C’è una frase che chi mi incontra nei Master One to One, nelle aule universitarie o in azienda mi avrà sentito ripetere tante volte: «Vuoi crescere? Esci dall’azienda». L’idea dietro questa frase provocatoria non è quella di abbandonare l’azienda, ma di imparare a investire del tempo nel networking che necessariamente si costruisce fuori dalle quattro mura dell’azienda, luogo nel quale, soprattutto se una persona ha un ruolo apicale o ne è il proprietario, si sente in comfort zone.
Prima che i proprietari, i Ceo, le figure apicali e responsabili compiano questo passo ed escano dall’azienda è necessario che abbiano in mente due elementi. Il primo è che si può uscire nel momento in cui c’è una struttura abbastanza solida che permette di delegare almeno una quota delle attività. Per far questo è essenziale avviare dapprima percorsi di change management, in modo tale da fornire competenze e skill a coloro che in parte dovranno sostituire quelle figure che, per far crescere ulteriormente l’azienda, dovranno operare non solo dentro di essa ma anche al di fuori.
Il secondo elemento, invece, è capire l’essenzialità del networking, termine che identifica tutte quelle attività che servono a creare collegamenti business tra noi e altri soggetti che possono a vario titolo aiutarci.
Perché, allora, è così importante dedicare del tempo per il networking andando fuori? Perché la maggior parte degli incontri interessanti è legata a persone particolarmente influenti che non si ha la capacità o la forza attrattiva di attirare a sé; pertanto, necessariamente occorre “andarle a cercare”.
Per quanto riguarda il luogo dell’incontro, ognuno – a seconda dei propri obiettivi e degli interlocutori che intende conoscere – dovrà stilare una strategia. È evidente, però, che anche nel mio caso la maggior pare degli incontri è avvenuta durante seminari a cui presenziavano esperti dei temi che, di volta in volta, venivano trattati, o in club privati o – addirittura – a cene informali con persone che conoscevano sia me che la persona che avrei voluto incontrare.
Io suggerisco di dedicare almeno il 15% al networking, facendo sì che diventi un’attività che entri stabilmente in agenda e a cui bisogna allocare non solo tempo ma anche risorse, in quanto spesso significa spesso prender parte ad eventi a pagamento.
Quali sono i guadagni? Soprattutto se si fa bene, enormemente superiori alle spese. Vi racconto un esempio concreto di cui ho fatto esperienza. Recentemente sono andato a una cena di networking in cui ho investito 250 euro in aggiunta al tempo extra lavorativo. Durante quella cena, ho conosciuto due persone che, non avendo social ed essendo senior e impegnate come responsabili di una multinazionale e azienda privata, non avrei mai incontrato in altri modi. L’investimento fatto di tempo e di economics è stato ampiamente ricompensato dalle attività scaturite in seguito al nostro incontro.
Quindi, tornando all’incipit, per continuare a crescere, investite tempo per uscire dalla comfort zone andando a conoscere il mondo fuori, certi che ne varrà sempre la pena per scoprire nuovi clienti, nuove possibilità commerciali ma anche tantissime informazioni che non avreste avuto attraverso media o social. Ricordate: il mondo reale è molto più interessante di quello virtuale.
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