Il discorso del Presidente e quei richiami più volte alla “stabilità” offerta da Mattarella in un momento di grande instabilità politica dopo i risultati delle Elezioni Europee: l’annuncio-ultimatum di ieri sera del Premier Conte – con annesse risposte-promesse dei due vice Salvini e Di Maio – danno l’esatta sensazione il giorno dopo di una grande macchina “ingolfata” che viene tenuta e controllata a distanza da un preoccupato Colle. Andare ad elezioni è sempre un rischio, e le ultime esperienze (Bersani-Letta prima, Cottarelli-Conte dopo) non danno grandi garanzie affinché si possa subito insediare un esecutivo pronto a fare subito la cosa più difficile di tutte, la Manovra di Bilancio 2020 con tutti i rischi che ci portiamo dietro (Iva, debito, Pil e quant’altro). «Non mi presterò a vivacchiare o galleggiare», ha scandito ieri Conte a metà del suo discorso, arrivando al punto nodale «Se non ci fosse una chiara assunzione di responsabilità e se i comportamenti non fossero conseguenti, molto semplicemente rimetterò il mio mandato nelle mani del presidente della Repubblica che ringrazio per consigli che mi ha sempre dato». Il Colle ha evidentemente ispirato il discorso di Conte anche se lo stesso Premier (e il Quirinale) confermano che vi siano stati dei contatti ma senza alcuna pressione imposta: la crisi nel frattempo, è tutt’altro che finita… QUI GLI AGGIORNAMENTI LIVE DI MARTEDÌ 4 GIUGNO
DI MAIO “OK LEALI MA STOP ATTACCHI DA LEGA”
Dopo oltre un’ora dalla conferenza stampa-ultimatum del Premier Conte e dopo la immediata replica di Salvini, arriva anche l’attesa risposta dell’altro vicepremier Luigi Di Maio, «Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica di maggioranza e ha sempre sostenuto questo Governo. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare. Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro e crediamo che i fatti siano la migliore risposta in questo momento». Per Di Maio da domani serve immediatamente un vertice di Governo dove impostate da subito tre punti chiave: «la revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la Flat Tax; il salario minimo orario per i lavoratori italiani; il provvedimento sugli aiuti alle famiglie che fanno figli». Sul fronte dei distinguo, e qui il riferimento alla Lega è chiaro, Di Maio ultima il suo messaggio Facebook «Ci sono due cose importanti dal punto di vista umano: chiedo finiscano gli attacchi ai ministri del MoVimento 5 Stelle, rispettando il lavoro di ognuno e, siccome nel contratto c’è ancora tantissimo da fare, non è certamente il momento per proporre temi divisivi mai condivisi fuori dal contratto. Questa è l’unica maggioranza possibile e che può servire meglio il Paese. Andiamo avanti con lealtà e coerenza. Dobbiamo cambiare ancora tante cose».
SALVINI A CONTE “NOI CI SIAMO”
Conte aveva chiesto una risposta semi-immediata a Lega e M5s e il primo a “vincere” la palma di più tempestivo va al vicepremier Matteo Salvini che su Twitter replica alle richieste del Presidente del Consiglio promettendo fiducia e lealtà. «La Lega non ha mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti», scrive sui social e aggiunge «Siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere: la Lega c’è» promette il Ministro dell’Interno. Poco dopo dalla sala dei Galeoni di Palazzo Chigi, è lo stesso Conte a commentare positivamente «allora ci possiamo vedere». Chi invece è rimasto in silenzio è il leader Luigi Di Maio e in generale tutti i principali esponenti M5s restano in un mutismo “nervoso” che li vede ancora più attesi dopo l’ok immediato della Lega all’ultimatum di Conte (che pure non aveva risparmiato critiche dirette a Salvini e al suo modo di “prevaricare altri ministeri”). L’unico a parlare è il Ministro Danilo Toninelli, «Leale collaborazione? Da parte nostra si. Sono fiducioso» ma per il resto è semi-deserto. «Conte ha ammesso la paralisi, il disastro e il fallimento del suo governo, che noi denunciamo da settimane. Tutto questo ha un costo immenso per il Paese, che drammaticamente stanno pagando gli italiani. Ciò che Conte non ha detto è il bilancio disastroso di questi 12 mesi di governo giallo-verde e che vede oggi un Paese cha ha più debiti, meno crescita, meno lavoro e meno investimenti. Il governo ha reso più poveri milioni di italiani, lavoratori, operai, pensionati colpiti dalle chiacchiere ma in realtà lasciati soli», è invece il durissimo commento del Segretario Pd Nicola Zingaretti.
“FASE 2 E LEALE COLLABORAZIONE, SE NO MI DIMETTO”
Serve una fase 2 ma le difficoltà sono diverse e potrebbero anche portare ad una crisi di Governo: «La fase due del governo richiede ancora più concretezza ed operosità da parte nostra. I cittadini ci chiedono di proseguire con serietà, preservando il patrimonio di fiducia di cui siamo stati investiti. Per questo, dobbiamo dire basta ad inutili polemiche e litigiosità. Serve leale collaborazione tra le forze che compongono questo governo». È più chiaro sul finire della conferenza stampa il Premier Conte nel suo intento originario: una diffida, un messaggio-ultimatum, che Salvini e Di Maio dovranno cogliere nei prossimi giorni. «Manovra complessa con spending review, scelte delicate, no aumenti Iva per riuscire anche a seguire una politica espansiva tenendo in ordine i conti, non solo per le regole europee ma per quanto richiede il mercato con la fiducia degli investitori. Per la fiducia nei mercati occorrono parole univoche sia dai membri del Governo che dagli stessi parlamentari: servono progetti di rilancio, come un piano nazionale per finanziare ricerca e innovazione, piano per il turismo e anche per il rilancio di scuola e università», continua il Presidente del Consiglio, che poi sottolinea «la Lega è ora molto più rafforzata mentre il M5s si è indebolito, ma questo non ha ricadute dirette nel nostro Parlamento. Ma le forze politiche sono comunità di uomini e donne e quindi i risultati creano esaltazioni e delusioni: il clima elettorale non si è ancora spento, un clima che non giova all’azione di Governo. I miei rapporti personali sono buoni e ottimi con tutti i ministri e ci sentiamo spesso con Salvini e Di Maio: ma dobbiamo lavorare ancora di più, significa predisporsi per allargare l’orizzonte temporale più ampio per costruire di più e polemizzare di meno. No freddure sparate a mezzo social, così non si può lavorare: basta conflitti comunicativi, la fase 2 occorre, ma dovrà essere una fase di Governo ancora più risoluta». Serve leale collaborazione: sia Lega che M5s non devono prevaricare i Ministeri di non loro competenze, continua Conte che poi chiede ai due leader Salvini e Di Maio «se vogliono ancora proseguire in questo Contatto di Governo o se invece preferiscono passare alla prova delle elezioni per confermare la propria vittoria (la Lega, ndr) o per rilanciarsi dopo la delusione delle Europee (il M5s, ndr). Se non ci sarà una piena, convincente e rapida risposta da Salvini e Di Maio allora rimetterò il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica, cui rinnovo lo stima per il forte lavoro di contatto. Tutti i problemi, anche l’infrazione sul debito, possono essere recuperati ma il problema è il clima di coesione e di forte condivisione: se manca quel clima allora non si possono affrontare le sfide complesse e delicate con alta probabilità di insuccesso».
“NO CRISI DI GOVERNO, ORA LA FASE 2”
«Negli ultimi mesi abbiamo dovuto convivere con varie tornate elettorali e questo ci ha costretto in campagna elettorale permanente pesando sulle forze di Governo: io avevo sottovalutato questo aspetto, specie sulle Elezioni Europee che ci ha portato all’immagine di stallo del Governo anche se è un’immagine falsa visto che abbiamo sempre lavorato per il bene del Paese»: è questo il punto centrale del discorso tenuto in questi minuti dal Premier Conte in diretta streaming video su Facebook con la lunga conferenza stampa ad un anno dalla formazione del Governo Lega-M5s. Nessuna crisi di Governo, «ma serve ora una fase 2», si prosegue tenendo però fede a diversi punti “necessari”: «c’era scetticismo anche su di me, perché non avevo alle spalle una mia forza politica. Io ho giurato fedeltà solo alla nazione, la fedeltà alla Repubblica è stata e sarà sempre il mio faro». Poi ha difeso il contratto («la modalità più trasparente») e l’operato del governo Lega-M5s: «In questo anno abbiamo realizzato misure per rispondere soprattutto alle esigenze sociali dei cittadini, da quota cento al reddito di cittadinanza». Ha poi rilanciato sul fatto che è stata rafforzata anche la sicurezza, «anche se bisogna fare di più sul piano dei rimpatri degli irregolari». Prosegue poi il Premier, «Lega e M5s hanno contesti valoriali e culturali distinti, nonostante questo il Contratto è stato utile nell’unire due forze assai diverse. Ho giurato di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della mia azione come Presidente del Consiglio: siamo il Governo del cambiamento perché nasce da incontro da due forze politiche consapevoli che il Paese ha bisogno di un cambio di passo dopo che le forze precedenti non erano state in grado di intercettare le paure e le richieste di cambiamento dei cittadini».
PARLA COTTARELLI, “NON MI CHIAMERANNO”
La diretta della conferenza stampa del Premier viene confermata alle 18.15 anche perché il vertice di Governo sullo Sblocca Cantieri che avrebbe dovuto precedere l’intervento di Conte è stato rinviato alle 20 per permettere una maggiore elasticità di intervento al Presidente del Consiglio durante il discorso alla nazione previsto tra pochi minuti. «Mi impegno molto, sono sempre molto determinato», è l’unico commento lasciato da Conte oggi pomeriggio a margine di un evento alla Luiss di Roma. Molte ricostruzioni, tanti retroscena ma al momento fatti assai scarsi prima di scoprire cosa potrà avvenire nella conferenza stampa: M5s e Lega, per motivi diversi, sono sul piede di guerra e sarebbero anche pronti a far “rompere” il Governo qualora si avesse la piena certezza che il rapporto tra i due vicepremier sia impossibile da ricostruire e se, soprattutto, convenisse ad entrambi i gruppi per poter arrivare con “mani libere” alle presunte elezioni anticipate. Intanto intervistato a Un Giorno da Pecora ha parlato l’ex Premier (incaricato per qualche settimana prima della nascita del Governo gialloverde) Carlo Cottarelli: «Se oggi cadesse il governo? Il governo non credo cadrà, se succedesse si dovrebbe andare ad elezioni: non c’è possibilità che mi richiamino, nessuno me lo chiederà». Lui si era detto onorato della chiamata, lo scorso anno e lo ribadisce ancora oggi «Ho sempre detto che per un cittadino venire chiamato in un ruolo di governo è un onore. Se qualcuno mi chiede di fare una cosa che serve per l’Italia posso sempre farla. Poi bisogna veder a far cosa però».
ULTIMATUM A LEGA E M5S
«Auspico che il presidente Conte faccia un miracolo. La campagna elettorale è finita e i toni si devono abbassare. Il premier deve ricominciare a far parlare la politica di cose concrete», sottolinea il Ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio (Lega), aggiungendo come il Carroccio la buona volontà ce la mette, «ma se non ci dovessero essere le condizioni, se non si riesce a mettersi d’accordo, non vedo alternativa alle elezioni». Insomma, l’aria di crisi nel Governo è sempre più pesante e la conferenza stampa-discorso alla nazione di Conte acquisisce importanza ogni ora che si avvicina il collegamento con Palazzo Chigi. Prima della conferenza, attorno alle 17.30, incontrerà in un vertice alcuni esponenti di Lega e M5s per provare a “sbloccare” lo Sblocca Cantieri: non è uno scioglilingua ma è il tentativo del Premier di costruire un primo mattoncino per la ripresa dei rapporti interni tra le due forze di Governo. Una sorta di ultimatum al Dl che risuonerà poi anche a livello più globale su tutti i dossier aperti e urgenti dell’esecutivo: secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano, alla riunione prenderanno parte i capigruppo M5s e Lega del Senato, i relatori, i viceministri Laura Castelli e Massimo Garavaglia, i ministri Riccardo Fraccaro e Danilo Toninelli.
LE MOSSE DI SALVINI
Con un annuncio ufficiale su Twitter, Giuseppe Conte ha spiegato che nel tardo pomeriggio si terrà un discorso da Palazzo Chigi alquanto importante per le sorti del Governo: «Alle 18:15 terrò una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ho alcune cose importanti da dire a tutti voi». Con la diretta in streaming video su Facebook, il Premier invita i giornalisti per tracciare il punto di questo primo anno di Governo e soprattutto – pare dalle fonti – per scongiurare la caduta del suo esecutivo, almeno per il momento. Un richiamo ai due vicepremier per rinnovare il Contratto di Governo (con qualche upgrade-rimpasto possibili, ndr) e soprattutto la promessa di lavorare fin da subito ai dossier aperti e alla prossima Manovra di Bilancio decisiva per le sorti non solo di Lega-M5s ma del Paese intero. Se dagli ambienti della Lega spingono in tanti per staccare subito la spina al Governo, Salvini sembra più prudente (anche perché non è chiaro il legame con Meloni e Berlusconi in un ipotetico nuovo esecutivo a maggioranza centrodestra): nelle scorse ore, il vicepremier ha ribadito che servono i Sì per andare avanti, altrimenti «il Governo cade». La mossa è quella di “provocare” una reazione in Di Maio: sul piatto Autonomie, Flat Tax e Codice Appalti da sospendere. O il M5s accetta (ed è dura visto i contenuti lontani dalle politiche grilline, ndr) oppure strappa e non sarà stato Salvini a togliere materialmente la spina. La tattica c’è, bisogna solo vedere se Salvini la metterà in pratica, al netto di quanto potrà dire oggi Conte per provare a “ricompattare” i cocci.
IL DISCORSO DEL PRESIDENTE
C’è un orario (le 18.15), e anche una diretta streaming video (il canale dove dovrebbe essere quello di Palazzo Chigi-YouTube e anche la pagina Facebook del Premier) eppure oggi sarà comunque il giorno della conferenza stampa del Premier Giuseppe Conte: nato con l’intenzione di fare un “punto” sul primo anno di Governo Lega-M5s, l’incontro di oggi con la stampa si è poi rapidamente trasformato nell’occasione per tirare le somme sull’andamento attuale del Governo, leggasi il rapporto da ricucire quasi del tutto tra i due vicepremier dopo le Elezioni Europee 2019. I venti di crisi soffiano costanti ma da Lega e Movimento 5 Stelle al momento regge la linea del “ripartire”, con un vertice a tre che dovrebbe tenersi venerdì prossimo. E allora oggi Conte cosa dirà? «Oggi pomeriggio pronuncerà dopo ore di silenzio. Il quadro attorno a lui, tuttavia, sembra un puzzle che va decomponendosi. Con Matteo Salvini deciso a usare la forza del suo 34% e Luigi Di Maio, ancora frenato dall’elaborazione della sconfitta. Insomma, una partita tutta sul filo della crisi», spiegano fonti governative all’Ansa.
CONFERENZA STAMPA PREMIER CONTE: CRISI GOVERNO LEGA-M5S?
I temi in realtà sono già delineati, e non ci vuole molto a farlo: i dossier aperti (Tav, infrastrutture, emergenza Grandi Navi a Venezia), il rilancio per dare uno “shock” all’economia – Flat tax, salario orario minimo, rilancio Pace Fiscale, Decreto Sicurezza bis, Decreto Famiglia – e poi ovviamente il grande tema cui sta lavorando il Ministro Tria, gli impegni impostati verso la Commissione Ue. Dopo lo scambio di lettere negli scorsi giorni (con tanto di giallo e rischio crisi tra il Mef e il M5s) entro mercoledì è attesa la risposta della Commissione Europea che dovrà indicare se e come impostare il lavoro di riduzione del debito per il nostro Paese. I gruppi di Lega e 5Stelle nel frattempo sono però in subbuglio e ognuno non vuole dare l’alibi all’avversario-alleato per staccare la spina del Governo, anche perché più passano i giorni e più l’ipotesi di elezioni anticipate si allontana per le tempistiche che si fanno strette se si collina la metà-fine di giugno. Tutto questo oggi Conte proverà ad impostare nel suo discorso agli italiani, tenendo aperto il canale sempre più “infuocato” con il Quirinale e riallacciando i rapporti tra i Ministri tecnici (Tria e Moavero) e i due vicepremier. Se tutto questo “basterà” per evitare un sanguinoso ritorno alle urne prima della Manovra forse più importante della recente storia italiana, ancora non è dato saperlo: come annota Tg Com24, Conte chiederà apertamente a Salvini e Di Maio se esiste la volontà «da entrambe le parti, di ritrovare quell’armonia che ha guidato i primi mesi di governo perché il suo è, e resta, un ruolo di garanzia, ma le garanzie ora le devono dare principalmente i due contraenti del contratto».