La ripartenza è diventata una corsa ad ostacoli per gli alberghi: le regole sono troppe e sono pure diverse tra le varie regioni. Confindustria Alberghi lancia un appello al governo chiedendo unità. «Stiamo seguendo in queste ore le diverse ordinanze che arrivano dalle regioni italiane», scrivono nel comunicato. L’accordo raggiunto dalla Conferenza delle Regioni, «per quanto perfettibile, aveva segnato la strada per un percorso di regole comuni ed omogenee», ma già in queste ore «stanno emergendo delle linee di condotta molto diverse». Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi, ritiene fondamentale dare «un messaggio chiaro e univoco soprattutto in tema di sicurezza» così da trasmettere la giusta serenità e fiducia a coloro che nei prossimi mesi vorranno trascorrere «qualche giorno fuori casa recuperando quella normalità che abbiamo dovuto abbandonare nei mesi scorsi».



CONFINDUSTRIA ALBERGHI “TROPPE REGOLE DIVERSE TRA REGIONI”

Secondo Confindustria Alberghi è difficile pensare che la fiducia possa ricostruirsi su elementi come la distanza minima interpersonale, se questa è diversa da una regione all’altra «o se i test sierologici possono essere imprescindibili in alcuni territori». Nelle scorse settimane hanno elaborato, con altre associazioni del settore, un protocollo comune per il comparto alberghiero, che è stato riconosciuto largamente nel documento delle regioni, e ciò in quanto consapevoli della necessità di dare alle imprese e agli ospiti di «potersi riconoscere in un sistema di regole efficaci ed omogenee su tutto il territorio nazionale». In questa logica Confindustria Alberghi ritiene che in questa fase sarebbero necessarie «misure efficaci, chiare, semplici ed omogenee». E quindi ribadisce il concetto: «Crediamo sia importante trasmettere un messaggio univoco a chi guarda al nostro Paese», ha rilanciato Maria Carmela Colaiacovo, vicepresidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi.

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