«Non perdiamo il senso di comunità. Molti italiani non ci saranno più il prossimo Natale, ma non dobbiamo perdere il senso di comunità, quello che è venuto fuori nella prima ondata e che ci ha consentito anche di dimostrare che il Paese ha una capacità di reazione molto forte», lo ha spiegato a margine della Conferenza Stato-Regioni il Ministro Boccia, intervenuto a La Vita in Diretta. Dalle polemiche sugli impianti di sci fino alle regole sullo shopping, per giungere al Dpcm di Natale e alle regole sugli spostamenti: «Con 600-700 morti al giorno parlare di cenone è fuori luogo, lo dico con grande chiarezza. Natale e Capodanno è ancora più fuori luogo». Al momento dal Governo il messaggio è quello di aprire il meno possibile per evitare una “terza ondata” tra gennaio e febbraio, perciò – rilancia Boccia – «Valuteremo nel prossimo Dpcm se ci saranno le condizioni e per fare cosa. So che è dura, per le famiglie, per i ragazzi che vanno a scuola, per i lavoratori sanitari, e per tutti quanti noi però dobbiamo reggere ancora questo mese, dobbiamo tenerci per mano e sono sicuro che vinceremo e ne usciremo più forti di prima. Ma non dobbiamo farci abbattere e perdere il senso di comunità che fa dell’Italia il Paese eccezionale che è». Sul tema degli spostamenti, Boccia si conferma tra i maggiori “rigoristi” interni al Governo: «Sono assolutamente contrario a spostamenti come quelli estivi. Non ci sono le condizioni. Il sisteme delle zone ha funzionato. Ora dobbiamo continuare così. Prima del Pil dobbiamo difendere salute e vita, poi arriverà anche il Pil».
CAOS SCI: LOMBARDIA “SCELTE SCRITERIATE DEL GOVERNO”
Mentre prosegue la discussione sul Dpcm “Natale” (qui tutte le ultime novità), la Conferenza delle Regioni arriva alla riunione con il Governo in questi minuti con il piano approvato sulle linee guida degli impianti sciistici: «Non vuol dire che abbiamo segnato un gol, diciamo che in via preventiva troviamo assurdo non avere le linee guida, perché semmai decidessero di aprire noi comunque le abbiamo fatte. Le linee guida prevedono misure per evitare gli assembramenti, le code con contingentamento agli ingressi degli impianti», spiega il Presidente del Veneto Luca Zaia in vista della Conferenza Stato-Regioni. A chi però la decisione a monte del Governo non va per niente giù è la Lombardia: «Tenere chiusi gli impianti sciistici in Lombardia vuol dire fare fallire l’economia della montagna», attaccano gli assessori Davide Caparini e Massimo Sertori (Bilancio e Montagna), definendo come “incomprensibile” la probabile scelta del Governo di chiudere al 100% gli impianti nel prossimo Dpcm “Natale”. La riunione di oggi con Boccia e Speranza servirà proprio per mettere nero su bianco le intenzioni del Governo per affrontare la delicata ripresa del turismo invernale. Intanto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a “Radio Cusano Campus” è tornato stamane sul tema dei 21 parametri Cts: «I dati ovviamente provengono dalle Regioni. Se vi sono difficoltà di organizzazione nelle Regioni, ci possono essere difficoltà e ritardi nella comunicazione dei dati. Si sta migliorando sempre di più il flusso, ma è chiaro che un margine di errore esiste sempre».
LA RIUNIONE IN CALABRIA
Si riunisce oggi alle 15 la Conferenza Stato-Regioni con il consueto video collegamento ma con la particolarità del Ministro Francesco Boccia in presenza dalla Calabria, dopo le settimane di caos totale per la gestione della sanità sull’asse Governo-Regione. «Fino a fine mese ci sarà un tavolo tecnico tra il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro, i tecnici dell’istituto, quelli del ministero della Salute e delle Regioni per valutare le ulteriori ponderazioni e proposte delle Regioni», lo aveva detto giovedì scorso nell’ultima riunione con le Regioni lo stesso Ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, annunciando la Conferenza fissata per oggi. Tanti i temi sul tavolo, a cominciare dalla richiesta dei territori di rivalutare i 21 parametri del Cts che monitorano e decidono i “colori” delle Regioni (secondo l’ultimo Dpcm). Su questo il Ministro Speranza è stato però netto e difficilmente fino al 3 dicembre – data del prossimo Dpcm – qualcosa cambierà: «Nessuno sottovaluti la serietà della situazione. La pressione sulle strutture sanitarie è molto alta. Non si può assolutamente scambiare qualche primissimo e ancora insufficiente segnale incoraggiante in uno scampato pericolo. I primi segnali positivi sono frutto delle misure che abbiamo assunto nelle ultime settimane».
CONFERENZA REGIONI: GLI ALTRI NODI
Non c’è solo la sfida a distanza tra Governo e Regioni sui criteri per l’attribuzione di fasce di rischio, sul tavolo della Conferenza odierna si parlerà anche diffusamente del prossimo schema adottato da Palazzo Chigi per riaprire alcune attività nel mese di dicembre: dallo shopping (si pensa ad aperture 9-22 per consentire un respiro economico ai commercianti sotto Natale) al cenone di Natale (basta obblighi, fissato limite di 6 persone per raduni familiari ma senza più vincolo di parentela), passando per i nuovi protocolli sulle Messe in Chiesa e sul tema sempre caldissimo della scuola (lo scontro tra Azzolina e gli altri Ministri per allungare la Dad fino a dopo gennaio per i licei, con parere contrario del Miur). Sulle riaperture il vero nodo è però il tema degli spostamenti: nei giorni di Natale e Capodanno dovrebbero rimanere comunque chiusi bar e ristornati, ma sugli altri giorni potrebbero essere le singole Regioni a decidere quale ordinanze adottare. In merito allo spostamento tra Regioni invece il Governo è diviso: da un lato i ministri “rigoristi” Roberto Speranza, Francesco Boccia e Dario Franceschini che non vogliono aprire i confini regionali, dall’altro Di Maio, Conte e i ministri renziani che invece vorrebbero togliere il vincolo di spostamento per i ricongiungimenti familiari (vietando invece tutti gli altri, ndr). Da ultimo, sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni arriverà la bozza di testo prodotta dai territori sulla questione impianti sciistici: la linea del governo sembra quella di autorizzare dal prossimo 3 dicembre una riapertura al 50% della capienza degli impianti, ma solo nelle Regioni “gialle” o “arancioni”. Se arriverà il via libera oggi della Conferenza, la parola poi passerà al Cts per l’ultima validazione definitiva.