Una competenza è importante, dieci competenze ancora di più, cento competenze rappresentano probabilmente un’eccellenza. Ma tutto questo non fa una visione.

Dice Henry Kissinger: “Qualsiasi società, qualunque sistema politico abbia, si trova eternamente in bilico tra un passato che rappresenta la sua memoria e una visione del futuro che ispira la sua evoluzione”. La politica è quindi il percorso realistico, laico e non utopistico, che unisce il passato e il futuro di una società di persone.



Dalla polis greca, alla civitas romana, filosofi e pensatori si sono sempre interrogati su che cosa fosse la politica, sia analizzando il potere, sia i mutamenti sociali, sia la funzionalità di ciò che rappresentava uno Stato, nato da uomini e donne che avevano interessi uguali o diversi, magari contrastanti, che vivevano su uno stesso territorio.



Le definizioni emerse sembrano astrazioni da vocabolario: scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica. Troppo didascalico e troppo scontato: così non si tiene conto delle grandi evoluzioni avvenute nella storia umana e delle grandi differenze sociali che si sono manifestate.

In realtà, è con la lunga storia della democrazia, le cui tracce si possono vedere in tante epoche del passato, che la politica diventa sempre più simile alla definizione che ne aveva dato il “Cancelliere di ferro”, Otto von Bismarck: “La politica è l’arte del possibile. Non è una scienza esatta, è un’arte. È la scienza del relativo”. L’arte ha il pregio di saper cogliere i momenti. L’arte politica è quella che sa cogliere i momenti utili per risolvere i grandi problemi che le società si trovano davanti.



Alla polemologia di Karl von Clausewitz che sentenziava: “La guerra è la continuazione della politica con altri mezzi” e viceversa, si potevano contrapporre i principi del “No taxation without representation”, che si trovavano fin nell’articolo 12 della Magna Charta del 1215, poi nella rivoluzione inglese del 1642-1651, infine nello slogan politico usato nella rivoluzione americana del 1765-1783; si potevano trovare negli studi degli illuministi francesi che guardavano alla separazione dei poteri di uno Stato, alle esigenze di uguaglianza, fraternità e libertà; alla scoperta della capacità delle comunità umane di sapersi autogovernare e creare organizzazioni autonome di solidarietà e funzionalità sociale, fino alla partecipazione politica espressa in partiti, secondo l’antico principio di sussidiarietà che arrivava dal lontano Medioevo.

Quando nel Novecento crollarono i regimi autoritari, i sistemi democratici divennero la maggioranza degli Stati moderni. Poi è arrivata la crisi finanziaria del 2008 dopo le “predicazioni” neo-liberiste e la democrazia è diventata minoritaria, è andata in crisi e oggi è addirittura messa in discussione.

È questa crisi che deve far riscoprire l’arte della politica, cioè la capacità di cogliere i mutamenti in corso e di difendere quanto è stato raggiunto in passato.

È per questa ragione che la Scuola di formazione politica “Conoscere per decidere”, organizzata da Fondazione per la Sussidiarietà, Società Umanitaria e Fondazione Leonardo-Civiltà e giunta alla sua quinta edizione, ha promosso tre incontri per comprendere e discutere su “Ma che cosa è la politica oggi?”.

Si comincia con una lectio introduttiva di Luciano Violante dal titolo “Democrazie senza elettori e tirannie elettive. La trasformazione dei sistemi politico culturali” che si tiene domani, giovedì 16 marzo, alle ore 18.30 presso la sede della Società Umanitaria (dove si terranno anche le tre lezioni successive) a Milano in Via San Barnaba 48.

La scuola vera e propria, alla quale bisogna iscriversi, comincia invece sabato 1° aprile.

Quali sono i fattori che stanno trasformando le democrazie? Perché questa scelta di governo sta regredendo nel mondo? Quali nuovi assetti geopolitici si stanno preparando? Qual è il ruolo dell’Europa? Come rivitalizzare la cultura della sussidiarietà, che assicura il dialogo tra diversi livelli di governo e di questi con i corpi intermedi? Interverranno, tra gli altri, Marta Cartabia, Alessandro Colombo, Giuseppe Guzzetti, Enzo Moavero Milanesi, Francesco Occhetta, Vittorio Emanuele Parsi, Andrea Simoncini, Giorgio Vittadini.

Con questo percorso si cercherà di andare all’origine dei cambiamenti più rilevanti in corso e insieme mettere in evidenza come i punti principali della politica sono i compromessi raggiungibili tra visioni diverse, capaci di sintesi positive per tutti (per informazioni: www.sussidiarieta.net).

 

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