RICCARDO GARRONE ANNUNCIA IL RITIRO DALLA CORSA PER LA PRESIDENZA CONFINDUSTRIA: LA LETTERA CHE SPIANA LA STRADA A ORSINI
Con il ritiro annunciato oggi da Riccardo Garrone, Emanuele Orsini si avvia a divenire il prossimo Presidente di Confindustria nell’udienza del Consiglio generale: dopo l’esclusione di Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e Duferco, dal comitato di designazione, la corsa era divenuta un affare a due tra il patron di Erg e presidente del Sole 24 ore, contro l’imprenditore emiliano e attuale vicepresidente di Confindustria.
«La scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli», ha scritto Garrone nella lettera ufficiale pubblicata oggi per annunciare la rinuncia alla corsa per la Presidenza. Candidato forte di Marco Tronchetti Provera, Emma Marcegaglia e Luca Cordero di Montezemolo, Garrone fa il passo indietro dopo aver appurato che l’unità di intenti costruita tra Orsini e Gozzi era divenuta effettiva anche sul fronte dei voti espressi al vertice di Confindustria.
I VOTI DI GOZZI E L’AFFINITÀ SU MANIFATTURA ED EUROPA: ORSINI VERSO LA PRESIDENZA
La linea “manifattura” ha dunque prevalso: i temi sull’Europa e le sfide dell’industria nella prossima Legislatura europea – al centro della “mozione” di Gozzi per la Presidenza di Confindustria – hanno costruito una buona affinità di temi con l’attuale vicepresidente di Confindustria Nazionale con delega al Credito, alla Finanza e al Fisco. Nonostante l’esclusione dalla corsa per la Presidenza, il gruppo attorno a Gozzi è rimasto coeso ed è risultato alla fine determinante nel ritiro di Garrone annunciato poi oggi in maniera ufficiale: secondo i calcoli disponibili al “Sussidiario”, allo stato attuale Emanuele Orsini aveva in dote 70 voti, Riccardo Garrone 65 e Antonio Gozzi si è dimostrato determinante con i suoi 35 voti rimasti.
In un particolare passaggio della lettera pubblicata integralmente dal “Corriere della Sera”, Garrone aggiunge che «per avere una Confindustria forte i candidato va messo nelle condizioni di potersi scegliere la propria squadra e la propria struttura liberamente, senza alcun condizionamento e negoziazione che lo renderebbe debole». In questo passaggio si farebbe con ogni probabilità riferimento alle negoziazioni che sarebbero intervenute qualora la corsa Garrone-Orsini fosse continuata fino alla conta finale: in quel caso la corrente di Gozzi, coesa attorno alle tematiche poste dal n.1 di Federacciai durante la sua campagna in Confindustria, sarebbe divenuta influente e determinate per la nomina di Emanuele Orsini.
All’ANSA è poi lo stesso Orsini a confermare il passo indietro di Garrone, che lo ha chiamato nel pomeriggio: «I valori che vi ha espresso nella sua bella e sentita lettera sono gli stessi che mi hanno ispirato quando mi sono proposto a voi per guidare il nostro sistema. Lealtà, spirito di squadra, desiderio di ripristinare appieno il ruolo di una Confindustria a servizio delle imprese e della crescita del nostro Paese», scrive Orsini ai componenti del consiglio generale di Confindustria che domani voteranno per designare il prossimo presidente, «Domani andremo quindi al voto e sarà importante stringerci attorno a questo progetto di unità».