Ci sarà un nuovo intervento, che verrà presentato la prossima settimana, contro il caro bollette. Sarà fatto di sostegni per contenere l’emergenza e di una parte strutturale sull’offerta, con potenziamento sulla produzione e sulle rinnovabili. Si è parlato anche di questo nel corso della conferenza stampa convocata dopo il via libera del Cdm alla riforma della giustizia e del Csm. «Fondamentale per la crescita è che non sia strozzata dal caro energia, per cui questo è un intervento prioritario», ha aggiunto il premier Mario Draghi. In merito alla riforma della giustizia e del Csm, nello specifico riguardo le porte girevoli, la Guardasigilli ha precisato che la novità di oggi riguarda «gli incarichi tecnici, per i quali il vincolo vale se l’incarico dura almeno un anno».
In merito al tema della concorrenza, Draghi ha annunciato che «sicuramente è un provvedimento importante e l’approvazione deve essere attuata entro fine anno». A proposito dei tempi, «la legge delega deve essere approvata entro marzo. Noi lavoriamo con la commissione e il rapporto è buono: non dubito minimamente della consapevolezza del Parlamento dell’importanza di questo e di altri obiettivi del Pnrr».
Sul Superbonus si è voluto togliere un sassolino dalle scarpe: «Alcuni di quelli che più tuonano, dicendo che queste frodi non contano e bisogna andare avanti lo stesso, che l’industria non può aspettare, sono quelli che hanno scritto questa legge dove è stato possibile fare quello si è fatto senza controlli». Draghi ha spiegato che, quindi, «si è voluto creare un sistema che prevedeva pochissimi controlli», pertanto non sono gli ostacoli a porre un freno, «ma i sequestri della magistratura». Concetto che ha ribadito anche il ministro dell’Economia Daniele Franco. (agg. di Silvana Palazzo)
RIFORMA GIUSTIZIA, PNRR E CRESCITA
La riforma della giustizia e del Csm approvata oggi dal Consiglio dei Ministri è l’inizio di un lungo percorso per costruire «una giustizia rapida, dai tempi certi» in grado di «favorire l’afflusso di investimenti stranieri». Ma quanto discusso oggi non è immediatamente collegabile a ciò per il premier Mario Draghi. Peraltro, nel corso della conferenza stampa si è soffermato anche su temi economici: «Nel primo trimestre c’è un rallentamento della crescita, le cifre dell’Italia sono meno marcate di altri paesi europei anche se la Commissione per l’Italia prevede una crescita del 4,1%, superiore a quella di Francia e Germania». Ma il presidente del Consiglio ha evidenziato i rischi su prezzo dell’energia e sull’inflazione. «Abbiamo presenti queste categorie di rischi e governo sta lavorando. L’importante è mantenere la crescita per affrontare i mercati con fiducia». Per quanto riguarda i tempi della riforma della giustizia, Marta Cartabia ha spiegato che c’è un impegno con l’Europa per portare a termine entro la fine dell’anno l’attuazione delle due grandi leggi delega per la riforma del sistema penale e civile: «Ma confido che possiamo anticipare i tempi, soprattutto per il penale perché stiamo lavorando bene e alacremente».
Non sono mancate domande di natura politica. «Lo escludo» ha detto a proposito di rimpasti («La squadra è efficiente, quindi va avanti») e di un suo coinvolgimento nella nascita del nuovo centro. Il premier Mario Draghi se l’è cavata anche con una battuta simpatica: «Tanti mi candidano per tanti posti in giro per il posto, mostrando una sollecitudine straordinaria. Io li ringrazio, ma voglio rassicurarli: posso trovarmi da solo il lavoro». Sul tema del Pnrr, il ministro Daniele Franco ha assicurato che servirà al Sud per recuperare e ridurre il gap col Centro-Nord, senza però che questo venga trascurato. «Abbiamo cercato di venire incontro alle amministrazioni del Nord, il punto cruciale è attuarlo tutto». (agg. di Silvana Palazzo)
DRAGHI “NON VERRÀ POSTA FIDUCIA SU RIFORMA”
«È stata una discussione ricchissima e anche molto condivisa, viste le molte interazioni con le parti politiche», ha esordito il premier Mario Draghi nella conferenza stampa sulla riforma della giustizia e del Csm. Gli obiettivi conseguiti sono ritenuti importanti e vengono così esplicati: «La condivisione dell’impianto della riforma, la delimitazione delle aree dove permangono differenze di vedute e opinioni, l’impegno per dare priorità assoluta in Parlamento all’approvazione della riforma in tempo utile per l’elezione del prossimo Csm». Il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha parlato di una riforma «ineludibile» non solo per la scadenza del Csm in carica, «ma anche per stare a fianco alla magistratura in questo percorso di rinnovamento e recupero della fiducia e della credibilità». Ma questo percorso richiede «norme più adeguate e rigorose».
Una riforma dovuta ai magistrati e ai cittadini. «Si è messo mano al sistema elettorale, si è riscritto il capitolo delle porte girevoli, si è modificato in modo incisivo la modalità di nomina dei vertici per evitare quelle a pacchetto con accordi non virtuosi», ha aggiunto Marta Cartabia. Sollecitato dai giornalisti, il presidente del Consiglio ha spiegato che le «differenze di opinione sono rimaste, ma c’è impegno corale a superarle». Invece su Ita il ministro dell’Economia Daniele Franco ha spiegato che il governo manterrà quota di azienda in prima fase. (agg. di Silvana Palazzo)
CONFERENZA STAMPA DOPO OK CDM A RIFORMA
Il Consiglio dei ministri ha approvato la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario con le norme per lo stop alle porte girevoli. Ne parleranno il premier Mario Draghi e il ministro della Giustizia Marta Cartabia nella conferenza stampa convocata per le 15. Dopo una mattinata di confronti e tensioni tra le forze politiche, è dunque arrivato il via libera alla riforma messa a punto dal Guardasigilli. Il Cdm, che era stato convocato inizialmente per le 11 di questa mattina, è cominciato con quasi un’ora e mezzo di ritardo a causa di alcuni approfondimenti richiesti da alcuni membri della maggioranza.
Inoltre, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli ha chiesto di non partecipare ai lavori del Consiglio dei ministri quando si è cominciato a discutere della riforma della giustizia. Anche in assenza di ragioni di merito per astenersi dalla partecipazione, visto le norme in discussione non si applicano agli incarichi in corso, il sottosegretario ha chiesto di lasciare la sala per sensibilità istituzionale. Ogni dettaglio verrà comunque precisato nella conferenza stampa attesa a minuti. (agg. di Silvana Palazzo)
LA CONFERENZA STAMPA DI DRAGHI E CARTABIA
Immediatamente a seguire il Consiglio dei Ministri di Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi (con la più che probabile presenza della Ministro della Giustizia Marta Cartabia) interverrà in conferenza stampa per illustrare la nuova riforma della giustizia e del Csm appena approvati in CdM. Con la diretta video streaming come sempre offerta dal canale YouTube di Palazzo Chigi, Draghi e Cartabia mostreranno le principali novità della riforma frutto di un lungo lavoro tra tecnici dei Ministeri e giuristi. Dal cambio del sistema elettorale in Consiglio Superiore di Magistratura a regole più rigide per evitare “le porte girevoli” tra giustizia e politica, fino al numero stesso dei membri del Csm: sono diversi i cambiamenti, anche se frutto di compromesso politico e dunque più “soft” di quelli messi sul tavolo inizialmente nelle prime bozze circolate. Spinta decisiva per l’approdo finale della riforma è arrivata dal discorso “programmatico” del Presidente della Repubblica Mattarella nel giorno del suo re-insediamento: «È necessario che il Csm risponda ad efficienza e credibilità, valorizzando le capacità in essere e superando logiche di appartenenza che devono restare estranee al contesto giudiziario», aveva detto il Capo dello Stato nel discorso in Parlamento.
BOZZA RIFORMA GIUSTIZIA E CSM: LE PRINCIPALI NOVITÀ
Diversi i punti sul tavolo del CdM nell’approvare la riforma del Csm e dell’ordinamento giuridico nazionale: su tutti, i cambiamenti importanti che avverranno all’interno del Consiglio Superiore di Magistratura, a cominciare dal meccanismo dell’elezione. Come illustreranno a breve Draghi e Cartabia nella conferenza stampa in diretta streaming da P. Chigi, il nuovo sistema elettorale diviene basato su collegi binominali (ovvero ciascuno due componenti del Csm), ma è prevista anche una distribuzione proporzionale di 5 seggi a livello nazionale. Nella riforma del Csm anticipata da Rai News e Adnkronos non sono previste liste bensì candidatura individuali: il numero totale dei magistrati in Csm torna ad essere 30, di cui 20 togati e 10 laici. Il meccanismo prevede anche il ritorno del sorteggio: «Servirà ad assicurare che in ogni collegio binominale sia raggiunto il minimo previsto di 6 candidati e per riequilibrare le candidature del genere meno rappresentato». Altro punto determinante della nuova riforma della giustizia e del Csm riguarda il rapporto tra magistrati e politici (sulla scia del “caso Maresca” a Napoli): «I magistrati che hanno ricoperto cariche elettive di qualunque tipo o incarichi di governo (nazionale, regionale o locale) al termine del mandato, non possono più tornare a svolgere alcuna funzione giurisdizionale». Al termine della carica politica resta la possibilità di assumere altri incarichi fuori ruolo presso altre amministrazioni o funzioni comunque non giurisdizionali: la bozza prevede infine anche il divieto di esercitare in contemporanea funzioni giurisdizionali e ricoprire incarichi elettivi e governativi, come invece possibile fino ad oggi. Non solo, i magistrati che si sono candidati in competizioni elettorali e non sono stati eletti, per 3 anni non possono svolgere funzioni giurisdizionali (con la destinazione specifica che sarà individuata dai rispettivi organi di autogoverno).