Il premier Giuseppe Conte annuncia in conferenza stampa la chiusura di tutte le attività produttive non strettamente necessarie in Italia. «In questi giorni durissimi siamo chiamati a misurarci con notizie con un segno che resterà impresso nella memoria», esordisce il presidente del Consiglio nella diretta Facebook. «La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Non sono semplici numeri», ha aggiunto in riferimento al bilancio delle vittime. Seppur consapevole che «le misure adottate richiedono tempo per gli effetti», chiede nuovi sacrifici. «Dobbiamo resistere, il nostro sacrificio di restare a casa è minimo rispetto al sacrificio di altri concittadini. Negli ospedali c’è chi rinuncia e rischia a molto di più. Penso ai medici e agli infermieri, alle Forze dell’ordine, a quelle armate, alla Protezione civile, ai dipendenti dei supermercati, ai farmacisti e a chi lavora in uffici pubblici». Oggi si compie un altro passo. «Chiudiamo nell’intero territorio nazionale ogni attività produttiva non strettamente necessaria, cruciale e indispensabile a garantirci beni e servizi essenziali. Abbiamo lavorato per stilare una lista dettagliata con le filiere produttive e servizi più necessari per il funzionamento dello Stato in questa fase di emergenza». Ma Conte precisa: «Continueranno a restare aperti supermercati, negozi di generi alimentari e di beni di prima necessità. Non ci sono restrizioni sugli orari, invito tutti alla calma. Non c’è ragione di creare code ingiustificate. Rimarranno aperte farmacie e parafarmacie, saranno garantiti servizi bancari, postali e finanziari. Assicureremo servizi essenziali come trasporti». Quindi, al di fuori di queste attività consentiremo solo il lavoro in modalità smart working e solo le attività produttive ritenute rilevanti per la produzione nazionale. «Rallentiamo il motore, ma non lo fermiamo. La decisione non è facile, ma si rende necessaria oggi per poter contenere la diffusione dell’epidemia». (agg. di Silvana Palazzo)
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CONFERENZA STAMPA CONTE, LANDINI AVVERTE
In attesa della conferenza stampa di Giuseppe Conte, che verrà trasmessa in diretta su Facebook, continua il pressing sul governo per nuove restrizioni. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, al termine della videoconferenza che si è tenuta stasera tra governo, sindacati e imprese ha spiegato la posizione della sua sigla. «La Cgil, come finora ha sempre fatto, chiede al Governo un ulteriore atto di responsabilità per evitare che la paura della gente si trasformi in rabbia: vanno sospese tutte le attività che non sono essenziali». E quindi ritiene necessario «un provvedimento del Governo che stabilisca quali attività possano essere sospese». In quelle essenziali, spiega il leader della Cgil, «vanno garantite le norme di sicurezza e i dispositivi di protezione individuale, come previsto nel protocollo firmato la settimana scorsa da Governo e parti sociali». Ma Landini si aspetta «risposte, certezze e indicazioni a chi lavora per garantire i servizi essenziali a tutti noi». (agg. di Silvana Palazzo)
IL GIALLO SULA CONFERENZA STAMPA, POI LA CONFERMA
È giallo sulla conferenza stampa del premier Giuseppe Conte. «Noi sappiamo che a minuti dovrebbe parlare. Forse più che una conferenza stampa si tratterà di una dichiarazione per parlare di misure più stringenti nelle varie regioni», ha dichiarato la giornalista Veronica Gentili in diretta a Stasera Italia, su Rete 4. Tra l’altro suo ospite in collegamento è Stefano Buffagni, viceministro dello Sviluppo economico, che ha dichiarato di non essere a conoscenza di una conferenza stampa del Presidente del Consiglio, ma al tempo stesso ha confermato che nel governo si sta lavorando a nuove misure, più stringenti, per arginare l’epidemia di Coronavirus che continua a diffondersi. In collegamento anche la governatrice della Calabria, Jole Santelli, che ha spiegato di aver chiesto al premier restrizioni per impedire un nuovo esodo dopo l’ordinanza della Regione Lombardia. E poi c’è il tweet della Lega, che parla della conferenza stampa e spera nella chiusura totale. (agg. di Silvana Palazzo)
NUOVA CONFERENZA STAMPA DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE
Le riunioni di Governo dei giorni scorsi e i colloqui con le Regioni hanno convinto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a introdurre nuove restrizioni? Il premier potrebbe presentarle nella conferenza stampa prevista tra pochi minuti. Sono state evidentemente tirate le somme sulla validità o meno delle misure restrittive imposte nei giorni scorsi dal governo al fine di contenere la diffusione del Coronavirus, a fronte della crescita di casi e morti. La sensazione è che sarebbero state efficaci se fossero state rispettate da tutti, invece non sono sufficienti. Dopo l’attuazione delle prime strategie di contenimento alcune aree del Nord sono state bloccate salvo poi procedere con le medesime misure anche in tutta Italia, cancellando le “zone rosse” e parlando di “Italia zona protetta” al fine di arginare il Codiv-19. Ora si potrebbe fare un ulteriore passo avanti, più restrittivo, dopo l’ordinanza del Ministero della Salute. “L’Italia è stata colpita prima. Poi toccherà agli altri. Nessuno può ritenersi immune“, spiegava proprio Conte che adesso si starebbe muovendo verso misure ancora più restrittive alle quali ogni cittadino sarà a questo punto obbligato ad attenersi e che, evidentemente, si prolungheranno a ben dopo la data del prossimo 3 aprile inizialmente indicata.
CONFERENZA STAMPA CONTE: PROROGA MISURE O CHIUSURA TOTALE?
La nuova conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, a questo punto, potrebbe vertere su due punti salienti: il primo potrebbe avere a che fare con la proroga o inasprimento delle misure ad oggi adottate e che potrebbero divenire ancora più stringenti alla luce dei nuovi dati sul numero dei contagi e dei decessi in Italia legati al Covid-19. Il secondo punto legato all’adozione di strumenti al fine di reagire alla pandemia mondiale sul piano economico. E in questo caso entrerebbero in gioco i coronavirus-bond e un fondo di garanzia europeo ad hoc al fine di finanziare “con urgenza tutte le iniziative dei singoli governi per proteggere le proprie economie“. La speranza anche del governo è che entro possa arrivare il picco con un conseguente freno dei casi positivi. Questo andrebbe a significare l’esito positivo delle adottate, ma si potrebbe già procedere con un inasprimento. Eppure la previsione è che la “scadenza” del 3 aprile possa non essere quella definitiva sancendo così la necessità di un prolungamento non solo della chiusura di scuole e università ma anche dei divieti per le attività non essenziali.