Lory Del Santo ha ricordato il dolore per la morte dei figli Conor e Loren a “Verissimo”, trasmissione di Canale 5 condotta da Silvia Toffanin e andata in onda sabato 21 gennaio 2023: Loren purtroppo aveva una malattia che lo ha bloccato a livello emotivo e che gli impediva di essere felice e infelice. Ogni malattia ha dei risvolti e noi nuotiamo in un mare mosso: io sapevo che lui era la bontà. Amavo i suoi occhi, era una persona meravigliosa, non lo dimenticherò mai. Il destino ha deciso che la sua vita sarebbe stata più breve di quella degli altri”.



A proposito del figlio Conor, Lory Del Santo ha invece detto: “Ti abbracciava, ti dava baci continui e mi dispiace non avere approfittato di questo aspetto per un tempo più lungo. Ho pianto per dieci anni per la sua morte, arrivata quando ero incinta di Devin”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

CONOR E LOREN, CHI SONO I DUE FIGLI DI LORY DEL SANTO?

Chi sono Conor e Loren, i due figli di Lory Del Santo e come sono morti? Questo pomeriggio, nel salotto televisivo di “Verissimo”, farà il suo gradito ritorno per l’ennesima volta la 64enne attrice, ex modella e regista veronese: e, nel corso della sua ospitata negli studi di Canale 5, come anticipato pure dalle preview del programma condotto da Silvia Toffanin, ci sarà spazio anche per la sua vita privata tra gioie ma anche tanti dolori a partire dalle violenze di cui era stata vittima in passato (ne parliamo proprio quest’oggi in un altro pezzo) e anche, soprattutto, la morte dei suoi due figli, Conor e Loren. Ma cosa sappiamo di questi due tragici lutti che hanno colpito la Del Santo?



Come sappiamo Lory Del Santo è madre di Devin Sardi, il figlio nato dalla relazione con l’imprenditore Silvio Sardi e venuto al mondo nel 1991, mentre dalla storia col tennista Richard Krajicek era stato concepito e dato alla luce un bimbo prematuro e morto purtroppo poco dopo a causa di una infezione. Ma questo, come accennato, non è l’unico dramma vissuto dalla diretta interessata che, a distanza di tempo, ha pianto la scomparsa di altri due figli, nati da altrettante relazioni. Dall’unione con un uomo di cui la Del Santo negli anni non ha mai rivelato l’identità era nato nel 1999 Loren Del Santo: il ragazzo, tuttavia, a soli 19 anni si toglierà la vita negli States nel 2018; pare che Loren soffrisse di una anedonia, patologia probabilmente correlata ad altri disturbi come raccontato proprio dalla madre a “Verissimo”.



LORY DEL SANTO, COME SONO MORTI I FIGLI CONOR E LOREN?

In precedenza, invece, dalla love story col chitarrista Eric Clapton (che le dedicò anche la canzone “Lady of Verona”) era nato nel 1986 il piccolo Conor: dopo aver conosciuto il musicista nel 1985 ed essere rimasta incinta l’anno successivo, Lory Del Santo perse tragicamente il bambino qualche anno dopo. Nel marzo del 1991 infatti il piccolo Conor Clapton morì tragicamente cadendo nel vuoto dalla porta-finestra (pare lasciata sbadatamente aperta da un addetto alle pulizie) del 53esimo piano di un grattacielo di New York sotto gli occhi della sua tata di allora. Un dolore che l’attrice si porta dento da allora e a cui il chitarrista britannico aveva dedicato la struggente “Tears in Heaven”.

“Oltre alla tragedia del mio adorato Conor ho perso anche un altro figlio a poca distanza dalla nascita: suo padre era il tennista olandese Richard Krajicek, un’altra storia d’amore molto tormentata” aveva raccontato Lory Del Santo che ha confessato come sia difficile continuare a vivere dopo dei dolori del genere. “Resistere ai traumi fa parte del mio talento e della mia forza di carattere” aveva ammesso, portando l’esempio di sua madre che da piccola vedeva piangere in cucina mentre continuava a rammendare e senza mai smettere di fare il suo lavoro. “Conor è stata la prima cosa che mi sia successa nella vita a toccarmi nel profondo; Loren invece si è tolto la vita, aveva una grave patologia cerebrale e il suo cervello si è spento per un collasso mentale” aveva detto l’attrice che anche in quell’occasione aveva dovuto farsi forza e ascoltare il suggerimento di chi le diceva che “stare segregata nel mio dolore non poteva farmi che male”.