I MINISTRI CALDEROLI, CASELLATI E FITTO IN CONFERENZA STAMPA SUL DDL AUTONOMIA DIFFERENZIATA
«Finalmente basta centralismo che aveva impedito l’Autonomia differenziata prevista dalla riforma del Titolo V della Costituzione»: così ha spiegato il Ministro Roberto Calderoli in conferenza stampa da Palazzo Chigi – con i Ministri Casellati e Fitto – dopo il CdM che ha visto approvare all’unanimità il ddl sull’Autonomia differenziata presentato dallo stesso titolare degli Affari Regionali. «Sussidiarietà abbiamo provato a renderla centrale in questa riforma sull’Autonomia differenziata», sottolinea ancora Calderoli: «non era una legge obbligatoria, l’abbiamo fatta per determinare il coinvolgimento del Parlamento richiesto da più parti. La legge non crea l’Autonomia differenziata in quanto essa c’è già nel testo costituzionale del 2001, approvata dal Centrosinistra. Le materie che qualcuno ci contesta non sono contenuto della nostra legge ma sono dell’articolo 117 della Costituzione», ribadisce Calderoli in conferenza stampa. «L’esistenza di cittadini di Serie A e B è una realtà, in cui la sperequazione non riguarda solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche tra diversi territori: un problema che va risolto e che non può essere attribuito all’ Autonomia differenziata, ma è frutto di una gestione centralista», ha sottolineato ancora lo stesso Calderoli in conferenza stampa.
Ancora il Ministro dell’Autonomia ringrazia i suggerimenti di tutti i ministri con i quali «è stato raggiunto un equilibrio complessivo non solo di natura politica ma anche geografica. Abbiamo un treno che è l’Italia e se rallenta un vagone, rallenta tutto il treno e con l’Autonomia avremo un treno ad alta velocità»; per Calderoli ora il testo del ddl sull’Autonomia differenziata prevede che l’intesa con la Regione riceva «il parere della Conferenze delle Regioni, dopo di che dovrà essere approvata dal Parlamento a maggioranza assoluta. Mi spiace dei toni di risentimento, e pregherei di leggere il testo prima di scatenare la contrarietà». «Nessuno svantaggio, nessuna Regione rimarrà indietro: Autonomia è migliore allocazione delle risorse di modo che tutte le Regioni potranno esprimere le loro potenzialità che magari fino ad oggi sono rimaste inespresse. Con questo Ddl ci sarà arricchimento e non depauperamento», spiega sempre in conferenza stampa la Ministra delle Riforme Maria Elisabetta Casellati, «Sussidiarietà è unità e collaborazione tra le Regioni, è mancanza di discriminazione. È una riforma che dà senso alla riforma del Titolo V fatta 20 anni fa: trovo incredibile che ci siano voluti tutti questi anni e trovo stonate le rivolte su un testo che ancora deve essere letto».
«Individuare un confronto utile in Parlamento per migliorare il testo: faccio i complimenti al Ministro Calderoli per il lavoro di cucitura con tutte le parti per arrivare al testo finale che darà inizio alla discussione parlamentare nelle prossime settimane», ha detto il Ministro degli Affari Europei e del PNRR Raffaele Fitto, «è questa una occasione importante per il Mezzogiorno per dimostrare che serietà, competenza e responsabilità sono opportunità per tutto il Paese».
LE DOMANDE DEI GIORNALISTI SULLA RIFORMA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Tempistica riforma e Presidenzialismo
Calderoli: «entro fine anno presentazione in CdM, abbiamo scavallato di due giorni l’approvazione preliminare, ora il testo andrò in Conferenza unificate per un parere e poi tornerà in CdM. Nell’arco di 10-12 mesi può essere definito il tutto (Lep e costi). Entro fine 2023 avremo ultimato credo tutti i percorsi dei Lep, così poi in Parlamento ad inizio 2024 dovremmo avere il via libera definitivo».
Casellati: «entro giugno dovremmo arrivare ad un primo disegno di legge sulla riforma del semi-presidenzialismo»
23 competenze su materie Stato-Regioni
Calderoli: «le 23 materie possono piacere o non piacere ma sono contenute in un testo costituzionale approvato 22 anni fa e sottoposto da Referendum popolare confermativo. Io sono stato autore di una riforma che aveva modificato il Titolo V e purtroppo mi sono visto bocciare al Referendum popolare: lo stesso tentativo fece il Governo Renzi ma fu bocciato dal Referendum. Quando c’è la Costituzione la si rispetta: la presenza di quelle materie sono fissate. Spetterà alla saggezza e al buon senso delle Regioni fare richieste e il Governo risponderà dopo che si sarà espresso il Parlamento».