I riflessi economici del Covid 19 come quelli di una guerra mondiale. Questo il concetto espresso, qualche giorno fa, dal Presidente di Confindustria Caserta Gianluigi Traettino, in occasione di un compleanno particolare, quello dell’associazione dallo stesso presieduta che fu fondata, infatti, il 23 agosto del 1945 (anno che portò, peraltro, anche alla rinascita della Provincia di Caserta, precedentemente abolita dal fascismo). “Sotto il profilo economico c’è una similitudine con il 1945, l’anno in cui – dopo la pagina buia che portò alla soppressione della nostra provincia – vide la luce Confindustria Caserta. Anche stavolta, come allora, c’è la necessità di un nuovo inizio, ispirato a quei valori di fattività ed abnegazione che animarono gli imprenditori locali nella ricostruzione che seguì al secondo dopoguerra”.



Parole, quelle di Traettino, che, sebbene, riferite, in via immediata, ai propri iscritti, appaiono estendibili a gran parte del tessuto socio economico italiano, in special modo a quello del Mezzogiorno d’Italia, rispetto al quale, del resto, notoriamente, l’area industriale casertana – la seconda, per estensione, di questa parte del Paese – ha rappresentato, in virtù della posizione strategica nel sistema delle relazioni interregionali, una sorta di trait d’union con Roma ed il Centro Nord, grazie, dapprima, all’apertura del tronco  Roma-Napoli dell’Autostrada del Sole e, poi, allo sviluppo degli snodi ferroviari commerciali, quali, da ultimo, quello previsto all’interno dell’Interporto Sud Europa, a metà strada tra le limitrofe Maddaloni e Marcianise, oltre che, si sa, in ragione della relativa vicinanza al porto ed alla città di Napoli e della prossimità agli scali aeroportuali di Capodichino e Grazzianise.



Il riferimento a quanto avvenne a partire dalla fine degli anni quaranta dello scorso secolo, e sino all’inizio degli anni 60, non si esaurisce tuttavia in un mero amarcord nostalgico, trovando viceversa corrispondenze concrete, se non, talora, spunti utili ai fini di delineare una efficace strategia di ripresa, con un occhio in particolare al Meridione, atteso che, come sottolinea l’attuale Presidente di Confindustria Caserta, “il 50% del Pil perso è al Sud. Se pensiamo che qui vive il 34% della popolazione italiana, è una percentuale devastante. Aggiungiamo un quadro di economia più fragile rispetto ad altre aree del Paese ed il gioco è fatto”. 



Analogamente a quanto avvenne nel decennio del boom, quello degli anni 50, appaiono necessari – secondo gli imprenditori – interventi legislativi specificamente mirati. È utile, paradigmaticamente, ricordare che il decollo industriale di Terra di lavoro – questa la denominazione della Provincia di Caserta – e di molte aree del Sud Italia, prese avvio in seguito alla promulgazione della Legge 634/1957 che, rappresentò il punto d’inizio di una fase nuova dell’attività della Cassa per il Mezzogiorno. Complessivamente, ad esempio, i vantaggi apportati in materia di incentivi fiscali dalla Legge 634 e dalla successiva 717/1965 – che introdusse alcune, non sempre efficaci, modifiche rispetto alla prima – attirarono nella sola Provincia di Caserta, finanziamenti industriali per circa 40 miliardi di lire.

Tornando all’attualità, dunque, un efficace strumento, nella direzione di una maggiore attrattività per gli investimenti industriali attraverso la previsione di misure di vantaggio e di una minore complessità burocratica, sarebbe potenzialmente rappresentato, a parere del vertice datoriale, unitamente all’abbattimento dell’Ires, da un reale avvio della funzionalità delle istituite Zes (Zone economiche speciali), non ancora, invero, concretamente decollate “le Zone economiche speciali – a parer di Traettino, che rappresenta nel Comitato d’indirizzo delle stesse, il delegato della Regione Campania – rappresentano un’opportunità irripetibile: le Zes hanno come obiettivo quello di attrarre investimenti non solo grazie ai crediti d’imposta ma soprattutto ai tempi più snelli per autorizzazioni e procedure. Le Zone economiche speciali rappresentano dunque un’occasione di sviluppo economico e culturale senza eguali e le scelte politiche degli organismi regionali vanno in questa direzione”.

Sullo stesso solco, quello di perseguire, attraverso una sorta di deregulation in scala ridotta, un conseguente aumento degli investimenti, si muovono le misure approntate dal Governo nel cosiddetto “decreto Agosto”, volte predisporre una fiscalità di vantaggio per il Sud, consistenti, in particolare, in un’agevolazione del 30% dei complessivi contributi previdenziali per tutte le aziende che operino nel Mezzogiorno, dal primo ottobre al 31 dicembre 2020, salvo continuare, previa autorizzazione della Ue, in percentuali diverse sino al 2029.

Misure ben viste dagli industriali campani in quanto ritenute idonee a snellire il fardello burocratico e, conseguentemente, guadagnare in termini di tempi di produttività. In definitiva, da un’attenta analisi delle misure economiche adottate in epoche solo apparentemente lontane, ferma la consapevolezza della profonda diversità dei tempi e delle stagioni, sembrano possano arrivare suggerimenti utili ai fini di provare ad invertire la rotta del ciclo economico degli ultimi anni.

Questo in fondo sembra essere il senso anche dei concetti espressi da Traettino, a margine del 75esimo anniversario della fondazione di Confindustria Caserta. “Penso che la rinascita, come ci ha di recente ricordato Papa Francesco, debba ripartire dall’incontro e dalla collaborazione tra i due pilastri fondamentali di ogni società: i giovani e gli anziani. I giovani, con il loro carico di speranza e futuro; gli anziani, che sono la nostra storia e la nostra memoria. Noi imprenditori meridionali, in particolare, siamo tuttavia all’ultima chiamata, dovessimo fallire anche stavolta, non avremmo più alibi”.