LA RUSSIA ESCE DAL CONSIGLIO D’EUROPA: LE MOTIVAZIONI

La Russia ha comunicato l’uscita ufficiale dal Consiglio d’Europa, l’organizzazione internazionale da non confondere con il Consiglio Europeo (la riunione dei capi di stato europei) che promuove democrazia, diritto umani, identità culturale europea. Per via della guerra in Ucraina, dopo le fortissime sanzioni mosse dall’Occidente contro Mosca, il Presidente Putin ha deciso di abbandonare la partecipazione della Russia al Consiglio d’Europa: il tutto due settimane dopo la sospensione ufficiale lanciata dal Comitato dei ministri appena dopo l’invasione iniziata in Ucraina.



«Il corso degli eventi diventa irreversibile», spiega in una nota il Ministero degli Esteri, «La Russia non intende partecipare alle attività del Consiglio d’Europa, poiché i paesi occidentali minano il lavoro di questa organizzazione. Lascia che si divertano a comunicare tra loro, senza la Russia». Il testo del Cremlino, diffuso dal Ministro Lavrov, è molto duro contro l’Occidente: «La Russia non intende sopportare queste azioni sovversive compiute dall’Occidente in linea con l’imposizione di un ‘ordine basato sulle sue regole’ per sostituire il diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti». Già a fine febbraio, dopo la sospensione lanciata dal Consiglio contro la Federazione Russa, il capo della delegazione russa all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa Pyotr Tolstoj aveva così dichiarato: «La Russia rimarrà il più grande Paese europeo, senza il quale nessun Consiglio d’Europa è semplicemente possibile o necessario. Perché non ci sarà verità in esso».



CONSIGLIO D’EUROPA, COSA SUCCEDE ORA CON LA RUSSIA FUORI

A conclusione della nota russa, Lavrov ribadisce «i membri dell’Unione Europea e della Nato, che sono ostili nei confronti della Russia stanno abusando della loro assoluta maggioranza nel Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. La Russia non prenderà parte al tentativo di Nato e Ue nel trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell’Occidente. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia». Con l’uscita dal Consiglio d’Europa però, garantisce Mosca, non significherà la reintroduzione della pena di morte in Russia: «Abbiamo la nostra costituzione e la nostra Corte Costituzionale. Le decisioni sulla pena di morte non dipendono da obblighi nei confronti del Consiglio d’Europa», ha spiegato il senatore Konstantin Kosachev, vice-presidente del Consiglio della federazione Russa. Le altre conseguenze restano però molto dure e pesanti per il prosieguo dei rapporti tra Russia e Occidente: ritiro della Carta del CE e della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, sono i primi passi. In questo modo però Mosca uscirà anche dalla CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. «Il ritiro della Russia dal Consiglio d’Europa non significa neppure un ritiro da tutte le sue istituzioni», ha garantito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, anche se «Naturalmente, un ritiro dal Consiglio d’Europa implica anche un ritiro da tutti i meccanismi».

Leggi anche

Erdogan Putin, colloquio telefonico non solo su economia/ "Serve pace, ma ci si avvicina a guerra nucleare"