«Nella prima fase abbiamo posto attenzione sugli ospedali, ora bisogna rafforzare l’isolamento domiciliare». Il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro ha parlato della “fase 2” nella conferenza stampa di oggi. Sarà cruciale, dunque, il funzionamento dell’isolamento domiciliare. «È un problema di risorse sanitarie e sociali. È una grande sfida, ma questo è un presupposto per convivere con il virus». E serve cautela per le riaperture: «Dobbiamo ripensare alla nostra organizzazione a livello di lavoro, commercio e trasporti. Stiamo facendo questo lavoro di riflessione. Servono un sistema di monitoraggio e prevenzione in parallelo». Dello stesso parere è il professor Giovanni Rezza: «È difficile trovare strutture alternative che possano ospitare coloro che sono in isolamento domiciliare. In Cina, ad esempio, è stato diverso. Le persone sono state portate in strutture apposite, con le buone o le cattive maniere». Serve quindi un rafforzamento del controllo del territorio e migliorare in identificazione e contenimento dei focolai. «Qualsiasi tipo di riapertura comporta un rischio, a meno che non si faccia come a Wuhan, chiudendo tutto e riaprendo con casi zero. In Europa nessuno ha sposato questo tipo di approccio, ma neppure in altri Paesi orientali. La Corea del Sud ha puntato su tamponi e tecnologia, la Germania è stato il Paese che ha operato in Europa con una forza organizzativa estrema».

Brusaferro nella conferenza stampa dell’Iss ha poi parlato della trasmissione fecale del virus: «Sappiamo che nelle feci possono esserci virus. Ma dove ci sono sistemi di depurazione efficienti questi riducono o annullano la possibilità di trasmissione. Stiamo studiando anche la carica infettante, non conta solo la presenza del virus». La domanda era stata posta in chiave vacanze al mare. «In questa fase la risposta è che è troppo presto per parlarne. Facciamo un passo alla volta per tenere R0 sotto 1. Dobbiamo essere consapevoli che non è un problema che si esaurisce in breve tempo, ci accompagnerà fino a quando non avremo un vaccino in milioni di dosi». Infine, sulla decisione della Lombardia di allungare la quarantena dei positivi da 14 a 28 giorni: «Bisogna restarci fino a quando i due tamponi nell’arco di 24 ore non sono negativi. Questo può avvenire in un arco di giorni differente». (agg. di Silvana Palazzo)

BOLLETTINO ISS: “ZONE ROSSE SOLUZIONE PER FASE 2”

Giovanni Rezza

, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Iss, ha confermato in conferenza stampa che c’è un trend di decrescita, legato ad una diminuzione della trasmissione del virus. Ma ha anche avvertito: «Il virus continuerà a circolare, ma a intensità più bassa. Noi abbiamo provocato artificiosamente un picco, perché c’è stato il lockdown che ha abbattuto i contagi. La popolazione quindi resta suscettibile e quello che è successo potrebbe accadere di nuovo se non fossimo attenti». Rezza ha anche evidenziato che non ci sono ancora informazioni precise sugli ultimi contagi, cioè come sono avvenuti e perché. Ci sono però delle ipotesi. «Ci sono stati dei focolai ospedalieri, delle zone rosse sono nate attorno alle Rsa oltre che dentro. Gli altri invece potrebbero essere di natura intra-familiare».

Infine, ha anticipato una delle misure che potrebbe essere usata nella “fase 2”: «Quella delle zone rosse sarà ancora una delle misure più importanti in una fase senza lockdown». Così potrebbe essere contenuta la diffusione del virus da zone dove c’è maggiore trasmissione. (agg. di Silvana Palazzo)

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BOLLETTINO E CONFERENZA STAMPA ISS: “TREND IN FASE DECRESCENTE”

«Vorremmo spendere due parole di ringraziamento a chi lavora nella rete dei trapianti», comincia così la conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità del 17 aprile 2020. La sfida più importante ora è il coronavirus, ma non dobbiamo dimenticarci delle altre. Infatti il nostro servizio sanitario continua a garantire i trapianti. Poi ha parlato della curva epidemiologica. «È in fase decrescente a livello nazionale. Ci sono zone diverse, con livelle e intensità di circolazione del virus diverse. Ma l’adozione delle misure restrittive ha consentito di limitare la circolazione in molte aree del Paese». A proposito delle differenze regionali, la Lombardia resta la regione più colpita. «La curva mostra un decremento, la stessa tendenza per Veneto ed Emilia-Romagna. Così pure le Marche, ma con numeri più limitati».

Invece altre regioni mostrano situazioni con circolazione più limitata. «C’è una forte reattività in tutto il Paese nell’andare a intercettare precocemente i focolai», ha aggiunto Brusaferro. L’analisi delle cartelle cliniche dei morti con Covid-19 mostra che la polmonite è la complicanza maggiore (96,7 per cento), poi danno renale acuto (22,%), sovrainfezione (12,4%) e danni miocardici (9,5%). (agg. di Silvana Palazzo)

BOLLETTINO ISS, CONFERENZA STAMPA IN DIRETTA

«Secondo stime approssimative, che variano da regione a regione, oltre il 90% degli italiani non è venuto a contatto con il coronavirus», così ieri ha annunciato il professore Silvio Brusaferro rimandando i dettagli alla conferenza stampa di oggi dell’Iss per il consueto bollettino epidemiologico del venerdì (ore 12, diretta in video streaming sul canale YouTube dell’Istituto Superiore di Sanità). Un report che ha “spaventato” i più facendo ben capire che anche potendo e dovendo parlare di “fase 2” bisogna utilizzare tutte le precauzioni e le gradualità del caso per non rimanere invischiati in una fatale secondo ondata del Covid-19 nei prossimi mesi. «Se non siamo molto puntuali nell’adottare le raccomandazioni la circolazione del virus può riprendere», ha spiegato ancora Silvio Brusaferro durante la conferenza stampa con Borrelli nella sede della Protezione Civile ieri pomeriggio, a margine del bollettino nazionale aggiornato al 16 aprile.

I contagi e i decessi restano in una curva di deflessione che però ancora non ci ha portati sotto il “pianoro” evidenziato negli scorsi bollettini Iss delle ultime due settimane: il risultato eccezionale, ha spiegato ancora il Presidente Iss e responsabile del Comitato Tecnico Scientifico a sostegno del Governo, è l’aver portato l’indice R0 (parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva) sotto quota 1 ovvero una persona positiva al Covid oggi può infettare “meno” di una persona, mentre solo qualche settimane fa quel dato era superiore a 2.

BOLLETTINO ISS, IL PUNTO DI BRUSAFERRO

Il risultato sul R0 sotto 1 però non può soddisfare appieno e rappresentare l’unico criterio per far ripartire tutto come prima: «Per ora la patente di immuni è difficile poterla dare in quanto i test sierologici non sono ancora così affidabili ed è necessario il tampone per la conferma», ha spiegato ancora ieri Brusaferro anticipando diversi dei temi da affrontare oggi in conferenza stampa con il bollettino Iss. «Vi sono molti prodotti per il test sierologico e il numero è in crescita, che è un dato positivo per lo sforzo scientifico e tecnologico, ma sono tutti recenti e quindi bisogna valutarne la precisione  in termini di sensibilità e capacità predittive»; tradotto, ad essere veramente risolutivo sarà il vaccino e solo quello ci potrà portare all’immunità di gregge anti coronavirus.

In Italia la quasi totalità della popolazione, secondo gli studi dell’Istituto Superiore di Sanità, sono ancora suscettibili al contagio: «L’immunità di gregge si raggiunge quando il 70-80% della popolazione è stata colpita e quindi il target è ora molto lontano», ha puntualizzato Brusaferro spiegando quindi come bisogna utilizzare molta cautela tanto nella fase di riaperture quanto nelle prossime potenziali vacanze estive. «Bisogna muoversi passo dopo passo per evitare nuova impennata dei casi: se non siamo molto puntuali nell’adottare le raccomandazioni la circolazione del virus può riprendere in maniera più intensa», ha concluso il n.1 dell’Iss.

LA CONFERENZA STAMPA DEL 10 APRILE