Storicamente la comunicazione aziendale viene trattata con due accezioni: la comunicazione rivolta agli stakeholder esterni, come clienti e media partner, e la comunicazione interna rivolta ai dipendenti. Nel tempo, però, con l’avvento dei social media e di una comunicazione sempre meno blindata e sempre più fluida, si è visto come la comunicazione interna in senso stretto sia quasi del tutto svanita, in quanto tutto ciò che i dipendenti vivono, nel bene e nel male, emerge pubblicamente attraverso le note piattaforme di condivisione social.



Questa dinamica ha spaventato molte persone, non solo i responsabili della comunicazione ma anche i responsabili HR e i direttori marketing, perché il fallimento di alcune campagne di talent attraction o di mercato era da imputarsi a contestazioni fomentate dagli stessi dipendenti.

Quello che occorre fare per gestire al meglio una dinamica così fluida è seguire alcune linee guida. Il primo suggerimento consiste nel comunicare maggiormente: i dipendenti non devono essere interpellati una volta ogni tanto a ridosso di eventi importanti per sapere cosa pensano e che contributo potrebbero dare all’azienda. Occorre invece avviare, e poi mantenere, un dialogo costante, trasmettendo il concetto che chiunque abbia una buona idea può condividerla con i propri responsabili.



Due anni fa, durante una consulenza svolta per un’importante azienda, abbiamo sottoposto le migliaia di dipendenti a un censimento tramite il quale venivano richiesti giudizi su proprietà, rapporti sindacali e alcuni suggerimenti indirizzati a migliorare la quotidianità del lavoro. L’esito, in apparenza, fu disastroso perché solo il 20% delle persone accettò di rispondere al sondaggio e i feedback ricevuti furono pessimi. Di fronte a un tale fallimento, la proprietà suggerì di cancellare il progetto e di dimenticarlo. Io, al contrario, consigliai al presidente di dedicare almeno quattro brevi momenti, nel corso dell’anno, al dialogo e alla condivisione delle strategie con i dipendenti e di rendere costante nel tempo il sondaggio.



Questo intervento, in apparenza semplice, richiese in realtà un grande impegno e una strutturazione concreta nella formazione del presidente, in particolare nel public speaking e nella co-progettazione dei contenuti da condividere con tutte le persone coinvolte. Come risultato, dopo appena un anno e mezzo, la qualità della vita dei dipendenti nell’azienda era arrivata ai massimi storici. Oggi l’87% delle persone partecipa ai sondaggi perché ha capito che l’azienda comunica maggiormente e ha un sincero interesse nell’ascoltare tutti.

La seconda parola chiave da tenere a mente è coerenza: come già abbiamo avuto modo di osservare in un precedente articolo è bene fare in modo che a ogni parola corrisponda un’azione a essa congruente. Ciò per aumentare la fiducia tra azienda e dipendenti ed evitare grossolane e gravi crisi di comunicazione che impattano inevitabilmente sulla reputazione della società.

La terza linea guida è la sostenibilità, intesa con la seguente accezione: tutto ciò che si fa con uno scopo di continuità nel tempo, rispettando i tre elementi alla base di una relazione, l’Io il Tu e il Contesto. Occorre cioè pensare e attuare strategie che possano tutelare gli interessi di chi produce i servizi, valorizzando i bisogni dei clienti e infine rispettando il contesto entro cui avviene il rapporto tra l’Io e il Tu. Abbiamo visto i danni enormi provocati da un business miope che ha tralasciato in maniera conscia la valorizzazione di un Contesto come l’ambiente.

Per chi ora desiderasse imbarcarsi in un’impresa all’interno di un’azienda moderna occorre che questi tre principi vengano impugnati saldamente e innalzati come una bandiera ogni giorno, così che guidino i pensieri, le parole e le azioni di tutti. Perché in fondo essere moderni vuol dire essere coscienti che si sta lavorando per un futuro migliore.

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