Si è concluso il Consiglio dei Ministri con il Governo che ha approvato il decreto legge sull’assestamento di bilancio, elemento necessari per evitare la procedura d’infrazione sul debito italiano: l’ipotesi immessa nero su bianco vede la riduzione del deficit per il 2019 e l’obiettivo di taglio ulteriore nel 2020. Il problema è che la maggioranza di Governo ha vissuto (con inevitabili strascichi) un’altra giornata di liti e divisioni questa volta avvenute addirittura all’interno del Cdm a Palazzo Chigi. Il vicepremier Luigi Di Maio non si è presentato alla riunione, apparentemente senza motivi, e mentre il vertice era ancora in corso ha postato un video su Facebook in cui attacca la Lega per non aver appoggiato il M5s nella richiesta di revoca delle concessioni ad Autostrade dopo il disastro del Ponte Morandi: a quel punto l’altro vicepremier Salvini, visibilmente irritato, ha abbandonato per protesta il Cdm esclamando «Mi attacca su Autostrade e poi diserta il consiglio dei ministri». Lo scontro con la Lega sarebbe avvenuto anche sul fronte Ilva oltre ad Aspi, con Di Maio che ha spiegato sui social «A me dispiace che sulla revoca alle concessioni, ma anche sull’immunità penale Salvini dica che si perderanno posti di lavoro. Non si perderanno posti di lavoro, ci si può fidare di me. Noi non possiamo farci ricattare e poi non si perderanno posti di lavoro». Al termine del Consiglio, con il ddl Assestamento comunque portato a casa, fonti del M5s rispondono al Carroccio «L’assenza del ministro Di Maio al cdm odierno era stata comunicata una settimana fa. Non c’è stato nessun attacco a Matteo Salvini, bensì una richiesta di fare squadra alla Lega sul caso Autostrade, dopo che nei giorni scorsi da esponenti leghisti erano arrivate dichiarazioni pubbliche in disaccordo con la proposta di revoca della concessione. Punto per noi invece fondamentale al fine di fare giustizia verso chi ha perso la vita nella tragedia del ponte Morandi».
CONTI PUBBLICI PER EVITARE LA PROCEDURA
Alle ore 17 si terrà il Consiglio dei Ministri decisivo per evitare la procedura d’infrazione dall’Europa sui conti pubblici: come da tradizione, a cavallo tra giugno e luglio il Governo deve presentare il decreto legge sull’assestamento del bilancio che inquadri la situazione dell’economia a pochi mesi dalla Manovra (indicando di fatto i “cordoni” della borsa e i margini di spesa pubblica). Quest’anno però il decreto assume una valenza “doppia”: nella settimana in cui l’Italia rischia la procedura d’infrazione – lo sostiene ancora oggi il Commissario al Bilancio Ue Oettinger – è infatti attesa da Bruxelles la struttura dell’assestamento di bilancio sui conti pubblici, una sorta di “polizza a vita” sugli impegni che il Governo intende attuare sul campo della riduzione del deficit-Pil e dei parametri imposti dalla Commissione Europea. Conte è tornato in fretta e furia dopo il vertice (sospeso per mancanza di accordo) sulle Nomine Ue e a breve incontrerà Salvini, Di Maio e tutto il resto del Governo per mettere a punto il piano di Tria e dei tecnici del Mef. «Confido di poter evitare la procedura, i numeri son sempre quelli, positivi e non sono cambiati», ha spiegato Conte prima di partire da Bruxelles in direzione Palazzo Chigi.
CONSIGLIO DEI MINISTRI SU ASSESTAMENTO BILANCIO: IL PIANO DI TRIA
Il piano che il Mef presenterà ai due vicepremier prevede un “tesoretto” di 7 miliardi di euro, ovvero il frutto del risparmio che l’Italia otterrebbe con maggiori introiti Iva per la lotta all’evasione tramite la fatturazione elettronica (scattata ufficialmente oggi, ndr), un maggior dividendo di circa 800 milioni imposto alla Cassa depositi e prestiti e soprattutto «maggiori utili della Banca d’Italia dovuti all’acquisto di titoli di stato per il quantitative easing della Bce», riporta l’Adnkronos. Quota 100 e Reddito di Cittadinanza “offriranno” parte del tesoretto non speso in questo primo anno di “decretone”, senza però esagerare visto i diktat di Salvini e Di Maio: «Noi crediamo che la procedura di infrazione non abbia ragione di essere aperta», ha detto poco fa dall’Austria il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, impegnato in prima linea per evitare la multa salata dall’Europa potenzialmente letale per la nostra economia già in crisi. «Il disavanzo di bilancio in Italia è passato dal 2,4 al 2,1 tra il 2017 e il 2018, l’avanzo primario è passato dall’1,4 all’1,6: sono due dati di trend positivi per i conti pubblici. Vi è una condizione di base di economia italiana di grande solidità, non a caso l’Italia è la terza economia dell’Ue ed è la seconda manifattura d’Europa. Credo il governo stia presentando alla Commissione Ue per dimostrare che i conti saranno in ordine, le indicazioni sono rassicuranti e non vi sia motivo per aprire una nuova infrazione», riporta ancora il Capo dello Stato “anticipando” di fatto quanto presenterà il Governo ai Commissari Ue dopo il via libera del decreto sull’assestamento di bilancio. Se però l’Italia non dovesse soddisfare le richieste di Bruxelles – passare dal 2,4% di deficit al 2,1% – allora già in settimana dovrebbe partire la procedura d’infrazione per debito eccessivo: il tavolo è pronto, le trattative entrano nel vivo.