Si è tenuta stamane la consueta conferenza stampa Iss sul monitoraggio della curva epidemiologica, con i dati aggiornati ad oggi, 31 dicembre. Anche se la seconda ondata è tutt’altro che passata, i miglioramenti sono evidenti, grazie alle restrizioni che sono state attuate nelle scorse settimane: “I sacrifici stanno dando frutti – le parole di Franco Locatelli, presidente del consiglio superiore della sanità, presente anch’egli in conferenza al ministero della salute – perché è evidente che la curva epidemica rimane sotto controllo pur con lieve incremento di Rt su base nazionale. A fronte di numeri che meritano ancora uno sforzo, sicuramente però diamo il messaggio forte che quanto è stato messo in campo sta dando frutti”.
L’incidenza resta comunque molto elevata e lontana dalla soglia dei 50 infetti per 100 mila, ed inoltre, come ha spiegato il presidente dell’Iss, Brusaferro, vi sono ancora molte regioni con gli ospedali sovraccarichi: “La situazione è in miglioramento – ha detto – ma c’è una quota importante di regioni che comunque è ancora sopra soglia per il sovraccarico di aree mediche e c’è una regione che questa settimana non è riuscita a raggiungere la completezza del dato e quindi è collocata come a rischio elevato”. Tradotto, è ancora troppo preso per abbassare la guardia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ISS, CONFERENZA STAMPA MONITORAGGIO 31 DICEMBRE, RT 0,93: “MESI PER IMMUNITÀ GREGGE”
«La curva attuale rende ragione degli scostamenti sui flussi quotidiani, per vittime e contagi: l’impatto delle feste sarà possibile scoprirlo a metà gennaio», spiega il Presidente Iss Silvio Brusaferro nella conferenza stampa di fine anno. «Rt sotto quota 1, la curva nel nostro Paese è in decrescita, ma un po’ rallentata. Però ci sono paesi a noi vicini che mostrano invece una curva in ricrescita. Questo è un tema di grande attenzione, ed è un grande incentivo a fare in modo che nostra curva si mantenga in decrescita». Per Brusaferro la valutazione del rischio globale restano 3 Regioni con alta probabilità di rischio elevato (Veneto, Emilia Romagna e Valle d’Aosta): «Liguria, Calabria e Veneto hanno invece superato l’Rt 1 con possibilità di casi in aumento nei prossimi giorni». Per Lombardia, Basilicata e Puglia il valore Rt è intorno a 1, così come altre Regioni: l’attenzione deve sempre rimanere alta, il rischio di aumentare i contagi esiste. La cabina di regia propone come sintesi tre conclusioni: «la controtendenza nazionale su Rt, elemento da attenzionare per le misure da adottare», spiega il Presidente Iss sottolineando l’incidenza elevata ma lontana dalla soglia di rischio per il sistema sanitario nazionale.
L’INTERVENTO DI LOCATELLI
Per il Presidente Css Franco Locatelli fondamentale è la fase di vaccinazione iniziata tre giorni fa: «con le prime 470mila dosi possiamo iniziare la vera vaccinazione delle categorie più sensibili e prioritarie. Non siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi, è troppo prematuro giudicare dopo solo 4 giorni con dosi simboliche e in piena bufere meteorologiche». Sempre per il membro del Cts, da sottolineare le 27 milioni di dosi già in “possesso” dell’Italia con 13 milioni di dosi addizionali, solo con Pfizer: «abbiamo oltre 40milioni di dosi con Pfizer, ma in breve arriveranno anche le idoneità sul vaccino di Moderna che vedrà altre 10 milioni di dosi per il nostro Paese, con possibili altre 10 milioni addizionali». Sommando solo Pfizer e Moderna, spiega Locatelli, «sfioriamo le 62 milioni di dosi per i prossimi mesi, il tutto senza contare i vaccini AstraZeneca, Johnson-Johnson, Curevac e Sanofi». Per l’Istituto Superiore di Sanità la fine anno di oggi occorre salutare il 2020 con «un raggio di sole e di luce dopo il doloroso buio dell’anno appena passato».
LA CAMPAGNA VACCINI: LE PAROLE DI REZZA
Per il direttore Iss prof. Giovanni Rezza «non possiamo estendere sacrifici all’infinito per i cittadini. La campagna di vaccini ci aiuta a sperare per un effetto migliorativo su tempi però ancora medio-lunghi»; l’immunità di gregge non si può raggiungere subito, si può raggiungere solo con il 70% di popolazione vaccinata «ma questa soglia può alzarsi e abbassarsi a seconda di quale tipologia di popolazione si va man mano a vaccinare. Più persone si immunizzano più il Covid sarà bloccato», sottolinea ancora Rezza. «Abbiamo il calendario vaccinale più bello del mondo, l’organizzazione c’è e non nasce oggi ma quello che c’è di nuovo è la rapidità di intervento, tante vaccinazioni in tempi molto brevi e serve sforzo supplementare». Sui test molecolari, spiega Rezza alle domande dei giornalisti, bisognerà valutare al meglio tutte le specifiche anche per rendere pubblici tutti i dati a gennaio; dal 7 gennaio il sistema di classificazione delle Regioni (fasce rossa, arancione, gialla) riprenderà come prima delle Feste di Natale, «venerdì prossimo faremo ulteriore monitoraggio per la 34esima settimana consecutiva», spiega il Presidente Iss Brusaferro.
INDICE RT A 0,93
Sempre in attesa di comunicazioni circa l’orario della conferenza stampa di fine anno dell’Istituto Superiore di Sanità, emergono nuovi dettagli del monitoraggio Iss prodotto nell’ultima settimana dell’anno (22-27 dicembre): l’indice Rt nazionale sale a 0.93 ed è dunque in aumento, anche se lieve, per la seconda settimana consecutiva dopo la fase calante della seconda ondata di Covid-19. «L’epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali. Tre regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 e altre 3 hanno un valore che sfiora l’1», spiegano gli scienziati nel documento diffuso via “bozza” alle agenzie.
«La Regione Veneto oltre ad un Rt puntuale maggiore di uno si accompagna a una incidenza particolarmente elevata», si legge ancora nel monitoraggio Iss, dove sono in tutto 9 le regioni classificate a rischio basse, 11 a rischio moderato e 3 a possibile elevata trasmissibilità (Emilia Romagna, Valle d’Aosta e appunto Veneto). «L’incidenza dell’epidemia “rimane ancora molto elevata e l’impatto è sostenuto nella maggior parte del Paese. Inoltre, si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni un rischio moderato o alto di una epidemia non controllata e non gestibile. Tale situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie», conclude la bozza del report settimanale sul Covid-19. (agg. di Niccolò Magnani)
LE ANTICIPAZIONI DEL NUOVO MONITORAGGIO
Il nuovo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sul monitoraggio settimanale illustrerà nella conferenza stampa quelli che saranno i dati sulla diffusione dell’epidemia da Covid-19 in Italia. L’Indice Rt, dalle prime anticipazioni che sono state divulgate, risulta ancora in aumento: al momento sono tre le Regioni (Veneto 1,07, Liguria 1,07, Calabria 1,09) con un indice di trasmissione Rt maggiore di 1, compatibile con uno scenario di tipo 2 (secondo la definizione: trasmissibilità sostenuta e diffusa ma gestibile dal sistema sanitario nel breve e medio periodo). Si cono poi altre tre Regioni (Basilicata 1,09 Lombardia 1 e Puglia 1) che oltrepassano l’Rt 1 nel valore medio, altre tre sono alla soglia (Emilia Romagna 0,98, Friuli Venezia Giulia 0,96 e Marche 0,99). 6 regioni oltre l’indice Rt 1 portano l’indice Rt nazionale a 0,93, dunque sotto quota 1 ma per la terza settimana consecutiva in crescita, dopo aver toccato quota 0,80. Dati minimamente incoraggianti per quanto riguarda i ricoveri nelle strutture ospedaliere e sanitarie: i ricoverati in terapia intensiva sono in lieve calo nell’ultima settimana, passando da 2.731 (dato del 21/12/2020) a 2.565 (dato del 28/12/2020); in generale i ricoverati in normali reparti ospedalieri da Covid-19 sono calati negli ultimi sette giorni dalla quota di 25.145 (dato del 21/12/2020) a 23.932 (dato del 28/12/2020). (agg. di Fabio Belli)
ISS, MONITORAGGIO 31 DICEMBRE: 84MILA MORTI IN PIU’ IN ITALIA
Oggi verrà presentato il nuovo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss) sul monitoraggio settimanale, con la consueta conferenza stampa. Al momento non è noto l’orario in cui si terrà l’appuntamento, che comunque verrà trasmesso in diretta tv sui canali all-news e in video streaming sul canale YouTube ufficiale del Ministero della Salute. Stando a quanto anticipato dal Corriere della Sera, non dovrebbe esserci spazio per la colorazione delle Regioni, che resteranno in zona rossa da oggi fino all’Epifania, ad eccezione del 4 gennaio, quando invece l’Italia sarà in zona arancione. Quella che verrà fornita oggi dall’Istituto superiore di sanità sarà, dunque, la consueta “fotografia” aggiornata del contagio di coronavirus in Italia grazie al monitoraggio costante che viene condotto.
Ieri però è stato pubblicato un report in cui l’Iss ha collaborato con l’Istat che scatta una fotografia ben più ampia, quella sull’impatto del Covid sulla mortalità in Italia. Un modo per comprenderlo è vedere il numero dei morti in un periodo e confrontarlo con il dato degli anni precedenti. Il periodo di osservazione è stato febbraio-novembre 2020. Il risultato è che in Italia ci sono stati 84mila morti in più rispetto alla media degli anni 2015 e 2019. «Il rapporto, in continuità con le edizioni precedenti, analizza i dati sull’eccesso di mortalità in Italia in relazione ai 5 anni precedenti contribuendo così a meglio comprendere l’impatto della pandemia SARS-CoV-2 nel Paese ed il suo peso rispetto alle altre cause di morte», il commento di Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.
ISS, MONITORAGGIO 31 DICEMBRE: INDICE RT E VACCINO COVID
La conferenza stampa di oggi dell’Istituto superiore di sanità (Iss) rappresenta un’occasione per capire il nuovo indice Rt (l’ultimo è quello di 0,90) e quanto sia attendibile il monitoraggio di quest’ultima settimana, considerando le difficoltà emerse durante le feste di Natale. Il nostro Paese, che era arrivato ad eseguire oltre 200mila tamponi al giorno, ora ne sta processando sempre meno tamponi, salvo qualche picco diventato ormai eccezionale. Le festività potrebbero aver inciso, ma ciò potrebbe essere il sintomo di qualche difficoltà. Con il monitoraggio settimanale sarà possibile anche comprendere la situazione all’interno degli ospedali. Stando a quanto riferito dall’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas), dai dati relativi a martedì 28 dicembre emerge che i posti nelle terapie intensive occupati dai pazienti affetti da Covid sono il 30% di quelli disponibili, quindi si attestano proprio in corrispondenza della soglia di allerta, non superandola però rispetto invece a quanto accaduto nelle settimane scorse. In calo, invece, i posti letto occupati dai pazienti Covid nei reparti ospedalieri: si attestano al 37%, sotto la soglia di allerta del 40%. Un calo registrato già dalla scorsa settimana. Ma la conferenza stampa dell’Iss sarà anche l’occasione per fare il punto della situazione sulla campagna di vaccinazione di massa, con il vaccino Pfizer-BioNTech che ha “aperto le danze” in attesa che l’Agenzia europea per il farmaco (Ema) approvi anche quello di AstraZeneca-Oxford.