A chi si occupa di Comunicazione Strategica, quindi di quella materia che studia come comunicare per costruire relazioni durature nel tempo, non sorprenderà scoprire che per diventare bravi a costruire relazioni l’elemento più importante e strategico è quello della Domanda. Non a caso, il Metodo O.D.I. ® (Osserva, Domanda, Intervieni), che segna il passaggio dalla Comunicazione Efficace ed egoriferita alla Comunicazione Strategica, pone al centro il modulo della Domanda.
Infatti, se dall’Osserva alla Domanda, si passa dall’Io (chi parla) al Tu (interlocutore) e poi da dalla Domanda all’Intervento si passa dal Tu al Noi, è nel primo step che si inizia a creare la relazione che – poi – darà i suoi frutti nell’Intervento.
Nonostante ciò, sono pochissimi i libri che, pur parlando di comunicazione, danno spazio al ruolo fondamentale delle domande. Proprio per questo motivo, oggi parlo del libro intitolato “Il libro delle domande brillanti” di Warren Berger, noto giornalista i cui articoli sono stati pubblicati dalle più importanti testate, quali il New York Times e l’Harvard Business Review.
Berger suddivide le domande in quattro categorie a seconda delle loro macro-funzioni e identifica, dunque, le domande per decidere, le domande per creare, le domande per connettersi agli altri e le domande per ispirare. Nel testo mostra come le domande siano uno strumento fondamentale per indirizzare i pensieri, tanto è vero che il nostro pensiero è direzionato da ciò che cerca e, quindi, dalle domande che si pone, dagli obiettivi che va a individuare.
Ciò che rende straordinario il libro è sicuramente il lavoro che ha fatto l’autore per ricercare testi di professori e scienziati che fanno capire in che modo costruire le domande migliori nelle quattro aree identificate. All’interno del libro, infatti, non solo vengono raccontati casi e aneddoti in cui autori si sono posti domande importanti che li hanno poi guidati verso il successo. Ancora di più: vengono definite le metodologie e le matrici con cui ciascuno potrà farsi le domande per – a sua volta – prendere decisioni, essere più creativo, relazionarsi con gli altri e ispirare.
Mi sorprende notare come quella che io chiamo Arte delle Domande Strategiche, ovvero quell’ambito che esplora come porre domande per esplorare gli interessi in campo, sia concettualmente molto simile a ciò di cui parla Berger nel suo testo. Questo, secondo, me è indice della rilevanza che ha la comunicazione, che non è mai fine a se stessa e non può essere ridotta solo a uno strumento per raggiungere in maniera egoistica i propri scopi, ma che – invece – rappresenta il ponte attraverso cui si costruiscono relazioni che, a loro volta, possono generare relazioni per tutti quelli che ne sono coinvolti. Mi auguro, quindi, che ci siano altri libri come questo in futuro!
E voi, lettori, con quanta cura scegliete le domande da porvi? Ricordate sempre che spesso buone domande generano buone risposte.
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