In un contesto sociale ed economico caratterizzato da forti cambiamenti e asimmetrie, occorre tener conto degli impatti trasformativi su motivazioni, esigenze e bisogni di ognuno. Valori come inclusione, cultura del rispetto e sostenibilità umana assumono un’importanza sempre più rilevante, ma come questo impatta nel mondo del lavoro? Possono rappresentare dei driver di innovazione per le aziende?
Per rispondere a queste domande CFMT – Centro di Formazione Management del Terziario – e Wise Growth hanno unito le forze per comprendere, attraverso un’indagine rivolta ai dirigenti del terziario, l’interesse attuale delle aziende verso il tema della Diversity & Inclusion (D&I). In particolare quanto il rispetto sia percepito come un fattore chiave e quali siano gli elementi che fanno sentire più rispettati e se esista una correlazione tra innovazione e crescita.
La ricerca, che ha coinvolto un campione di 24.000 manager italiani del terziario, classificato per genere, età, dimensionamento (da 0 a oltre 750 dipendenti), ha fatto emergere, come ci si aspettava, che le grandi imprese, per loro natura e caratteristiche, stanno affrontando il tema della D&I in modo molto più consapevole e strutturato; anche le aziende più piccole presentano forte sensibilità al tema, l’86% degli intervistati ritiene infatti convintamente che un’azienda più inclusiva sia anche più innovativa. È un risultato che fa riflettere: se fino a oggi il tema della D&I era visto come qualcosa che esulava dalla performance aziendale, oggi viene sempre più correlato alla crescita e alla competitività.
Un altro aspetto emerso è la cultura del rispetto, considerata come un driver fondamentale nel nuovo hybrid work. Cosa fa sentire rispettati in azienda? Quali sono le leve da utilizzare per promuovere inclusione e innovazione? Manager e dirigenti puntano su una leadership e una cultura organizzativa inclusive e sull’ascolto, in particolare l’ascolto associato a termini quali considerazione, riconoscimento, idee, espressione, competenze, opinioni, obiettivi, processi, collaborazione e condivisione. Cruciale diviene il ruolo del leader nel coltivare un ambiente rispettoso e premiante, essere un role model culturale e comunicativo nonché promuovere idee innovative da chiunque esse vengano.
La sostenibilità, altro pilastro fondamentale analizzato, è stata sottoposta al giudizio dei dirigenti e manager del terziario in quattro dimensioni: ambientale, digitale, economica e umana. Emerge un’esigenza di sostenibilità umana seguita da quella ambientale, economica e per finire digitale. Se in passato la dimensione economica veniva in assoluto prima di ogni cosa, oggi si evince un altro livello di consapevolezza: ambiente e persone diventano centrali.
I risultati dell’indagine inducono a riflettere su come sta cambiando il rapporto delle persone con il mondo del lavoro. Si comprende come il lavoro divenga centrale nella propria identità, non si è più disposti a “soffrire” senza uno scopo personale, quindi aziende senza valori non sono più ritenute interessanti. Vi è inoltre un forte desiderio di sintonia con gli altri e un senso di appartenenza: oggi le organizzazioni sono chiamate a svolgere un ruolo di aggregazione. L’inclusione viene vista in tutte le sue accezioni. Occorre quindi un approccio culturale sempre più inclusivo, necessario per far convivere le diversità e assicurare competitività nel lungo termine.
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