Pochi istanti fa è stato reso noto il bollettino coronavirus della Lombardia di oggi, mercoledì 20 maggio 2020. Intervenuto in conferenza stampa, l’assessore alle Politiche Sociali Stefano Bolognini ha presentato i dati aggiornati: +294 casi positivi e +65 decessi, totale di 85.775 contagiati e 15.662 morti. Buone notizie dagli ospedali: -13 ricoverati in terapia intensiva e -145 ricoverati negli altri reparti Covid. Grande balzo in avanti dei guariti, +849 nelle ultime 24 ore.



Questo il commento dell’assessore Bolognini: «I dati fanno ben sperare, c’è un graduale ma costante ritorno alla normalità. I numeri ci danno un po’ di sollievo: non dobbiamo abbassare la guardia, ma questi dati ci dicono che abbiamo imboccato la strada giusta. Due dati in particolare – il calo degli attualmente positivi ed il numeri di nuovi positivi in base ai tamponi effettuati – ci dicono che aumentiamo la prevenzione e che ci sono meno positivi. Stiamo facendo tutti un po’ di fatica, ma dobbiamo farla per mantenere questo trend». Qui di seguito le slide e la conferenza stampa. (Aggiornamento di MB)



 

 

BOLLETTINO CORONAVIRUS LOMBARDIA, SCONTRO FONTANA-GORI

Attilio Fontana è stato ospite stamane di Storie Italiane. Il governatore della regione Lombardia ha commentato i dati di ieri, in aumento rispetto alle 24 ore precedenti, vedendo comunque il bicchiere mezzo pieno: “Si è ridotto il numero dei ricoverati in ospedale e nelle terapie intensive – ha detto – la situazione non finirà, continueremo a convivere con il virus, è oggettivo, se dovessero aumentare in maniera preoccupante i contagi, andremo ad esaminare le cause con attenzione: più aumentano le attività lavorative e più c’è il rischio di infezione”. Fontana si dice comunque ottimista visto che la maggior parte dei lombardi ha seguito le regole, anche se non mancano le “mele marce”: “Troppe apericene, troppi bar sommersi di persone e questo non va bene, se la cosa dovesse continuare saremo costretti a chiudere. Dobbiamo riacquistare la nostra libertà passo dopo passo, non possiamo fare 5 passi in un colpo solo, rischiamo di perdere tutto: abbiamo dato possibilità di riaprire bar e ristoranti ma a condizioni di rispettare certe regole”.



Piccola polemica con il sindaco di Bergamo Gori che ha contestato la decisione di Fontana di mettere il distanziamento di almeno un metro ai ristoranti anche fra conviventi, marito e moglie, ecc ecc: “Quella di Gori – ha detto Fontana a riguardo – è una polemica per venire contro la regione”. Infine il governatore ha spiegato: Paura di chiudere? Sono ottimista e convinto che i miei cittadini si comporteranno bene, comportiamoci bene e a inizio giugno concederemo altre libertà, ma dobbiamo farlo passo dopo passo”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

I DATI DI IERI IN LOMBARDIA

Se lunedì era stato un giorno moto positivo per la Regione Lombardia, già il bollettino coronavirus di ieri ha frenato gli entusiasmi: metà dei contagi nazionali sono stati infatti registrati nella sola Lombardia (+462 sugli oltre 800 in Italia), idem per quanto riguarda le vittime con il 19 maggio che ha ancora riservato il drammatico conto di 54 morti positivi al Covid-19 (erano stati 24 il giorno precedente). Nell’ultimo bollettino disponibile prima del 20 maggio resta comunque il dato confrontante per quanto riguarda i numeri sulle ospedalizzazioni: sono 85.481 le persone contagiate dal coronavirus dall’inizio della pandemia (27.291 quelle attualmente malate), con +167 guariti tra martedì e lunedì (36.082 totali) , -8 posti occupati in terapia intensiva (244 il dato generale) e ancora -56 ricoverati in reparti Covid-19, con dato regionale che scende fino a 4.426.

Il grado di tamponi è aumentato considerevolmente rispetto ai 6mila del giorno prima, con la giornata di ieri che ha visto infatti +14.918 test effettuati e da qui si spiegano gli aumenti di contagi registrati. ««I dati tracciano un andamento sicuramente positivo. Su 14.918 tamponi effettuati sono stati registrati solo 462 casi positivi, è un dato che ci conforta. La situazione merita di non abbassare la guardia, bisogna rispettare tutte le norme di sicurezza, ma con questi numeri siamo in una parabola discendente che va avanti da diversi giorni», ha spiegato ieri in conferenza stampa l’assessore agli Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni, Massimo Sertori.

CORONAVIRUS LOMBARDIA, SALA E GORI ATTACCANO LA REGIONE

La fase 2 della Lombardia preoccupa anche se i dati per il momento raccontano di un’emergenza del tutto in discesa sotto praticamente tutte le voci del bollettino quotidiano (tranne purtroppo il dato sulle vittime): in attesa dei nuovi aggiornamenti nella consueta conferenza stampa in diretta video streaming dopo le ore 17.30 dai canali social di Palazzo Lombardia, la situazione nelle province è sostanzialmente diversificata. Aumento esponenziale a Bergamo (+144 in un solo giorno) e Milano (-102, 49 nel solo capoluogo), mentre è quasi a contagio zero l’area di Lodi e Cremona: dopo due giorni di riaperture l’impressione è che ancora il coronavirus debba essere combattuto a lungo prima di essere debellato definitivamente dalla Regione più colpita d’Italia.

E così sono proprio i sindaci delle due province ora più contagiate che tornano ad accusare la gestione tanto del Governo Conte quanto della giunta Fontana-Gallera per l’intera emergenza: «Se Milano riparte, riparte il Paese ma se Milano non riesce a ripartire sarà un segno drammatico», ammette Beppe Sala a Rtl 102.5 stamane, affondando poi «il governo ha stanziato 3 miliardi in totale per gli 8 mila Comuni italiani, non va bene, non esiste. Ma soprattutto a noi sindaci fa anche un po’ arrabbiare il fatto che la stessa cifra viene data ad Alitalia». Più duro è invece il sindaco di Bergamo Giorgio Gori a Radio Capital «Io penso che Fontana abbia sbagliato parecchio. In parte credo abbia giustificazione perché in Lombardia l’emergenza sanitaria è stata più violenta che altrove ma quando dice che non ha sbagliato nulla mi pare contraddetto dai fatti e anche dell’opinione di molti cittadini lombardi. Commissariare? Non credo che sia una soluzione. Il tema è cambiare rotta».