Un elemento stupendo di chi come me, oltre a fare il professore, è anche specializzato nella formazione One to One per Executive è il continuo lavoro e confronto con imprenditori e leader delle più svariate organizzazioni. Con il passare degli anni ho avuto modo di notare che, nonostante esistano differenze culturali, comportamentali, caratteriali tra i diversi leader che ho seguito e con cui ho lavorato, ci sono anche dei pattern, quindi degli elementi ricorrenti, sia per chi non solo raggiunge ma mantiene il successo nel tempo, sia per chi, pur avendo avuto una fiammata di successo, a un certo punto si sia fermato, anche senza crollare completamente. Tuttavia, in un mercato che corre sempre, chi si ferma – in fondo – rimane indietro.
Ho avuto modo di notare che ciò che rende un leader in grado di continuare a migliorare e anche ciò che, se manca, potrebbe fermarlo inesorabilmente: la continua capacità di apprendere. C’è quasi una “sana ossessione” nell’imparare e nel migliorarsi sui più diversi aspetti.
Mi ricordo, ad esempio, che alcuni mesi fa un mio cliente, dopo aver terminato un Master One to One sulla Comunicazione Strategica e Negoziazione e dopo aver passato un esame teorico a pieni voti soprattutto per essere riuscito ad apportare concretamente grande innovazione nella sua azienda, mi chiamò per chiedermi alcuni suggerimenti sul time management. In particolare, mi chiese di dargli alcuni consigli per modificare la sua agenda in modo tale che avesse sempre una mente allenata ad accogliere novità. Gli organizzai così una consulenza ad hoc introducendo dei nudges all’interno della sua agenda, ovvero delle “spinte gentili” che gli avrebbero potuto favorire in un certo qual modo un continuo apprendimento e una continua apertura mentale.
Non potendo raccontare tutti gli interventi effettuati per ovvie ragioni, mi limito a citare quello più importante di tutti che gli suggerii: mettere in agenda una volta a settimana almeno un pranzo con una persona che non conosceva, un esperto del più diverso settore. Trascorsi tre mesi, mi richiamò dicendomi che aveva seguito molte delle dritte che gli avevo dato e, in particolare, quella dell’incontro cadenzato con una persona nuova non appartenente al “suo giro” lo aveva entusiasmato.
Mi raccontò che aveva avuto modo di parlare con un regista e di capire conseguentemente come il suo ruolo da Amministratore Delegato fosse più vicino a quello del regista che non a quello del protagonista. Quindi aveva imparato a delegare ulteriormente ai suoi manager, dando loro ancora più spazio e visibilità e a concentrarsi sulla regia e – quindi – sul buon funzionamento dell’organizzazione intera. Aveva poi avuto modo di parlare anche con una giovane ragazza che, pur avendo un lavoro eccezionale, aveva deciso di licenziarsi e iniziare un’attività nel mondo ortofrutticolo partendo da zero. Sebbene lei arrivasse dal mondo bancario, ciò non le fu di ostacolo, anzi le permise di organizzare il welfare aziendale in modo diverso e di dare più spazio in maniera equilibrata anche al tempo libero dei propri dipendenti. Mi raccontò di diversi altri incontri durante i quali, nonostante lui fosse un personaggio di spicco dell’industria italiana, era rimasto soddisfatto e contento.
Attraverso questo aneddoto, voglio far capire ai lettori quanto continuare a imparare possa diventare dal punto di vista teorico una meta competenza, quella più importante. Sebbene le singole soft skills siano tutte importanti e la più importante di tutte è sicuramente la Comunicazione Strategica, ovvero la capacità di costruire relazioni che durano nel tempo, al di sopra di tutto si colloca è la capacità di continuare a imparare. Questo è il più grande insegnamento che il mio cliente ha compreso e che, restituendomelo, ha insegnato di nuovo anche a me.
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