurre a normalizzazione della campagna di vaccinazione: «ogni giorno abbiamo pagine peggiori ogni giorno che passa ma nutriamo speranza che si migliori. A questo fine abbiamo sostenuto il vaccino italiano di Reithera, ha superato fase 1 brillantemente e facciamo ogni sforzo perché presto si possa arrivare all’autorizzazione dopo la fase 3», prosegue il commissario Arcuri ancora infastidito dai ritardi di Moderna, Pfizer e AstraZeneca. «Ci saranno altre azioni a sostegno della rete di sperimentazione e sviluppo diversa da quella finora con produzione autoctona di vaccini e farmaci anti-Covid: quando saranno pronte vi faremo sapere», annuncia il commissario all’emergenza.
Sul territorio oggi arrivano i primi medici e infermieri alla call dello Stato: «contratto sottoscritto, finalmente oggi arrivano sul territorio, 29 giorni dopo la norma emanata dal Parlamento italiano. Un tempo breve e sideralmente inferiore a quello in cui qualche volta il nostro Paese ci ha abituato», rivendica Domenico Arcuri. Si cerca di arrivare a 12mila medici-infermieri che rafforzino le strutture impegnate da molti mesi al contrasto del Covid. Sul fronte padiglioni “Primule” il lavoro prosegue in vista della vaccinazione di massa («difficile farlo se non ci sono i vaccini!») ma Arcuri lamenta la mancanza di tanti produttori sia per i padiglioni che per gli stessi vaccini: «abbiamo dato termine delle offerte al 3 febbraio, prorogando il tempo per ulteriori altre offerte».
LE DOMANDE AD ARCURI
Numero padiglioni è diminuito?
«No, non abbiamo diminuito nulla: abbiamo chiesto almeno un padiglione per provincia e Regione, fino ad arrivare ad un massimo di 1500. Questi padiglioni saranno sia interni che esterni e saranno condivisi con i territori anche perché potrà essere che in misura oggi definibile possano esserci luoghi interni già presenti che i territori possano utilizzare con il layout da noi fornito. Ci sarà una Primula ogni 40mila abitanti italiani».
Riapertura delle scuole: ci sarà un controllo?
«Il Parlamento ha approvato un piano di vaccinazione diviso per tempi e categorie in cui i protagonisti dei servizi pubblici come la scuola sono collocati in un momento della curva di vaccinazione che noi dobbiamo rispettare. La novità è che noi abbiamo meno vaccini di quelli che pensavamo e contrattualizzato».
Polemiche sui ritardi: lei rifarebbe tutto?
«Chi fa il mio mestiere deve rispondere con i fatti e gli italiani li sanno leggere e non si limitano ad ascoltare propagande».
Vaccino Reithera, ci sarà acquisto di materie prime preventive?
«Un vaccino non basta scoprirlo, serve anche produrlo. Le componenti e le infrastrutture sono altrettanto importanti della scienza, quindi certo che compreremo materie prime che sostengano la produzione di Reithera».
Ritardi dei vaccini e difficoltà tracciamento: cosa aspettano i cittadini nei prossimi mesi?
«Il commissario e il Governo sono dalla parte dei cittadini e faranno ogni cosa che possono perché le loro legittime aspettative siano rispettati. Arcuri non si esimerà dal dare tutte le informazioni di cui è in possesso che i cittadini devono conoscere, siamo i primi ad avviare i contenziosi con Pfizer e pretendiamo il riconoscimento delle nostre ragioni. Il cittadino deve sapere che noi non siamo produttori di vaccino e quindi dobbiamo essere ancora pazienti e cauti per il Covid in circolazione ma in Italia siamo messi meglio di altri in Europa. Altri non rispettano patti né contratti».
Dosi, siringhe e autorizzazioni
«Siamo molto dispiaciuti di ricevere così poche dosi da AstraZeneca, ma nessuna dose resterà in frigorifero. Dal 18 gennaio la Pfizer ci ha comunicato che ci sono 6 dosi e non 5 in ogni fiala, ma ci saremmo aspettati che ci chiedessero di pagare il 20% in più invece loro ci hanno ridotti le dosi senza chiederci nulla e senza rispettare il contratto. Per questo abbiamo avviato un contenzioso».
VERSO LA CONFERENZA STAMPA
Torna l’appuntamento settimanale del commissario all’emergenza Domenico Arcuri, questa volta eccezionalmente di venerdì con la conferenza stampa in diretta video streaming sul canale YouTube dalla sede di Invitalia (dalle ore 11.30). Sarà l’occasione per riprendere i “fili” dell’andamento epidemiologico in Italia nell’ultima settimana, questa volta quasi parallelamente ala cabina di regia anti-Covid che in giornata diffonderà i nuovi colori delle Regioni a seconda dell’ultimo monitoraggio Iss. Ma oltre a fare il punto sulle attività di contenimento e contrasto all’epidemia, il commissario Arcuri aggiornerà il complesso piano dei vaccini che negli ultimi 14 giorni ha subito una pericolosa frenata dettata dai diversi “scontri” in ambito europeo con l’azienda Pfizer.
Non solo, oggi sarà anche la giornata dell’approvazione (si spera definitiva) dell’agenzia europea del farmaco (Ema) per il vaccino anti-Covid di AstraZeneca, anche qui dopo uno scontro accesissimo sul contratto iniziale per la consegna delle dosi (che diminuiranno per problemi in fase di produzione nella sede in Belgio della multinazionale del farmaco). È di ieri l’annuncio della stessa AstraZeneca di aver accettato, su richiesta della Commissione Ue, di pubblicare contratto integrale; in più, stanno lavorando a nuova proposta fornitura (più di 31 milioni di dosi ma non gli 80 che ci si aspettava inizialmente.
I POSSIBILI TEMI DELLA CONFERENZA STAMPA
Il tema dei vaccini è tutt’altro che definito e chiaro e in questi giorni il Ministero della Salute assieme agli uffici del commissario all’emergenza Covid stanno lavorando a ritoccare profondamente il piano originario per via delle minori quantità di dosi vaccinali almeno in questo primo trimestre 2021. Ma per Arcuri non resterà solo questo il contenuto della conferenza stampa in arrivo stamane: è di ieri la notizia che la Corte dei Conti avrebbe aperto ben 7 fascicoli di indagine su differenti acquisti disposti dal commissario e presidente di Invitalia: le siringhe “lue lock”, le mascherine, gli aghi, ma anche i banchi a rotelle per la scuola e diverse altre funzioni in mano ad Arcuri e sotto l’occhio attento della Corte per valutarne spese specifiche e scelte commerciali.
Secondo lo scoop di Grazia Longo su la Stampa – che ha svelato per prima la vicenda della Corte dei Conti – il commissario Arcuri avrebbe ribadito come proprio su quelle spese «non è previsto controllo». È probabile che proprio nella conferenza stampa di oggi sarà lo stesso commissario all’emergenza a rispondere dell’ipotesi presunta di “danno erariale” contro lo Stato. Uscendo da Palazzo Chigi ieri per l’audizione sul caso Gregoretti, il leader della Lega Matteo Salvini ha annunciato «stiamo preparando un esposto per la Procura, perché prima o dopo Arcuri risponderà di quello che ha fatto e non ha fatto. […] Mi auguro che assieme a Conte se ne vada anche Arcuri, perché non se ne può più».