C’è una svolta nelle indagini sul duplice omicidio di marito e moglie uccisi a fucilate nella loro casa di Serranova, frazione di Carovigno (Brindisi), il 1° marzo scorso. Antonio Calò e Caterina Martucci, 69 e 63 anni, sarebbero stati assassinati per questioni legate a un’eredità e poche ore fa, dopo una serie di convocazioni presso la caserma dei carabinieri di San Vito dei Normanni, uno dei fratelli dell’anziano, Cosimo Calò, 83 anni, sarebbe stato fermato. La sua posizione attuale sarebbe quella di indagato e, stando a quanto riportato da Ore 14, avrebbe confessato i delitti dopo aver inizialmente respinto l’ipotesi di interessi economici sui beni che le vittime avrebbero ereditato da un altro fratello defunto.
La pista familiare e l’ombra di presunti dissidi nati proprio intorno all’eredità in mano ad Antonio Calò (si parla di circa 100mila euro e diversi terreni) negli ultimi giorni avrebbero assunto una forza crescente sul tavolo dell’inchiesta, oscurando l’iniziale ipotesi di una rapina finita nel sangue. Nell’abitazione di Cosimo Calò, poco dopo il duplice omicidio, gli investigatori avrebbero condotto una perquisizione al cui esito sarebbe stato sequestrato un fucile da caccia ora al vaglio delle autorità. Non è chiaro se l’arma sia compatibile con quella utilizzata per uccidere i coniugi. Cosimo Calò sostiene di averla acquistata quattro giorni prima per 100 euro, e sul reperto si attendono le risposte degli esami balistici.
Fermato il fratello di Antonio Calò, l’anziano ucciso a fucilate con la moglie a Carovigno
Cosimo Calò, fratello maggiore del 69enne Antonio Calò – ucciso con la moglie Caterina Martucci a Carovigno, il 1° marzo scorso – avrebbe reso “ampia confessione” in merito al duplice omicidio. A confermare la svolta nelle indagini sulla morte degli anziani coniugi, secondo quanto riferisce Adnkronos, sarebbe il procuratore della Repubblica del Tribunale di Brindisi, Antonio De Donno, a margine dell’interrogatorio che avrebbe portato al fermo dell’uomo quale indiziato di delitto dai carabinieri della Compagnia di San Vito dei Normanni (Brindisi).
Antonio Calò, 69 anni, e Caterina Martucci, 63, sono stati uccisi a colpi di fucile nella loro abitazione di Serranova di Carovigno, in provincia di Brindisi, e il fratello 83enne dell’anziano sarebbe accusato di duplice omicidio volontario aggravato dal rapporto di parentela e dalla premeditazione e di porto in luogo pubblico di arma comune da sparo. Secondo quanto ricostruito finora, fra i due fratelli i rapporti non sarebbero stati sereni e gli attriti si sarebbero acuiti dopo che un altro fratello, oggi defunto, avrebbe lasciato alla vittima un’eredità importante innescando una battaglia familiare che sarebbe sfociata nel sangue. In tv, davanti alle telecamere de La vita in diretta quando non era ancora indagato, Cosimo Calò aveva parlato così della morte di fratello e cognata: “Ma chi ha bisogno di eredità? Noi non ne abbiamo bisogno, mio figlio ha 10 ettari di uliveti che non riesce a portare avanti, figuriamoci se vogliamo quella degli altri. Che mi interessa a me di aver soldi a questa età? Chi poteva voler fare del male ad Antonio? Chi pratica gente cattiva… Non so se Antonio era cattivo, so solo che andava gente di tutti i colori, qualche volta ci ho visto qualche persona che a me non è piaciuta e gliel’ho anche detto, ‘Ma perché tu fai venire qua questa gente?’. Chi muore ucciso, non ha mai ragione”.