L’INPS ha previsto un aumento da destinare al congedo parentale 2024 (riservato esclusivamente ai padri) che va dall’attuale 30% all’80% di indennità per il 3° mese. L’idea è quella di colmare il gap occupazionale che crea dei divari enormi tra i lavoratori uomini e donne.
Colmare il gap occupazionale di genere significa dare l’opportunità alle madri lavoratrici di poter rientrare al lavoro e lasciare che siano i papà ad occuparsi dei propri figli (ed è qui che nasce l’idea di aumentare l’indennità all’80%).
Congedo parentale 2024: quando e come aumenta
La Legge di Bilancio ha aumentato il congedo parentale 2024 favorendo soprattutto i papà. La loro indennità infatti, corrisponderà all’80% dello stipendio mensile e gli verrà garantita soltanto per il terzo mese.
Il Presidente dell’INPS, Gabriele Fava, ha spiegato che molto spesso la nascita di un figlio suscita un impatto negativo sul mondo lavorativo del genere femminile. Ecco perché questa misura potrebbe generare degli effetti positivi.
Un aiuto ai papà e alle mamme lavoratrici
L’aumento del congedo parentale all’80% (riservato solo per il 3° mese e ai papà che lavorano), viene introdotto con la Legge di Bilancio 2024. La misura mira ad aiutare la mamme lavoratrici che molto spesso per il mantenimento dei figli appena nati si allontanano dal lavoro (riducendo le possibilità di scalare la carriera lavorativa).
Secondo il direttore centrale Studi e Ricerche dell’INPS, Gianfranco Santoro, le aziende tendono a concentrarsi sui lavoratori con responsabilità familiari e personali minori, così da poter contare su di essi e non aver paura di essere “abbandonate”.
Incrementando l’indennità per il congedo parentale destinato ai papà, si può ottenere un riequilibrio tra i due sessi, favoreggiando quello femminile.
La child penalty
Il fenomeno child penalty è dimostrato dai dati INPS, i cui numeri sono piuttosto allarmanti e lampanti: le donne che lavorano e che aspettano un figlio, dopo la sua nascita tra l’11% e il 18% decide di licenziarsi e abbandonare il lavoro.
Una situazione che invece non avviene con gli uomini, che a malapena usufruiscono del congedo parentale obbligatorio corrispondente a 10 giorni. L’INPS ha come obiettivo quello di ridurre questa disparità, aumentando il tasso di occupazione femminile di almeno 6,5 punti percentuali entro l’anno 2040.