Il governo Meloni non ha nascosto a nessuno di aver deciso di rafforzare le politiche della famiglia e del welfare lavorativo anche attraverso una riforma dei congedi parentali che, invero, era stata iniziata da Mario Draghi e rientrata in una delle riforme richieste dall’Europa. Tuttavia la riforma è stata ultimata e i congedi parentali sono stati integralmente rivisti: adesso la retribuzione è all’80% e questi non concorrono ad abbassare la pensione.



Congedi parentali 2023: come sono cambiati

Tutti i lavoratori iscritti alla gestione separata oppure coloro che hanno un contratto da dipendente possono accedere ai congedi di maternità o di paternità, i cui importi per il pagamento regolarmente riconosciuti dall’INPS seguono determinati valori di riferimento. Sulla base delle disposizioni inserite in legge di bilancio, i congedi parentali 2023 sono retribuiti all’80%.



Va detto che la legge di bilancio ha infatti introdotto delle nuove normative in merito ai congedi parentali che, da quest’anno, contribuiranno anche ad aumentare il montante contributivo ai fini pensionistici.

Congedi parentali 2023: importi per tipologia contributiva

Congedi parentali 2023, di seguito i valori a cui fare riferimento:

  • 44,40 euro per i coltivatori diretti, coloni, mezzadri, imprenditori agricoli professionali, corrispondenti al limite minimo di retribuzione giornaliera fissato per la qualifica di operaio dell’agricoltura;
  • 49,91 euro per gli artigiani, corrispondenti al limite minimo di retribuzione giornaliera fissato per la qualifica di impiegato dell’artigianato;
  • 49,91 euro per i commercianti, corrispondenti al limite minimo di retribuzione giornaliera fissato per la qualifica di impiegato del commercio;
  • 27,73 euro per i pescatori, corrispondenti alla misura giornaliera del salario convenzionale fissato per i pescatori della piccola pesca marittima e delle acque interne associate in cooperativa.

Per quanto riguarda, invece, i lavoratori iscritti alla Gestione Separata, le aliquote contributive pensionistiche, maggiorate dell’ulteriore aliquota contributiva per il finanziamento dell’indennità di maternità o paternità, congedo parentale, assegni per il nucleo familiare, alla degenza ospedaliera e alla malattia, risultano pari a:



  • 26,23% per i lavoratori liberi professionisti;
  • 33,72% per i collaboratori e altre figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali non è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL;
  • 35,03% per i collaboratori e altre figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL.

Di conseguenza, relativamente alle indennità di maternità e paternità, il contributo parentale mensile utile è pari a:

  • 355,04 euro per i liberi professionisti per i quali si applica l’aliquota del 26,23 %;
  • 456,43 euro per i collaboratori e altre figure assimilate per i quali si applica l’aliquota al 33,72%;
  • 474,16 euro per i collaboratori e altre figure assimilate per i quali si applica l’aliquota al 35,03%.