Integrità, competenza e determinazione sono le prime qualità che contraddistinguono un buon manager – un manager di successo – secondo Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e prestiti (Cdp) dopo essere stato per quindici anni vicepresidente della Banca europei degli investimenti (Bei).



Parlando ai diplomati del Master in Business Administration (Mba) della Luiss, il capo azienda più in vista del Paese non si è abbandonato agli inglesismi tipici del mondo imprenditoriale che guarda con ammirazione al modello anglosassone, ma sceglie la strada del buon senso del buon padre di famiglia con sensibilità umanistica.



Lavorate di meno ma leggete più libri, ha suggerito poi parafrasando l’indimenticabile Enrico Cuccia. La soluzione dei problemi sta nella capacità di dominarli aggiungendo visione e conoscenza alle abilità tecniche che, da sole, ci dicono come fare, ma non aiutano a capire dove andare. Consigli preziosi per chi si candida a ceto dirigente.

L’integrità è un concetto così antico da apparire moderno. Forse i giovani, i millennials per dirla con parola attuale, non l’hanno mai ricevuto in dote e sistemato in bella mostra nella propria cassetta degli attrezzi fino a quando non se lo sono ritrovato a sorpresa nell’ultimo film di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio.



Il “non ti disunire” del regista cinematografico Antonio Capuano all’irrequieto Fabietto, che nella fiction come nella vita reale del Sorrentino adolescente si prepara a lasciare Napoli per Roma in cerca di avventure e affermazione professionale, non è altro che l’invito a restare integri sempre e comunque per evitare di perdersi.

Più celebrata l’esortazione a conquistare una vera competenza – ne ha parlato anche Mario Draghi nel discorso di addio alla Banca centrale europea – che legittima ad avere voce in capitolo nei consessi di lavoro mostrando di conoscere ciò di cui ci si occupa. Potrebbe apparire una banalità, ma l’esperienza dimostra che non lo è.

La determinazione è fondamentale perché competenza e integrità possano svolgere il proprio ruolo. Occorre avere il coraggio delle proprie opinioni e delle proprie azioni (soprattutto quando fondate sullo studio e la buona applicazione), superando il timore di sfidare il pensiero dominante perché sorretto da un più alto tono della voce.

La difesa e l’affermazione delle buone ragioni serve anche e forse soprattutto ad alimentare il dubbio e con esso il confronto per evitare di cadere nel vortice del fare le cose nel modo in cui si sono sempre fatte senza chiedersi se non ci sia un modo migliore di cercare le soluzioni. Con questo impedendo all’innovazione di farsi strada.

Determinazione, competenza e integrità rappresentano la chiave – nell’insegnamento di Scannapieco – per superare gli schemi del passato, rompere le catene dell’indolenza mentale, non appiattirsi sul presente e farsi alfieri del cambiamento. In qualsiasi contesto ciò che davvero conta è la capacità di fare la differenza.

Tutto questo conduce a considerare che l’investimento sul capitale umano è il più importante che oggi si possa concepire. L’opzione vincente in ogni contesto, la leva strategica per far fiorire le imprese e per far progredire il Paese. 

In tempi di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) è una lezione da tenere a mente.

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