La trama si comincia a vedere. A mano a mano che il tempo passa e si compiono le azioni programmate viene fuori il disegno di una Confindustria che vuole corrispondere alla visione del suo Presidente: protagonista di un’Italia mai più periferia d’Europa ma centrale, secondo una formula ormai nota, tra Europa e Mediterraneo.



L’ultimo tassello del mosaico è la celebrazione in questi giorni a Roma dell’assemblea di BusinessMed, l’organizzazione che riunisce le Confindustrie delle due sponde del Mediterraneo della quale Vincenzo Boccia è vicepresidente con la prospettiva – tra l’altro resa già ufficiale – di diventare Presidente il prossimo anno.



Un riconoscimento non scontato e non banale dal momento che è la prima volta che un incarico del genere è offerto a un italiano. E l’attuale presidente Saida Neghza, imprenditrice algerina che siede anche sulla poltrona più alta di Business Africa, ha sottolineato questo aspetto riconoscendo di fatto l’efficacia della diplomazia economica svolta da questa Confindustria.

In pratica, si legittima un impegno di molti anni nei confronti dell’Area che risale a quando un giovane Boccia guidava l’associazione confindustriale Assafrica & Mediterraneo ed era tra i pochi dirigenti dell’associazione a credere nell’importanza del dialogo e dello scambio con un Continente allora guardato con scarso interesse.



Senza contare i rapporti stretti più di recente da Confindustria con la comunità di San Patrignano e con la sua cofondatrice Letizia Moratti per mettere a punto schemi di partenariato per lo sviluppo congiunto di piccole imprese di entrambe le sponde e per il tutoraggio di giovani africani presso aziende italiane.

Ora la consapevolezza della dimensione strategica del confronto mediterraneo è diventata patrimonio comune. Ma la primogenitura dell’intuizione, i risultati raggiunti sul campo e i meriti che gli interlocutori gli attribuiscono rendono naturale individuare in Boccia il nuovo leader.

E Boccia, per essere coerente con le sue convinzioni e con quanto ripetutamente espresso nelle assemblee di Confindustria, sta lavorando per rinsaldare anche i rapporti con i principali partner commerciali d’Europa – Germania e Francia – oltre che direttamente con BusinessEurope, l’organizzazione che riunisce le maggiori organizzazioni industriali dell’Unione.

Come ha spiegato in un’intervista al Sole 24 Ore la presidente Nezga, si tratta di aggregare le associazioni rappresentative delle imprese private di ben 97 Paesi d’Europa, del Mediterraneo e dell’Africa per individuare soluzioni alla disoccupazione e alle migrazioni attraverso la creazione di nuovi modelli di crescita sostenibile.

E il prossimo 3 dicembre si terrà sempre a Roma il primo incontro trilaterale tra le Confindustrie di Italia Germania e Francia – i primi tre Paesi manifatturieri d’Europa – come evoluzione dei rapporti bilaterali da tempo attivati tra Italia e Germania (vedi Bolzano con Bdi), Italia e Francia (a Versailles con Medef), Francia e Germania (con il trattato di Aquisgrana).

L’Italia in questo contesto allargato occupa una posizione baricentrica. E Confindustria da tempo ammonisce la politica perché voglia riappropriarsi del suo ruolo di guida contribuendo a trasformare il gigante economico d’Europa nel gigante politico che potrebbe e dovrebbe diventare per non essere da meno a Stati Uniti e Cina nella competizione internazionale oggi dominata dai due pesi massimi.