A fine agosto è stato divulgato il drammatico dato dell’Istat che certificava il crollo del Pil del primo semestre dell’anno a -12,8%. Le vacanze quindi, per quei pochi fortunati che sono riusciti a farle ancora in maniera normale, sono terminate con un duro colpo. Tanti si aspettavano un dato negativo, pochi che lo fosse così tanto.
È evidente a tutti che siamo in un momento di grande cambiamento e nonostante gli studi, le ricerche, gli esperti e i futurologi, nessuno è ancora riuscito a dire che cosa troveremo dietro la curva. Per gestire al meglio questa situazione, i manager dovranno affrontare la sfida del cambiamento. Se da una parte è vero che non sappiamo cosa troveremo oltre, dall’altra possiamo concentrarci sul gestire al meglio questo momento e per farlo gli imprenditori e i manager che guidano le aziende possono seguire i tre seguenti passi.
Nei corsi di guida sportiva insegnano che quando occorre affrontare una curva (un cambiamento quindi), la prima cosa da fare è alzare la testa e guardare lontano. Se ciascuno guardasse solo a due metri oltre il proprio cofano, non riuscirebbe a capire come gestire quel momento. Proprio in un periodo di crisi in cui tutto suggerisce di chiudersi in sé stessi, sperando che il maltempo passi, occorre invece trovare il coraggio per fare strategia sul lungo periodo.
Poche settimane fa, ho iniziato un progetto di consulenza in una nota multinazionale straniera. Quando ho incontrato il Ceo, mi ha detto che mi aveva chiamato perché la proprietà dell’azienda aveva comunicato al ramo italiano che non doveva preoccuparsi dei soldi che avevano perso quell’anno, in quanto avevano le spalle coperte dagli anni in cui avevano messo risorse da parte. Quello che però chiedevano al top management era creare nuovi scenari per l’anno successivo. Il Ceo mi disse che per assurdo aver tolto l’incombenza di salvare l’anno ai manager li aveva messi di fronte al fatto che non avevano idee consistenti per l’anno successivo e questo li aveva totalmente spiazzati.
Il secondo suggerimento che occorre seguire per affrontare un cambiamento, è quello di trovare la determinazione di accettare un cambiamento. Quando in auto si curva, non lo si può fare in maniera troppo lenta, incerta o impacciata. Per questo secondo passaggio può essere d’aiuto pensare che il cambiamento a cui le aziende devono andare incontro, riguarda quella che probabilmente sarà una rivoluzione epocale nel mondo del lavoro. Non a caso infatti, si parla di “nuova normalità”, espressione che suggerisce che anche se si tornerà a una situazione stabile, non sarà come quella prima del Covid.
Il terzo elemento che serve per guidare una macchina in curva, e quindi fuori di metafora, un’azienda in un periodo di crisi, è capire quando tagliare la curva e uscire da essa a gran velocità. Un momento come questo infatti, se vissuto con determinazione e con un assetto strategico, può offrire l’occasione per guadagnare posizioni importanti di mercato o per entrare in un nuovo e più prestigioso campionato per altri.
Per far tutto ciò ci vuole coraggio e come affermava Don Abbondio: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”. Questo forse è vero, ma dobbiamo ricordare che come un imprenditore non è solo perché ha a fianco almeno un copilota, un navigatore e un team di esperti meccanici, così anche Don Abbondio si ritrovò senza coraggio perché dimenticò che in quella avventura non era solo, ma che poteva contare su tante brave persone come Renzo, Lucia, la mamma Agnese e Fra Cristoforo; perché se è vero che il coraggio non ce lo si può dare, è ancor più vero che quando si è insieme questo sgorga con più facilità.