Se da un lato Merkel e Macron nel loro piano di Recovery Fund avrebbero pensato ad una strategia con anche finanziamenti a fondo perduto per far fronte alla crisi Covid-19, non esattamente tutti gli strateghi di Berlino e Parigi la pensano esattamente: e siccome poi a scrivere le leggi sono gli sherpa e i capo-dossier economici, il rischio per l’Italia si fa maggiore con i prossimi mesi che la vedranno quasi certamente richiedere aiuti dal Mes e sicuramente dal Recovery Fund. In una intervista a Repubblica dell’ottima Tonia Mastrobuoni, il consigliere economico di Angela Merkel nonché capo dei “saggi” che consigliano le azioni del Governo Lars Feld non la “tocca” certo piano: «soldi arriveranno ma […] si introducano impegni più chiari per una riduzione del debito pubblico. Non possiamo andare avanti così, senza che in particolare l’ Italia abbassi il debito». Il consigliere dalla Cancelliera spiega a Rep come i 500 miliardi del piano Francia-Germania non aumenteranno i fondi Ue: «Il Fondo è temporaneo. Emetterà bond, ma non avranno una durata maggiore di dieci anni. Non bisogna dimenticarsi che andranno fatti dei compromessi con gli altri Stati membri. E l’ Austria, l’ Olanda, la Svezia e la Danimarca faranno in modo che si tratti di un’ iniziativa temporanea». Come poi preannunciato da Dombrovskis e altri euro-tecnici, saranno proprio le riforme strutturali ad essere imposte come “condizioni” a fronte dell’adesione al piano di “ricostruzione” europea.



CRISI ITALIA, IL PIANO DI BERLINO

«Non penso che si potrà fare a meno di dare una parte di quei soldi sotto forma di trasferimenti, anche se una parte verrà trasformata in prestiti. Un altro compromesso potrebbe imporre delle condizionalità legate al semestre europeo», spiega ancora Lars Feld in merito alla possibilità che le “condizionalità” in stile Troika possano essere inserite nei prossimi accordi europei. In attesa che la Presidente della Commissione Europea Ursula Von del Leyen il prossimo 27 maggio introduca e presenti il Recovery Plan dei prossimi mesi, da Berlino ipotizzano come potrebbe giungere quel compromesso tra Nord e Sud: «Non possiamo andare avanti così, senza che in particolare l’ Italia abbassi il debito. Illudersi che un pacchetto congiunturale, un fuoco fatuo, rafforzi la crescita in modo permanente, è illusorio. Aiuta a superare la fase attuale, e se va bene, l’anno prossimo. Ma se l’ Italia non fa le riforme e non aumenta la sua produttività, il Pil non crescerà in modo duraturo, e ci sarà bisogno di un consolidamento dei bilanci pubblici dopo la crisi da coronavirus».



Dalla patrimoniale ai tagli, dalle riforme “lacrime e sangue” fino a nuove tasse: ogni italiano che sappia un minimo di economia trema solo all’idea di quei “consolidamenti dei bilanci pubblici”, ma al momento non vi sono effettive condizioni pre-stabilite. Il rischio di una crisi peggiore a quella del coronavirus però c’è ed è imponente secondo Feld e i tecnici di Berlino perciò i vari patti dovranno essere molto oculati e per questo richiederanno ancora diverso tempo: «il Recovery Fund sarà pronto il prossimo anno, penso. Ci sono troppe questioni aperte. Penso che i dettagli saranno discussi durante il semestre Ue di presidenza tedesca. Il prossimo Consiglio Ue servirà per un accordo di principio, ma il Recovery Fund va anche inserito nel Bilancio pluriennale per soddisfare le richieste dei Paesi dell’Est». L’unica vera svolta secondo Feld è che vi siano accordi sui trasferimenti dei soldi, ma sulle condizioni è ancora tutta da giocare la partita Ue.

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