William Congdon è un personaggio molto importante per la vita di Claudio Chieffo, stasera ricordato dalla trasmissione “Nessun dorma” di Rai 5, a 15 anni dalla morte. Era il 1963, per la precisione il mese di settembre, quando l’allora diciottenne Claudio Chieffo incontra il pittore americano William Congdon, di cui diviene amico e con cui inizia una fitta corrispondenza che si trasforma negli anni “in una costante frequentazione molto proficua sia per la creatività di Claudio sia del pittore”, come si legge nella biografia ufficiale del cantante forlivese.
Fu un’amicizia di quelle che segno per la vita, nonostante la nettissima differenza d’età: William Congdon infatti aveva già 51 anni, essendo nato a Providence (Rhode Island, USA) il 15 aprile 1912. Appena quattro anni prima, il pittore statunitense aveva ricevuto il battesimo ad Assisi, abbracciando la fede cattolica e decidendo di stabilirsi proprio nella città di San Francesco, per dedicarsi a soggetti religiosi e paesaggi ed entrando in contatto con i ragazzi di Gioventù Studentesca, di cui Claudio Chieffo era entrato a far parte grazie al sacerdote forlivese don Francesco Ricci.
CONGDON E CHIEFFO: UN’AMICIZIA PER SCOPRIRE LA VOCAZIONE DELL’ARTISTA
William Congdon disse a Claudio Chieffo una frase determinante per la sua attività musicale: “O la canzone è una finestra aperta sul mistero o è solo rumore”, ma sarebbe naturalmente riduttivo ridurre a una sola frase il loro legame. Il Meeting di Rimini ad esempio nel 2017 dedicò a Claudio Chieffo una mostra dal titolo ‘A tutti parlo di te. In viaggio con Claudio Chieffo’, che conteneva anche un documentario video con un raro dialogo con il pittore statunitense William Congdon sulla vocazione artistica.
Il loro rapporto d’amicizia è durato da quel momento per tutta la vita: negli ultimi anni, il pittore visse nel monastero benedettino della Cascinazza di Buccinasco, in provincia di Milano, da dove Congdon rivolse queste parole a Chieffo: “La vera bellezza della tua canzone è nel tuo morire davanti alla folla. Non importa dove. Dio ti fa morire dove a Lui importa che noi moriamo. Per me nel mio studio, per te davanti alla folla. Senza quella morte la canzone non vive, il quadro non vive”.