Crescono ancora i morti per coronavirus rispetto al bollettino di ieri, ma è la curva del contagio che si registra positivamente in “frenata” come ravvisato negli scorsi aggiornamenti: sono 75.528 i casi positivi attualmente (+1.648 rispetto a ieri), mentre sono ancora 812 i morti (ieri erano 756, ndr) sul bilancio totale che sale così a 11.591 dall’inizio dell’epidemia. Sono in crescita i guariti, con il dato più alto visto dall’inizio dell’emergenza (+1.590) che fissa il bilancio a 14.620: sul fronte della terapia intensiva per quanto riguarda i ricoverati, i dati vedono un aumento finalmente non più “esponenziale” (+75 su ieri) per un dato che ad oggi si ferma a 3.981. La conferenza stampa del commissario Borrelli ha poi aggiunto come sul bilancio totale delle persone infettate dal coronavirus il numero si ferma a 101.739 (+4.050, +4,1%).

«6650 denunce ieri contro quarantena, c’erano anche persone positive: solo con il rispetto di queste misure si potrà sconfiggere questo virus nei tempi previsti e attesi», ha commentato il Capo della Protezione Civile a margine del bollettino. Per il Presidente del Css Franco Locatelli i dati del 30 marzo «sono positivi, tranne sui morti dove però abbiamo bisogno di un arco temporale maggiore. I contagi sono in linea con quelli accumulati negli scorsi giorni. Cala il numero dei soggetti in aumento per contagi, cala anche il numero di chi ha bisogno di essere ricoverato nelle terapie intensive. A Lodi, Bergamo e Brescia il numero di eventi respiratori infettivi è marcatamente ridotto rispetto a giornate come il 14-15 marzo, la metà circa degli interventi richiesti sul territorio».

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BOLLETTINO LOMBARDIA, VENETO E TOSCANA

In attesa della conferenza stampa della Protezione Civile, emergono alcuni dettagli importanti da tre grandi Regioni colpite dal coronavirus fino al 30 marzo: in Lombardia il bollettino (QUI LA NOTIZIA) con gli aggiornamenti sul contagio sorridono per quanto riguarda la diffusione del Covid-19 (solo 1.154 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore per un totale di 42.161) mentre sul fronte decessi vanno registrati purtroppo ancora 458 morti che fanno salire il bilancio generale alla cifra tremenda di 6.818 persone uccise dal coronavirus.

In Veneto i dati del contagio sono più contenuti (QUI LA NOTIZIA)215 i nuovi contagiati che fanno salire il bilancio totale a 8724 casi – come del resto anche i decessi, da sempre per fortuna in massa minore rispetto a Lombardia ed Emilia Romagna: 11 le nuove vittime di giornata in Veneto, conteggio a 413 morti totali dall’inizio della pandemia. In Regione Toscana invece l’ultimo bollettino segna 290 nuovi casi (4412 dall’inizio) e purtroppo altri 16 decessi, che portano il numero delle vittime toscane a 231. Siamo ora in attesa del confronto diretto con l’intera media nazionale in arrivo con il bollettino aggiornato della Protezione Civile: ecco qui sotto come seguire la conferenza stampa.

I DATI DEL BOLLETTINO CORONAVIRUS AL 30 MARZO

Il calo dei contagi e il numero di decessi che aumenta in maniera “meno veloce” sono notizie che possono essere ascritte come “positive” solo per la tremenda drammaticità cui ormai siamo abituati dall’emergenza coronavirus: l’ultimo bollettino della Protezione Civile aggiornato a prima del 30 marzo mostra ancora 73880 contagiati (+3851 rispetto a domenica), 10779 morti (+756) in tutta l’Italia, ancora ai vertici mondiale per l’infezione da Covid-19. Eppure il trend di aumento “diminuisce”, come ribadito ancora ieri in conferenza stampa dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli: in attesa dei nuovi dati in aggiornamento questo pomeriggio, con il nuovo bollettino delle ore 18, diamo una “rinfrescata” a quanto già pervenuto a livello regionale.

I casi attualmente positivi sono 25.392 in Lombardia, 10.535 in Emilia-Romagna, 7.251 in Veneto, 7.268 in Piemonte, 3.160 nelle Marche, 3.786 in Toscana, 2.279 in Liguria, 2.362 nel Lazio, 1.556 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 1.432 in Puglia, 1.141 in Friuli Venezia Giulia, 1.034 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.330 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 897 in Umbria, 539 in Valle d’Aosta, 582 in Sardegna, 577 in Calabria, 197 in Basilicata e 100 in Molise: «Guardando i numero di questo fine settimana cioè di quelle persone purtroppo ancora decedute, si vedono cambiamenti grandi ogni giornata, un sistema sanitario che sta rispondendo con le misure che stanno funzionando […] i nostri comportamenti salvano vite umane», spiegava ieri in conferenza stampa lo pneumologo consigliere del Comitato Scientifico Luca Richeldi.

BOLLETTINO PROTEZIONE CIVILE, IL PUNTO DELL’ISS

Dalle previsioni stilate ancora questa mattina si attendono novità con lieve calo di contagi tanto dalla Lombardia quanto dal Veneto, perciò lo stesso bollettino nazionale della Protezione Civile (in rigorosa diretta video streaming sui canali del Dipartimento Nazionale) potrebbe anche per oggi confermare una vicinanza ormai prossima al tristemente noto “picco del contagio”. Lo ha spiegato bene il n.1 dell’Iss Silvio Brusaferro in una intervista a Repubblica: «Il rallentamento c’è. Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti».

Le misure di contenimento verranno certamente prorogate dal Governo nelle prossime ore, per passare una Pasqua al 100% in quarantena: e poi? Per Brusaferro la strada è segnata «intanto arriviamo fino a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere. Più preciso non riesco ad essere perché su questi temi non è possibile dare una risposta secca, va vista l’evoluzione dell’epidemia. Comunque la decisione finale non spetta a me». Il parere dell’Istituto Superiore di Sanità è netto: prima quella curva di infezioni deve calare significativamente (e per ora non lo sta facendo) e poi si può parlare di riaperture graduali, «La sfida da una parte è certamente quella di garantire assistenza in ospedale a chi ne ha bisogno ma dall’altra è anche quella di occuparsi di chi ha pochi sintomi. Questi cittadini devono fare l’isolamento, a casa o in una struttura protetta» conclude Brusaferro.

IL BOLLETTINO DEL 29 MARZO