In un’epoca in cui l’informazione si trova all’incrocio tra l’intrattenimento sensazionalistico e il racconto approfondito della realtà sociale, ‘Confronti’ (ciclo di incontri di approfondimento dei temi di attualità e del non profit, promosso da CST Novara VCO, Rosmini International Campus, Fondazione per la Sussidiarietà come partner scientifico e ilsussidiario.net come media partner) intende riflettere sulle potenzialità dell’informazione come fattore di crescita della società civile all’interno delle comunità locali. Partiamo dai dati, dalla nuova indagine di Audicom resta confermato un trend positivo nei vari comparti editoriali, in continuità con le precedenti edizioni: nel complesso risultano 31,7 milioni di italiani che leggono o sfogliano almeno un titolo stampa su carta e/o digitale, oltre 6 adulti su 10, pari al 60,8% della popolazione dai 14 anni in su.
Le rilevazioni e analisi della nuova indagine si concludono in concomitanza con la dichiarazione da parte dell’OMS della fine della pandemia di Covid-19 iniziata tre anni fa, mostrando in modo netto il grande cambiamento percorso dal nostro Paese nell’ultimo triennio. Siamo passati da necessità impellenti ad abitudini consolidate e sempre più ‘digitalizzate’, anche nel caso della lettura del giornale – inteso come intero comparto editoriale stampa – che registra un valore più che triplicato da metà 2020, con costante accelerazione e spinta verso la lettura in digitale, raggiungendo oggi 7 milioni di lettori.
“Durante la serata, grazie alla presenza di illustri ospiti provenienti dal mondo dell’editoria nazionale – ricorda Daniele Giaime, Presidente del CST ETS Novara Vco, – toccheremo diverse tematiche legate al racconto del sociale come comprensione delle realtà anche diverse dalle nostre, che ha il potere di accrescere l’empatia nei lettori o ascoltatori e promuovere una maggiore comprensione tra individui e comunità diverse”.
Molte volte poi le questioni sociali non ricevono l’attenzione che meritano sui media tradizionali. I racconti basati sui fatti possono portare alla luce problemi ignorati o sottovalutati, sollevando la consapevolezza pubblica e stimolando l’azione collettiva. Ascoltare o leggere storie di persone reali che affrontano sfide sociali può ispirare gli altri ad agire. Può motivare il volontariato, le donazioni a cause sociali, o anche la partecipazione a movimenti civici o politici. Grazie ai social media e alle piattaforme online, chiunque può condividere le proprie esperienze e storie. Questo ha democratizzato l’accesso all’informazione, permettendo una diversità di voci e prospettive che prima erano marginalizzate o ignorate. In un’epoca in cui le notizie false e la disinformazione sono diffuse, i racconti accurati e basati sui fatti provenienti da esperienze autentiche offrono un contrappeso importante. Possono servire come punto di riferimento affidabile per il pubblico.
Non solo i racconti di sfide e difficoltà, ma anche quelli di superamento e successo nel mondo sociale sono importanti. Possono servire da ispirazione e dimostrare che il cambiamento positivo è possibile. Leggere o ascoltare storie dal mondo sociale stimola la riflessione critica sugli stereotipi, i pregiudizi e le proprie convinzioni. Questo può promuovere una maggiore apertura mentale e la disponibilità a rivedere e cambiare le proprie opinioni.
Temi che saranno trattati nell’incontro “Buone Nuove. L’informazione tra sensazionalismo e racconto del sociale” che si terrà Giovedì 7 marzo alle 21 al Castello di Novara – Sala delle Vetrate, Piazza Martiri della libertà 3 e in diretta streaming su www.ilsussidiario.net. Dopo i saluti istituzionali del Presidente del CST Daniele Giaime l’incontro sarà moderato da Carlo Teruzzi, rettore Rosmini International Camp. L’incontro è accreditato per i crediti dell’Ordine dei giornalisti e per gli insegnanti (modalità di iscrizione sulla locandina). Ecco i relatori del convegno e alcuni loro spunti sul ruolo e i problemi dell’informazione oggi.
Gianfranco Quaglia, Presidente Consiglio di Disciplina, Ordine dei Giornalisti del Piemonte: “Spettacolarizzazione. Questa parola, complessa anche nella pronuncia, è la nemica di una informazione corretta, essenziale, che non indulge al sensazionalismo. Nell’area ibrida dell’informazione d’intrattenimento si nasconde il virus che mina la deontologia professionale e rende un pessimo servizio a chi legge o ascolta. Gli strumenti per comunicare sono cambiati rispetto a quelli tradizionali e sovente privilegiano la rapidità a scapito dell’approfondimento. Per questo diventa ancora più importante ispirarsi ai principi deontologici della professione giornalistica, che rappresentano ancora punti di riferimento”.
Giorgio Paolucci, giornalista e scrittore, editorialista di Avvenire, curatore di pubblicazioni e mostre su tematiche sociali: “Comunicare il bene, il positivo che è presente nella realtà, è roba da inguaribili ottimisti? Riguarda la gente che vuole vedere solo il bicchiere mezzo pieno? Per comunicare il bene ci vuole una rubrica “dedicata” sul giornale o un blog sulla Rete, oppure può diventare uno sguardo con cui si affronta tutto? E’ vero che la fame del lettore medio va saziata con il sensazionalismo e il pettegolezzo, perché “fa vendere di più”? Facciamoci qualche domanda sul modo di fare informazione e cerchiamo qualche risposta da chi cerca di navigare controcorrente”
Antonella Mariani, caporedattrice di Avvenire, esperta nelle questioni sociali e legate ai diritti umani: “Credo che raccontare il buono senza sensazionalismi non è una prerogativa di noi giornalisti, che ovviamente abbiamo una responsabilità in più, non tanto perché siamo “uditi” da una platea più ampia – oggi con i social tutti abbiamo potenzialmente una platea enorme – ma perché abbiamo la possibilità di scegliere di cosa parlare, di cosa scrivere. Raccontare le buone notizie vale per ogni persona e per i cristiani in particolare. Ognuno di noi può scegliere se dare spazio al buono in ciò che legge o guarda, lasciando da parte le notizie gonfiate o che esaltano il male. Ognuno di noi, d’altra parte, può diventare un comunicatore di bene, facendo circolare le buone esperienze che vede crescere intorno a sé. Il bene si diffonde così, passando di bocca in bocca. E di cuore in cuore”.
Elisabetta Soglio, giornalista, ideatrice e responsabile del progetto “Buone Notizie – L’impresa del bene” del Corriere della Sera: “Abbiamo bisogno di aprire i cuori alla speranza. E se dovere di chi fa informazione è raccontare la realtà, perché trascurare un pezzo del quotidiano fatto da uomini e donne che ogni giorno si impegnano per cercare soluzioni che guardino al bene comune e contribuiscano a uno sviluppo coeso e solidale? Buone notizie, affiancato dal suo comitato scientifico, è nato nel 2017 come sfida: portare le buone pratiche all’interno del corriere della sera. Per valorizzarle, dare loro voce e ispirare altri a muoversi su questa stessa strada. Non è vero che ai lettori interessano soltanto le “cattive” notizie o l’informazione trash: il problema è che ci occupiamo troppo poco di quest’altro mondo reale, di questo altro modo di fare economia, sociale, politica… ecco perché noi siamo qui”.
Paolo Usellini, giornalista, responsabile del progetto CST e Gruppo stampa diocesana novarese per informazione locale sul non profit: “Raccontare il bello del sociale in provincia è una sfida appassionante che compiamo ogni giorno in redazione, con il progetto legato al CST tentiamo di dare ancora più spazio ai protagonisti del mondo del Terzo settore che si spendono quotidianamente per il territorio e la comunità, è un’impresa non sempre semplicissima ma decisamente appassionante che ci coinvolge tutti come testimoni e attori attivi per poter veramente cambiare il modo di afre informazione, dal basso verso l’alto”.
Caterina Mandarini, direttore CST ETS Novara VCO, curatrice rubrica tv “L’infinito dentro un bisogno, l’incontro”. “Il racconto basato sui fatti da una prospettiva sociale offre un contesto che va oltre le semplici statistiche o i report. Questi racconti possono fornire una comprensione più profonda delle radici di un problema sociale, delle sue implicazioni e delle possibili soluzioni”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.