Si è conclusa poco fa la conferenza stampa presso l’Iss, l’Istituto superiore della sanità, alla presenza dei professori Brusaferro e Locatelli. Numerosi gli argomenti trattati, a cominciare dal weekend pasquale a rischio assembramenti: “Pasqua è un momento famigliare, di condivisione, di religione, è un momento dove di solito ci aggreghiamo – sono le parole di Brusaferro – purtroppo quest’anno è un momento dove non potremo aggregarci. Dovremmo unirci nel cuore e negli affetti ma mantenendo i distanziamenti sociali. Le curve ci mostrano un decremento, ed è un segnale positivo, possiamo controllare la diffusione di questa epidemia, ma possiamo farlo solo mantenendo le distanze. Anche se la stagione è bella, anche se siamo tentati tutti di uscire, dobbiamo cercare di controllare questa voglia”. Brusaferro ricorda quindi le regole base: “Dobbiamo evitare che il numero di contagi cresca, obiettivo prioritario, e se non riusciamo a farlo tutti insieme, torneremmo ad una situazione che nessuno di noi vuole. Per farlo le condizioni sono sempre le stesse, distanziamento sociale facendo anche attenzione all’igiene personale e all’igiene dell’ambiente; questi sono argomenti importanti tanto quanto l’uso delle mascherine. La sfida è di riprendere la vita normale ma con precise misure”. Brusaferro è poi tornato sull’argomento mascherine, ribadendo la solita questione: “Sono inutili se non associate al distanziamento sociale e all’igiene personale”. Si parla poi dei tamponi, altro argomento di forte dibattito nelle ultime settimane: “Non c’è un numero di campioni a cui puntiamo, dipende dal tipo di regione e dal tipo di circolazione del virus (Locatelli “ne abbiamo fatti a ieri 850mila”). Importante nella fase 2 sarà andare a intercettare i positivi in maniera precoce. Anche nella fase 2 serviranno delle regole a scala nazionale, non si può pensare ad aperture diverse per regioni”. Infine una possibile spiegazione su come si sia diffuso il focolaio iniziale, la famosa zona rossa del lodigiano: “La zona di Codogno è densamente popolata e presenta un’interconnessione stretta fra zone per via di realtà produttive, commerciali e intensità di scambi, è uno dei punti focali del nostro paese, ed è per questo che il virus si è propagato rapidamente”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONFERENZA STAMPA ISS: “MENO CONTAGI, ALTA MORTALITÀ PERCHÉ…”
La conferenza stampa dell’ISS è stata aperta dal professor Silvio Brusaferro, che ha commentato, come di consueto, alcune slide. “La curva mostra chiaramente una situazione di decrescita ed è un segnale positivo, che non deve far abbassare la guardia. In Italia sappiamo che le regioni hanno un’intensificata attività di circolazione del virus e il dato rimane costante, grazie alle azioni intraprese dal Governo, che hanno rallentato diffusione dell’epidemia”. Le persone con ulteriori malattie, secondo Brusaferro, sono quelle più a rischio di mortalità e il 63% di chi è deceduto aveva più di tre patologie. Le morti avvengono dalle 2 alle 5 settimane dal contagio e questo significa che c’è un trascinamento molto lungo: questa è una delle ragioni per cui assistiamo quotidianamente a un numero di decessi importanti. Spazio, infine, alle RSA: “I numeri sono molto cresciuti, parliamo di una rappresentazione inevitabilmente molto elevata, in base ai dati provenienti dalle strutture, e ci sono delle zone in cui la mortalità è cresciuta”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
BOLLETTINO CORONAVIRUS ISS: UN TERZO DEI MORTI DERIVA DALLE RSA
Nuovi aggiornamenti sull’andamento epidemiologico del Coronavirus in Italia. Oggi è in programma una nuova conferenza stampa all’Istituto superiore di sanità per analizzare la situazione e fornire gli aggiornamenti tecnico-scientifici relativi al Covid-19. L’appuntamento è fissato alle ore 12 di oggi, venerdì 10 aprile, alla presenza del professor Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, e del professor Franco Locatelli. Probabile che venga trasmesso in diretta streaming video sui canali social del Ministero della Salute. Ieri ha fatto discutere il report sulle Rsa, nello specifico sui decessi che sono avvenuti all’interno di queste strutture, partendo dal 1° febbraio con l’analisi. Dalla ricerca è emerso che oltre un terzo dei morti nelle Rsa è per il Covid-19. «Noi vediamo molti focolai nelle Rsa e abbiamo una sottostima dei numeri dei decessi, è inutile negarlo: questo deriva dal fatto che in alcuni casi non viene fatto il tampone», ha dichiarato Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss. Vengono chiesti quindi interventi di urgenza per arginare questo fenomeno.
BOLLETTINO CORONAVIRUS ISS: LOCATELLI SU TEST SIEROLOGICO
Il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ieri nella conferenza stampa della Protezione civile si è soffermato sui test sierologici. Nello specifico, ha spiegato come funzioneranno. Il test sierologico prescelto dovrà essere applicabile in tutta Italia con la collaborazione delle Regioni e ovviamente di rapida esecuzione. Locatelli non ha specificato a quante persone verrà applicato, ma si tratterà di un campione statistico determinato dall’Istat e diviso in sei fasce di età, selezionando solo alcune professioni. «Verrà scelto un test sierologico connotato da elevata sensibilità, elevata specificità, larga applicabilità su tutto il territorio nazionale perché sarà uno studio su tutto il territorio con un larghissimo coinvolgimento di tutte le regioni, sul cui contributo molto contiamo», ha dichiarato il professor Locatelli. Poi ha evidenziato l’importanza della rapidità dell’esame, fondamentale «per processare un numero di campioni nell’unità di tempo e condurre a termine questa valutazione sul tasso di sieroprevalenza in tempi brevi».