Come anticipato in un precedente articolo, organizzare master per amministratori delegati di grandi aziende se da una parte è estremamente impegnativo, dall’altra permette di incontrare persone molto sfidanti e interessanti. Una delle persone che più mi ha colpito umanamente nell’ultimo anno è stato un imprenditore di ben 85 anni che ho conosciuto durante una cena. Qualche giorno dopo il nostro incontro mi ha invitato nella sua bella azienda e mi ha detto che voleva regalare un master completo al proprio figlio che lo affiancava nella gestione di quella multinazionale come amministratore delegato.
Quando gli ho chiesto se volesse partecipare anche lui facendo le lezioni in coppia con il figlio, mi ha risposto sbrigativamente: “Io ormai mi relaziono, comunico e negozio in un certo modo da oltre 50 anni, e penso quindi che neanche te potrai farmi cambiare approccio”. Io gli ho risposto che concordavo con lui e che quindi senza la disponibilità d’animo di una persona, qualunque docenza, esercitazione o suggerimento sarebbe stata inefficace. Dopodiché poco prima di andarmene l’ho salutato dicendo velocemente e uscendo dal suo ufficio non lasciandogli il tempo di replicare: “Peccato però… perché un uomo è vivo finché è in grado di imparare”.
La settimana successiva sono tornato nell’azienda in cui avevano predisposto una saletta in cui con il mio team avremmo dovuto affrontare le prime tre ore di docenza all’amministratore delegato, il figlio dell’uomo che avevo incontrato. Con sorpresa nella stanzetta trovai non solo il figlio ma anche il padre, con tanto di penna e quaderno per gli appunti davanti a sé. Furono tre ore molto intense dove io e il mio team venimmo bombardati di domande e richieste di approfondimenti a volte anche in tono sfidante, in particolare dall’anziano imprenditore.
Una volta finita la prima lezione, l’uomo mi prese in disparte e finalmente mostrò il suo bel sorriso esclamando: “Ho trovato ancora una cosa che posso insegnare a mio figlio: l’importanza di capire che non si è mai abbastanza grandi per imparare qualcosa di nuovo”. Questa volta è stato lui a non darmi diritto di replica stringendomi la mano e lasciandomi tra lo stupito e il commosso. Quel giorno sono uscito pensando tra me e me che quel master sarebbe stato tra i più sfidanti che io abbia mai organizzato, in quanto da una parte vi era un figlio 50enne che voleva dimostrare di essere più in gamba del padre e dall’altra un padre che voleva dimostrare che era disposto a mettersi in gioco e rinegoziare tutto ciò che pensava di aver appreso sull’ambito della comunicazione strategica e delle negoziazioni. Ma in fondo ero contento perché come mi aveva testimoniato quell’uomo, moriamo ogni volta che smettiamo di imparare. Per cui mi misi di impegno per creare dei moduli e delle esercitazioni apposta per quella splendida coppia di imprenditori.