Biden ha proseguito la sua conferenza stampa sull’Afghanistan dicendo che “stiamo proteggendo gli afghani che hanno lavorato per la nostra ambasciata. Volevamo battere il terrorismo, non costruire una nazione”. Il presidente della nazione a stelle e strisce ha asserito che è pronto a difendere “la nostra gente anche con la forza, se necessario. Le nostre missioni militari saranno presto definite nei loro obiettivi, che saranno decisamente contenuti. Non passerò questa responsabilità a un altro presidente, quello che è successo ora sarebbe potuto accadere cinque anni fa o tra quindici anni nel futuro”.



Biden si è poi detto profondamente addolorato per la situazione che si sta palesando oggi in Afghanistan, manon ho alcun rimorso circa la decisione di richiamare le truppe dall’Afghanistan. Non chiederò ancora una volta ai nostri soldati di combattere un’altra guerra civile che può portare dolore nelle loro famiglie. Non è quello che l’America vuole. Non ripeterò quanto accaduto in Vietnam e che io ho visto con i miei occhi quando ero un giovane ragazzo”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)



JOE BIDEN: “IN AFGHANISTAN NON MORIRANNO ALTRI SOLDATI USA”

Joe Biden, presidente USA, è intervenuto in conferenza stampa per commentare la situazione che riguarda l’Afghanistan, caduto in queste ore nelle mani dei talebani con anche la conquista da parte loro della capitale, Kabul. “20 anni fa siamo andati in Afghanistan per assicurarci che Al Qaeda non usasse il Paese come una base per attaccarci. I terroristi oggi hanno di nuovo occupato l’Afghanistan e questo accadimento deve catalizzare la nostra attenzione e le nostre risorse. Quando sono diventato presidente, ho dovuto scegliere se tornare a combattere in primavera oppure accettare un accordo”.



In vent’anni, ha aggiunto Biden, “ho capito che non c’era mai un momento buono per ritirare le truppe USA. L’esercito afghano è collassato senza combattere, i leader politici locali sono scappati. Le truppe americane non devono combattere e morire in un conflitto che neppure i militari afghani combattono. Non ripeterò l’errore che è stato fatto in passato. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

CONFERENZA STAMPA BIDEN: L’AFGHANISTAN E IL RITIRO DELLE TRUPPE

Joe Biden lascia anticipatamente Camp David e torna a Washington per una conferenza stampa sull’aggravarsi della crisi in Afghanistan. È da martedì scorso che il presidente Usa non ne parla pubblicamente, limitandosi a rilasciare solo una lunga dichiarazione, come avvenuto sabato. Ma nel pomeriggio, quando in Italia saranno le 21:45, prenderà la parola alla Casa Bianca per affrontare lo sviluppo drammatico che ha avuto il ritiro delle truppe, con il ritorno al potere dei talebani. La conferenza stampa sarà trasmessa in diretta tv e video streaming (a partire dal canale YouTube della Casa Bianca). Saranno le prime parole di Biden da quando i talebani hanno spodestato il governo nazionale domenica. La decisione del presidente degli Stati Uniti di rivolgersi alla nazione arriva al culmine delle critiche per la gestione della situazione da parte della sua amministrazione.

Lo stesso Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, in un’intervista alla NBC oggi ha ammesso che la velocità con cui i talebani hanno ripreso il potere ha sorpreso l’amministrazione Biden. D’altra parte, ha spiegato che Joe Biden «non era pronto ad iniziare un terzo decennio di guerra e mettere le truppe Usa in pericolo, combattendo e morendo, per tentare di tenere insieme l’Afghanistan quando le sue stesse forze armate non combattono per tenerlo insieme».

CRISI AFGHANISTAN, BIDEN SOTTO ASSEDIO

Joe Biden sperava di essere ricordato come il presidente che avrebbe posto fine alla guerra più lunga, ma non immaginava che sarebbe finita così. Di fronte alla caduta di Kabul e alla disperazione degli afghani, il presidente degli Stati Uniti finisce nel mirino delle critiche non per il ritiro in sé, fissato a maggio dal predecessore Donald Trump, ma per la mancanza di pianificazione. Spettava al suo team organizzare l’uscita, che ora è «una macchia indelebile per la presidenza Biden», secondo l’ex ambasciatore in Afghanistan sotto Obama, Ryan Crocker. Nel giro di 72 ore anche il rapporto con i media è cambiato. Ora ci si chiede se questo colpo duro avrà effetti sulla durata della sua presidenza.

Pesano poi le dichiarazioni che Biden aveva rilasciato: «Non vedrete mai gli americani prelevati dal tetto di un’ambasciata». Ma ora i paragoni con Saigon e Teheran sono inevitabili. Anche il segretario di Stato Antony Blinken è stato contestato per aver detto che «non è assolutamente come Saigon». Ma per l’avvocata dei diritti umani Kimberly Motley «è molto peggio di Saigon». Ora è particolarmente attesa la conferenza stampa di Joe Biden per le dichiarazioni che rilascerà sulla crisi afghana.