In questi giorni le attenzioni dei media internazionali sono rivolte al Congo, un’altra delle tante polveriere che è deflagrata negli ultimi tre anni, periodo in cui il mondo sembra aver riscoperto le guerre, o forse non le aveva mai dimenticate. Il tutto è esploso definitivamente, come scrive internazionale.it, domenica scorsa, nella zona orientale della repubblica democratica del Congo, precisamente presso Goma, cittadina principale della zona del Kivu. I ribelli di M23 hanno preso il potere con la forza, e una volta insidiatosi hanno fatto scappare migliaia di residenti, ovviamente spaventati dai nuovi arrivati.
In quella zona del Congo sono moltissimi gruppi di ribelli, spesso e volentieri capitanati dal classico signore della guerra armato, ma l’M23 è probabilmente il più potente in quanto ha il sostegno del Paese vicino, il Ruanda, che da anni è in lotta con il Congo e che proprio in questi giorni ha inviato circa quattromila soldati in territorio nemico, a supporto dell’azione di ribellione. Si tratta di una vicenda che merita quindi i riflettori internazionali proprio per via del coinvolgimento di due stati, una situazione tra l’altro denunciata in maniera pubblica dalla Francia, così come da altre nazioni.
CONGO, GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI E L’APPELLO DEL PAPA
Purtroppo le notizie dell’ultima ora che giungono dal Congo sono tutt’altro che positive visto che c’è il serio rischio di una guerra civile. Nelle ultime ore si sono verificati degli scontri feroci a Goma fra l’esercito nazionale e i ribelli di M23, con decine di vittime e moltissime feriti, fra cui anche civili. I manifestanti hanno quindi attaccato le ambasciate di Ruanda, Kenya, Francia, Uganda e Belgio, e secondo la Croce Rossa c’è il rischio che le violenze danneggiare il laboratorio sull’ebola che si trova proprio a Goma, con la possibilità che i campioni contenenti all’interno, altamente infettivi, possano essere portati all’esterno “con conseguenze inimmaginabili”.
Marco Rubio, capo diplomazia Stati Uniti, si è appellato affinchè cessino immediatamente le ostilità, e nel contempo ha fatto lo stesso anche Papa Francesco, che durante l’udienza generale di oggi ha detto di essere preoccupato da quanto stia accadendo in Congo, soprattutto per la popolazione civile. Il Pontefice ha detto di seguire con apprensione quanto stia accadendo, sperando in un tempestivo ristabilimento di pace e sicurezza. Intanto migliaia di persone stanno scappando da Goma, per Save The Children vi sarebbero 200.000 bambini a rischio, mentre per l’OMS sarebbero aumentati i casi di violenza sessuale alla luce di tale situazione di caos che si è venuta a creare.
CONGO, COSA ACCADDE IN RUANDA NEL 1994
Purtroppo non è la prima volta che l’M23 si macchia di azioni di questo tipo, visto che nel 2012 aveva occupato Goma, per poi ritirarsi poco dopo, ma nel 2021 è tornato in auge, preparando l’offensiva che è stata definitivamente lanciata negli scorsi giorni e che ha indotto lo sparuto esercito congolese a soccombere. Neanche gli esponenti dell’Onu, i famosi caschi blu, sono riusciti a fermare i ribelli, e negli scontri hanno registrato anche una decina di vittime. Obiettivo, evitare una escalation e che questa ribellione possa sfociare in un vero e proprio conflitto sanguinoso, ma al momento tutto spinge nella direzione opposta.
Ma a cosa si deve questo astio del Ruanda verso il Congo? Il tutto risale a 31 anni fa, precisamente al genocidio ruandese del 1994. In quell’occasione vennero trucidate fra le 500mila e il milione di persone, considerato uno degli eventi più sanguinari del dopoguerra, e gli autori di quel massacro si rifugiarono proprio in Congo dopo che Paul Kagame prese il potere in Ruanda. Da qui nasce questa lotta fratricida fra i due Paesi che quindi va avanti da più di 30 anni, favorita anche dal fatto che lungo la zona di confine fra Congo e Ruanda lo stato congolese ha meno forza.
CONGO, I METALLI PREZIOSI E “L’ASSENZA” DEI PAESI STRANIERI
Ovviamente ci sono anche interessi economici nella guerra, come in quasi ogni conflitto, tenendo conto che proprio nei pressi Goma ci sono moltissimi minerali e metalli rari che vengono utilizzati nel campo dei dispositivi elettronici ma anche per le batterie. A riguardo il Congo accusa i vicini del Ruanda di aver utilizzato l’M23 per rubare le risorse minerarie, e Internazionale.it ricorda come mesi fa il governo del Congo fece causa ad Apple per lo sfruttamento illegale di minerali.
Ma perchè nessuna potenza straniera interviene? Prima di tutto il Ruanda continua ad essere identificato come il Paese del terribile genocidio, di conseguenza gode un po’ di questo status eterno di vittima, e la Francia, che negli ultimi anni ha lavorato a lungo in maniera diplomatica per riconciliarsi con la nazione africana, ha sempre cercato di evitare qualsiasi coinvolgimento, anche se dopo il conflitto scoppiato in Congo l’ambasciatore francese ha puntato il dito contro le forze militari ruandesi, coinvolte appunto nell’attacco a Goma. Internazionale è convinto che uno dei Paesi che potrebbe intervenire sarebbero gli Stati Uniti, ma Donald Trump non sembrerebbe avere a cuore la causa africana, continente che non ha mai visitato durante il suo primo mandato.