QUANDO E COME SARÀ IL CONGRESSO DEL PD: TUTTE LE IPOTESI
Partiamo dai dati concreti: dopo la Direzione del Partito Democratico tenutasi ieri, ancora non c’è una data fissa per il Congresso Pd che dovrà rilanciare il movimento Dem uscito malconcio dalle Elezioni Politiche 2022. Il segretario uscente Enrico Letta, che ieri ha confermato la sua volontà di non ricandidarsi e uscire di scena dal board Pd, ha spiegato che quello in arrivo sarà un «congresso costituente da concludere entro l’inverno, o all’inizio della Primavera». L’ex Premier ha sottolineato come non si possa fare una “corsa” per scegliere il nuovo Segretario, nemmeno però mancare gli appuntamenti delle Regionali della primavera 2023: «non deve essere né un X Factor sul miglior segretario da fare in 40 giorni ma nemmeno un Congresso che rinvia alle calende greche». Non dovrà neanche essere un «referendum» tra Calenda e Conte, come a dire che il nuovo-prossimo Partito Democratico dovrà rinascere al suo interno e non seguire l’area sinistra-populista dei 5Stelle e nemmeno l’area centrista con Renzi e il leader di Azione.
La Direzione Nazionale Pd ha approvato la relazione di Letta secondo cui il Congresso del Partito Democratico si dovrà tenere in 4 fasi: «aperto oltre il Pd», con momenti «di approfondimento sui principali nodi da sciogliere». A differenza di quanti in questi giorni – da Bindi a Bersani, Veltroni e D’Alema – teorizzano su scioglimento del partito e abolizione delle primarie, il confronto con voto tra i candidati segretari sarà l’ultimo atto del nuovo Congresso alla fine dell’inverno (dunque ad inizio 2023). A breve, ha detto Letta, verrà convocata una nuova Direzione per fissare data e tempi di ogni tappa del percorso congressuale: ogni momento di questo prossimo Congresso sarà comunque guidato dal “dimissionario” Enrico Letta.
CONGRESSO PD, PASSA LA “LINEA LETTA”. GLI ATTUALI CANDIDATI, DA BONACCINI A…
Dieci ore di discussioni e una votazione finale che conferma la linea Letta: 1 solo voto contrario (Monica Cirinnà) e due astenuti, per il resto pieno appoggio alla soluzione “mediana” di convocazione del Congresso Pd. «Il Congresso si farà nei tempi stabiliti», non vi saranno scioglimenti e nemmeno cambi di simboli o nome: «serve un nuovo gruppo dirigente fatto da una generazione più giovane in grado di contrastare un governo guidato da una donna giovane, sebbene con una lunga militanza alle spalle. Una nuova generazione legittimata dal congresso, che metta in pratica i nostri valori», ha detto Enrico Letta chiudendo di fatto la sua fase da Segretario Pd a pieno titolo. Sulle primarie, l’ex Premier ha poi aggiunto ieri in Direzione «Non concorsi di bellezza ma un percorso che ci consenta di affrontare i nodi che abbiamo davanti in profondità. Il confronto fra candidature farà bene al partito».
«Il nome e il simbolo rimangono quelli che sono, non vanno cambiati», ha ammonito Letta parlando alla platea di Dem riuniti nella prima discussione pre-Congresso (di una lunga serie, ndr). «Togliamoci il doppiopetto, vestiamo subito le vesti dell’opposizione, cambiamo subito mentalità. Per essere opposizione dobbiamo essere istituzionali, propositivi, ma essere opposizione. L’opposizione ci farà bene, ci consentirà di rigenerarci e ripensare il nostro futuro in raccordo con il nostro Paese», ha poi concluso il Segretario ancora in carica. Non è intervenuto in Direzione il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini che si è limitato a dire di aver condiviso la relazione di Letta: anche per lui, candidato favorito alla guida del Partito Democratico, il nome e il simbolo dei Dem deve rimanere così com’è. «Il Pd non va sciolto, sarebbe un regalo alle destre: va rigenerato», aveva detto alla vigilia della Direzione di giovedì. Al momento i candidati ufficiali verso il nuovo Congresso Pd sono proprio Bonaccini e l’ex Ministra Paola De Micheli. In ballo e con probabilità di annunci nelle prossime settimane anche Elly Schlein (anche se non è iscritta al Pd per il momento, ndr) e sopratutto Dario Nardella: il sindaco di Firenze viene dato dal “Corriere della Sera” come il vero “anti-Bonaccini” per le prossime primarie. L’area invece più a sinistra dei Dem, da Bettini a Orlando, puntano su un giovane come Marco Sarracino, attuale segretario del Pd di Napoli e molto disposto a riallacciare i rapporti con il M5s. Il “nodo” delle donne resta sempre caldo in casa Pd, con forti polemiche gettate ieri dall’intervento della Presidente Valentina Cuppi, «c’è maschilismo all’interno del gruppo dirigente».