È terminato il confronto tra Regioni, Comuni, Provincie e Governo con diversi punti affrontati in vista del prossimo Dpcm “Natale” in arrivo dal 4 dicembre: i Presidenti di Regione hanno richiesto che sulla scuola rimanga la Dad per le superiori almeno fino al prossimo 7 gennaio, in contrasto alla proposta della Ministra di voler riaprire prima delle vacanze di Natale. Sul tema spostamenti, il Governo sembra invece netto nel chiudere alla richiesta di maggiore libertà di movimento richiesta dalle Regioni: si va verso la chiusura dei confini mantenuta, con deroga per ricongiungimenti a coniugi, genitori e figli, partner conviventi. Tema piuttosto delicato è stato quello delle vacanze in montagna, con il Ministro Boccia che ha confermato la linea molto dura già avanzata dal Premier Conte: «impianti da sci riapriranno quando epidemia sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese-un mese e mezzo». Polemiche solleveranno anche le dichiarazioni dei Ministri Boccia e Speranza in merito al coprifuoco che non sembra varierà nemmeno il giorno di Natale o Capodanno: «Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Questa è eresia, non facciamo i sepolcri imbiancati. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede».



LE RICHIESTE DELLE REGIONI

Potrebbe cominciare con qualche minuto di ritardo la conferenza Stato-Regioni visto il parallelo vertice di Governo che a Palazzo Chigi mette a confronto i capidelegazione sulle prossime misure da mettere in atto in vista del Natale. La composizione invece che va delineandosi sui nuovi “colori” delle Regioni per i prossimi giorni vede Lombardia e Piemonte ormai quasi certe di passare in zona arancione, Basilicata, Sicilia e Puglia invece rischiano la zona rossa in attesa del monitoraggio definitivo della cabina di regia di domani. «Ci stiamo confrontando col Governo. Non so se partiremo il lunedì oppure già il sabato. Ma noi siamo pronti», ha spiegato l’assessore al Welfare Lombardia Giulio Gallera, ribadendo come lo sforzo fatto dai territori sia stato imponente e encomiabile «E’ giusto che si possa il prima possibile iniziare una riapertura lenta, graduale, che deve essere accompagnata da un grandissimo senso di responsabilità, perché non dobbiamo ricadere a breve in un’altra situazione di criticità, ma è giusto farlo», conclude il n.1 della Sanità di Regione Lombardia. Chi invece lancia un grido di allarme è il Governatore del Veneto Luca Zaia «Nelle ultime 24 ore abbiamo avuto quasi 4.000 nuovi positivi, per la precisione 3.980 ma va considerato che abbiamo fatto quasi 60mila tamponi tra molecolari e rapidi». Attende il verdetto del Governo, non senza qualche polemica («venerdì, è il giorno dei ‘cambi di colore’, con le nomination, sembra di essere al ‘Grande Fratello’») ma lancia un appello anche ai propri cittadini veneti: «Dobbiamo fare di tutto per rimanere in zona gialla, e ricordo che se fossimo in zona arancione i confini comunali sarebbero stati bloccati […] Vedo continui assembramenti per il black friday per comprare una tv o un ipad, e poi c’è il black friday va bene ma non deve durare 15 giorni… – ha concluso Zaia – ma non posso pensare di gestire la comunità a suon di ordinanze, mi rifiuto di andare oltre questo limite».



NUOVO VERTICE STATO-REGIONI SU DPCM E ZONE ROSSE

Alle ore 16 il Ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia ha convocato la nuova Conferenza Stato-Regioni-Anci-Upi a seguito della richiesta pervenuta direttamente dai Presidenti di Regione per un confronto attivo sul prossimo Dpcm “Natale” (previsto dal 3 dicembre prossimo, ndr). Alla riunione in videoconferenza parteciperanno i Ministri Boccia e Speranza (Salute), il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il commissario all’emergenza Covid Domenico Arcuri e i rappresentanti di Regioni, Comuni e Province: il tutto sarà preceduto da un vertice di Governo con il Premier Conte e i capidelegazione che proverà a determinare una bozza di base del nuovo decreto da presentare poi in Conferenza. I temi principali riguardano lo shopping e i negozi da riaprire (ipotesi orario allungato fino alle 22, centri commerciali aperti invece nei weekend); i bar e ristoranti che torneranno aperti ma solo fino alle ore 18; le regole per cenoni e veglioni di Natale e Capodanno, con la raccomandazione di non superare le 8 persone a tavola; il nodo spostamenti, con lo scontro ancora acceso all’interno del Governo se tenere aperti o meno i confini regionali (mentre si ipotizza la quarantena di 2 settimane al ritorno in patria per chi deciderà di trascorrere all’estero le vacanze), ma con deroga per i ricongiungimenti familiari; il nodo montagna, con la linea dura del Governo che triangola con gli altri Paesi europei per tenere chiusi tutti gli impianti da sci.



GOVERNO-REGIONI: I TEMI SUL TAVOLO

«Io non so se i 21 parametri diventeranno 5; questo penso debbano deciderlo i tecnici e, poi, la politica dovrà valutare quali sono le restrizioni più opportune per evitare che possa esserci una terza ondata. Per tenere bassa la curva dei contagi, decideremo con le Regioni qual è il metodo migliore», così ha spiegato ieri il Ministro Boccia rispondendo all’interrogazione presentata dal deputato della Lega Riccardo Molinari. Si parlerà anche di questo nel confronto tra Governo e Regioni in vista del prossimo Dpcm: «Abbiamo chiesto alle Regioni una valutazione scientifica ulteriore. Oltre ai tre componenti che – vi ricordo – sono stati indicati dalla Regione Lombardia, dalla Regione Umbria e dalla Regione Campania, le Regioni hanno indicato altri dieci tecnici che si stanno confrontando con il professor Brusaferro con i tecnici e dell’Istituto superiore di sanità. Io penso che quegli elaborati debbano essere patrimonio collettivo, non sono patrimonio di parte e non portano a decisioni, soprattutto, politiche di parte ma sono decisioni a tutela della nostra condizione sanitaria e di una rigorosa difesa della salute», conclude Boccia. Sulle regole in vista del Natale, un altro tema dirimente sarà quello della scuola con la Ministra Azzolina che punta alla riapertura totale dal 9 dicembre ma con Governatori e Cts che chiedono, oltre a regole “nuove” (come orari scagionati e trasporti potenziati), anche il metodo di controllo capillare sugli istituti per aver traccia dei possibili contagi che potranno scattare da una ipotetica riapertura delle lezioni in presenza anche per medie e superiori.

LA SITUAZIONE DELLE REGIONI: CHI ESCE DALLA ZONA ROSSA

Nel confronto di oggi tra Governo, Regioni e territori si anticiperanno poi le decisioni che domani la cabina di regia anti-Covid dovrà prendere davanti ai dati del monitoraggio nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità: «Anche oggi buone notizie: il trend positivo si rafforza», spiegava giusto ieri il Governatore della Lombardia, sulla stessa linea del Piemonte. «In Lombardia ben 15.749 guariti con 246 persone dimesse dai reparti sub-intensivi. Il rapporto dei positivi su oltre 42.000 tamponi è del 12%. Risultato di sacrifici e responsabilità che ci avvicina ad un allentamento delle misure. Teniamo alta la guardia», ha aggiunto Attilio Fontana in un post social. Nella Conferenza Stato-Regioni si parlerà dunque non solo di Dpcm Natale ma anche di “colori” e fasce di rischio che domani potrebbero cambiare in alcune aree del Paese. La Lombardia in primis potrebbe passare da zona rossa ad arancione già dai prossimi giorni, con l’Rt disceso in tutte le province più a rischio nelle ultime settimane; per Alberto Cirio, Presidente Piemonte, la situazione è assai simile «L’Rt quando andammo in zona rossa era 2.16 e nell’ultimo report di venerdì era di 1.1. Questo vuol dire che il ‘contachilometri’ del contagio ha rallentato e rallentato molto». Secondo le anticipazioni offerte oggi dal Sole 24 ore, Valle d’Aosta e Calabria dovrebbero invece rimanere ancora zona rossa visto il tracciamento in molti territori praticamente “saltato”, specie nella regione ancora orfana di un Presidente ufficiale (dopo la morte di Jole Santelli) e di un commissario alla Sanità, ancora non scelto dal Consiglio dei Ministri. Incerta la situazione su Sicilia e Puglia (oggi arancioni) mentre rischia anche la Basilicata verso numeri che potrebbero portarla in zona rossa già da domani.